U2.com intervista Bono sul Joshua Tree Tour e Songs Of Experience

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Ieri U2.com ha pubblicato un’intervista fatta a Bono; nell’intervita si parla dell’imminente tour, di Songs of Experience e  della situazione politico sociale in America ed Europa…con una graditissima sorpresa.

Di seguito vi proponiamo l’intervista tradotta. Buona lettura!

“Trent’anni fa, The Joshua Tree trovò terreno comune mentre puntava ad un livello superiore” spiega Bono. Questo è un tour per il rosso e il blu, la costa e l’entroterra…perché la musica ha la capacità di unire le persone così come la politica può dividerle”

Noi abbiamo delle domande, Bono le risposte.

Un tour per celebrare un album di 30 anni fa? Non è nello stile degli U2. Da dove viene l’idea?

Haha, la nostalgia è una cosa che appartiene al passato, come mi dice sempre Edge… ed è vero! Come band non siamo conosciuti certo per avere lo sguardo rivolto al passato…penso che questo sia però cambiato con Songs of Innocence. È un po’ come sforzarci, me in particolare, a  guardare indietro. Ho cominciato a pensare che forse il passato sia un posto meritevole di una visita, anche se solo una fugace, come se non trascorrere lì del tempo incasinasse la nostra capacità di affrontare il futuro. Non sto cercando di sembrare intelligente, solo che a volte, per quotare uno dei miei scrittori preferiti  – Eminem – devi tornare indietro e fare pulizia nella tua stanza.  The Joshua Tree Tour è un’idea recente… è cominciata pensando di fare solo uno o due show, magari anche un festival per divertirci, ma più ci pensavamo più l’idea ci eccitava, più ci rendevamo conto di come il soggetto di quelle canzoni fossero calzanti con quanto accade oggigiorno.

A proposito, molti fan in Sud America, Australia, Nuova Zeland, Giappone , chiedono come mai solo l’Europa e il Nord America avranno la possibilità di rivedere presto gli U2.

Non è giusto… sicuramente. Non esagero quando affermo che la band è tanto dispiaciuta quanto lo sono i nostri fan del tanto tempo che ci stiamo mettendo a raggiungere alcuni dei nostri posti preferiti nel mondo. Tutto ciò che posso dire è che ci stiamo lavorando! Grazie per la tanta pazienza.

 Sei stato piuttosto esplicito politicamente durante i due show di Settembre e Ottobre. Qualcuno non ha apprezzato che una band irlandese  si intromettesse nella loro elezione? Vedremo altri interventi simili durante the Joshua Tree tour?

In quanto band  irlandese chiaramente non avevamo diritto di voto nelle lezioni statunitensi, ma avevamo una voce e volevamo usarla per esprimerci contro Trump e contro ciò che noi pensavamo fosse retorica galoppante, roba pericolosa…tuttavia in una democrazia la gente ha l’ultima parola, ed è così che deve essere. Mi sono opposto a Trump trascorrendo il tempo cercando di comprendere che tante delle persone che lo sostenevano sono la stessa tipologia di persone con cui sono cresciuto e riesco a riconoscermi nella situazione. Nella mia testa, il risultato elettorale mi ha imposto di pormi delle domande:

C’è qualcosa che non sto considerando ?
Sono in contatto con i valori americani?
Sono in contatto con gli americani?

E ‘chiaro che una larga parte del paese si sia sentita ignorata o sostenuta … hanno paura del futuro, così come ne hanno sempre più europei. Lo capisco e rispetto, e voglio cercare di capire meglio quelle paure. Contrariamente agli stereotipi sono una rockstar alla quale non piace circondarsi di gente accondiscendente (almeno che non lo siano sempre) ed è lo stesso motivo per cui sono entrato a fare parte di una band e sono ancora sposato! Ahah

Il nostro pubblico è sempre stato vivace, spesso non sono d’accordo con noi e tra di loro. Mi piacerebbe pensare che chiunque ami il proprio paese sia il benvenuto ad uno show degli U2 e tuttavia lo amerebbero seppur in modi differenti. E penso che un po’ di umiltà sarebbe importante in questo caso. Sicuramente voglio capire meglio cosa sia accaduto ma lo farò senza tradire quelli che per me sono punti fermi, cose tipo difendere immigrati e rifugiati dalle demonizzazioni. Sono Irlandese, per l’amor di Dio!

