12 aprile 1987, gli U2 girano il video di I Still Haven’t Found What I’m Looking For

1Shooting dietro le quinte, tweet U2.com

Siamo al 12 aprile 1987, il disco Joshua Tree è uscito da poco più di un mese, il Tour iniziato il 2 aprile da Tempe, ha toccato finora solo le città di Tucson, Houston e Las Cruces in New Mexico.

Facciamo un piccolo passo indietro, come è nata I Still Haven’t Found What I’m Looking For.
Adam: la canzone era nata come qualcosa di totalmente diverso, una jam chiamata per qualche misterioso motivo “Under The Weather Girls”, una specie di groove di una sola nota, ma con una gran bella parte di batteria. La tenemmo e poi arrivò questa melodia completamente nuova e tutta la musica si cambiò per adattarsi a quella melodia. Era un rhythm and blues tradizionale, una cosa che non avevamo mai fatto prima, ma fu molto divertente
Larry: la canzone non era complicata come la maggior parte delle altre, pur avendo dei passaggi difficili, ma sapevamo sarebbe diventata un nostro trofeo. Dan Lanois era molto concentrato sulla parte ritmica e riuscì a dare un senso alla mia strana sequenza della batteria. Mi incoraggiò molto a continuare a lavorarci sopra. Finì nel mixaggio tenendo solo parte di tutta la mia parte, così diventò ancora più inusuale. La genialità musicale di Lanois, caratterizza tutto il disco
Edge: era una jam piuttosto interessante, uno strano ritmo di base di Adam e Larry. Non ne ero molto convinto, mi suonava male, poi però Lanois e Flood se ne vennero fuori con questo grandioso mixaggio e fummo pronti perchè Bonocercasse di trovare una linea melodica di prima qualità. I Still Haven’t Found è uno di quei momenti la cui realizzazione arriva quando avverti l’aria vibrare di elettricità. Bono continuava a cantarci sopra, cercammo di direzionarlo fino a che centrò questa fantastica melodia che usciva dalla classica tradizione del soul. Mentre lo ascoltavo emergere dalla nebbia, ricordai una cosa che avevo annotato su un taccuino, una possibile canzone, la provai nella mia testa mentre Bono cantava per conto suo e la scansione corrispondeva così alla perfezione che la scrissi su un pezzo di carta e glielo passai. Fu un momento di grande intimità.
Da quel momento in poi la facevamo ascoltare a chiunque venisse a trovarci in Studio e ci convincemmo che avevamo un gran pezzo. Devo riconoscere a Bono di aver individuato la frase di chitarra più efficace. Un giorno, in mezzo a tutta l’altra roba che stavo provando, sentì un paio di note che secondo lui andavano bene. Poi al mixaggio finale ci misero mani tutti, ma la vera versione finale fu realizzata nel mio studio di registrazione domestico. Danny Lanois ed io, al banco di mixaggio, abbiamo lavorato su un precedente mixaggio di Steve Lillywhite. Avevamo l’abitudine poco ortodossa di mixare su di un mix già esistente, aggiungendo altri ingredienti sopra.

tmcThomas And Mack Arena di Las Vegas

Torniamo al 12 aprile 1987, Las Vegas, solo 9mila biglietti venduti alla Thomas and Mack Arena, esordio in città e unica data di tutto il Joshua Tree Tour a non andare sold out. Fu ovviamente un concerto strepitoso con questa scaletta: Where The Streets Have No Name, I Still Haven’t Found What I’m Looking For, I Will Follow, Bullet The Blue Sky, Running To Stand Still, MLK, The Unforgettable Fire, Sunday Bloody Sunday, Exit, In God’s Country, Gloria, Bad, October, With or Without You, New Year’s Day, Pride encore(s) Trip Through Your Wires, People Get Ready, 40.

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L’idea del regista Derry Bavlin, era di girare un video di I Still Haven’t Found e se lo immaginava così: La canzone è una confessione aperta del modo in cui qualcuno sente come sta andando la propria vita. Andiamo a girare il video della canzone più sincera, nella città meno sincera. Avevamo pochi soldi a disposizione, avevo solo due luci, ma Las Vegas ha il più grande budget di spesa per l’illuminazione del mondo. Ho convinto la band a concedermi un pò del loro tempo dopo il concerto. Avevo il problema di portarli di nascosto in città, per non essere sopraffatti in Fremont Street ed ho voluto seguire un mio sogno di sempre: al termine del concerto c’erano quattro sosia vestiti come gli U2, saliti sulle limousine e seguiti da migliaia di fan, mentre i veri U2 arrivarono in Fremont Street dentro un furgone della lavanderia! McGuinness non capiva, mi considerava un pazzo, mi ha concesso 2h30m..
Avevo solo un carrello della spesa per l’audio, una sedia con le ruote per la steadycam ed avevo dato indicazioni alla band di camminare ed interagire con i passanti. Edge doveva camminare allontanandosi da Bono ed è stato molto divertente vedere Edge ignorarlo.
Ciò che rende il video particolare, sono state le interazioni di Bono, con gente che era genuina nei gesti, non erano dei fan, non ci sono atteggiamenti precostituiti e tutto il video è stato registrato in una volta sola.
Larry protestò chiedendo cosa dovesse fare, visto che non c’era nemmeno un tamburo e assieme ad Adam se ne andò via subito.

Il video è stato in nomination in quattro categorie MTV Award, mostrando Las Vegas al mondo, diventando una delle clip video più iconiche degli U2.
Quindici giorni dopo, gli U2 erano sulla copertina di Time, niente sarebbe stato come prima, il Joshua Tree Tour stava diventando un’onda d’urto, il lampo di notorietà mondiale stava arrivando in quelle immediate settimane, la sera del 12 aprile 1987 forse è stato l’ultimo scorcio prima di diventare fenomeni mondiali senza ritorno.

Tutta la Community di U2place augura una serena Pasqua a tutti i fan U2 ed alle loro famiglie.

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FONTI: articolo ReveiewJournal, U2byU2 e varie ricerche web

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