Edge ha detto che il mondo è cambiato in modo irrevocabile mentre stavamo provando a  terminare Songs of  Experience, a quel punto avevamo bisogno di un momento per digerire la cosa. Penso abbia ragione. Ha ragione anche quando afferma che la ragione per cui i nostri album siano durati nel tempo, ironicamente, è che i migliori riescono a trovare una verità nel momento in cui sono stati composti e che è costante al cambiare dei tempi…

Per quanto concerne the Joshua Tree Tour la mia speranza è che, 1- sia una notte eccezionale di Rock ‘n Roll e 2 – se mi è concesso avere ancora almeno una nobile ambizione per questo rock show vorrei che fosse l’occasione per il nostro pubblico e per noi per porci la domanda , “cosa vuol dire oggi giorno essere americano o europeo? Trent’anni fa The Joshua Tree trovò terreno comune mentre aspirava a raggiungere alte vette. Questo è un tour per il rosso e per il blu, per la costa e l’entroterra…perché la musica può unire le persone così come la politica può dividerle. È un dipinto fantastico e sarebbe meraviglioso se potesse essere anche una meditazione ad alto voltaggio su ciò che sta accadendo ora.

Cosa è successo a Songs of Experience? Pensavo fosse finito? Possiamo aspettarcelo per questo secolo?

Oh, sì… probabilmente addirittura per questa decade. La band mi ha proibito di parlare di scadenze e date di rilascio. Posso dirti che Songs of Experience è un album molto personale, ma quell’intimità necessita ancora di una cornice in un mondo più ansioso e nervoso, perché è lì che si trova molta gente in questo momento…

Buttaci un osso ci riveli il titolo di una delle nuove canzoni…è il testo. Suonerete qualche nuova canzone nel corso del TJTT?

potremmo. La mia canzone preferita in questo momento è “The Little Things That Give You Away”. Un paio di versi:

“The night gave you a song,
a light had been turned on,
You walked out in the world
like you belonged there
As easy as a breeze,
each heart was yours to tease
Is it only me who sees there’s something wrong here
It’s the little things that give you away
The words you cannot say
Your big mouth in the way
It’s the little things that reveal and betray
Has the hunter now become the prey
It’s the little things, the little things
That give you away
I saw you on the stairs
You didn’t notice I was there
That’s cos you were busy talking at me
Not to me
You were high above the storm
A hurricane being born
But this freedom, it might cost you your liberty
It’s the little things that give you away
The words you cannot say
Your big mouth in the way
It’s the little things that reveal and betray
Has the hunter now become the prey
It’s the little things, the little things that give you away”

C’è una grande tangente alla fine che è molto eloquente. – ma per il momento ho detto abbastanza.

Ho saputo qualcosa riguardo un altro show eccezionale, per il pubblico più ristretto che abbiate mai avuto ad un concerto degli U2…solo Julia Roberts, giusto?  

No, ci sono due differenti esperienze (RED) Omaze – una è un tè con me e Julia Roberts. Ad essere semplicemente in sua compagnia mi sento come se avessi vinto ogni gara cui abbia mai partecipato. Lei è un vero “affare”. Un’amica e una compagna da tanti anni. Solo che lei è ancora come la prima volta che la incontrai negli anni ’80 e io, bè, sono felice di non essere rimasto negli anni ’80…  l’altro premio prevede che la band suoni per una persona ed un suo amico. Questo potrebbe batter tutti i nostri record  di “show più piccolo” che sino ad oggi è stato a Bristol durante il nostro primo tour  – 11 persone- ma siamo felici di infrangere quel record per (RED).

Traduzione di Eleonora Pisoni @U2place.com

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