Bono rivela il suo amore per l’Australia

Alla vigilia dell’ultimo concerto australiano del 360 Tour tenutosi oggi a Perth (vedi NEWS) numerosi media locali hanno pubblicato un lungo articolo di Bono in cui la rockstar irlandese spiega il motivo per cui lui e la band amino particolarmente l’Australia e la loro gente. Il pezzo è molto bello e parla di diversi argomenti: dalla prime volte in cui gli U2 hanno suonato in terra australiana nel 1984 fino ai giorni nostri ed agli show di questi giorni per il 360 Tour per poi passare a parlare anche della grande diponibilità dell’Australia negli aiuti ai paesi poveri e alla lotta contro l’AIDS.

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Potete trovare l’articolo originale completo a questo LINK. Qui di seguito vi offriamo la sua traduzione:

Bono rivela il suo amore per l’Australia

Che posto magico che è questo. E’ stata sicuramente una particolare alchimia che ha trasformato questo continente così secco ed arido nel paese più fertile del pianeta. Terre fertili, menti fertili. Gente che ama divertirsi, un po’ monella, schietta, nessuna sciocchezza se non quelle che possono divertire e con un punto di vista come nessun altro, nemmeno noi che parliamo, una versione ‘bastarda’ dell’inglese reale.

Il mondo punta qui i suoi occhi e vede realizzarsi il sogno jeffersoniano di uguaglianza. Il governo ha aiutato molto in questo quando Kevin Rudd, a nome della nazione, ha affrontato uno scomodo passato ed ha accolto in modo positivo una qualche misura di dignità, di pace e di grazia.

Per me è iniziato un amore nel 1984, quando gli U2 arrivarono a Sydney con delle nuove canzoni: Pride (In The Name Of Love) ed Unforgettable Fire. La nostra band come moltissimi altri irlandesi giunti qui prima di noi, cadde in soggezione. Ma a differenza degli altri noi non avevamo calli sulle nostre mani, a meno che non vengano considerati quelli causati dalle corde della chitarra o dalla bacchette della batteria.

Abbiamo saltato la parte del lavoro duro e siamo passati subito ad innamorarci del posto. Come tutti i romanzi è iniziato con frivolezza, la pura e semplice gioia di essere in compagnia di qualcun altro che poi è sbocciata in qualcosa di più profondo, qualcosa che non si può scuotere.

Abbiamo scoperto un comune senso di umorismo, di storia, di avventura. Nel 1989 durante il Love Town Tour, la mia suite in hotel era grande come una piccola città. Potrebbe essere stata la prima volta in cui mi sono sentito una rock star. Agivo come fossi da solo, un comportamento troppo strano, scrivevo dei testi che seguissero quello stato d’animo, in questo caso quelli che avrebbero fatto parte di Achtung Baby, un album di un esule, scritto e poi registrato troppo lontano da casa.

Apprezzavamo già la scena musicale di Melbourne, i Birthday Party, Nick Cave and The Bad Seeds, i Triffids ed i Go-Betweens di Brisbane.

Negli anni ’90 Michael Hutchence è divenuto un caro amico; grazie a lui abbiamo conosciuto molte altre grandi persone australiane. Registi come Richard Lowenstein, artisti come Troy Davies e musicisti attivisti come Peter Garrett, la cui ‘direzione’ morale stava già segnando una strada allora.

Le storie d’amore hanno alti e bassi e anche noi non abbiamo sempre offerto il meglio di noi stessi qui. Nel 1993 a Sydney per lo Zoo TV lo show ha raggiunto il punto più basso della nostra carriera: l’unica volta in cui uno di noi non ce l’ha fatta a salire sul palco per il concerto. Adam probabilmente non si era ancora perdonato fino a questo tour.

L’Australia ci ha perdonato quella ed altre distrazioni. Tra queste la mia ipocrisia. So bene di essere stancante a volte. Ho un gene fastidioso; è nel mio DNA. Annoio anche me stesso. Quando un giusto sentimento di rabbia diventa presuntuoso ed ipocrita allora viene giustamente da vomitare. Quello che posso dire però è che puoi essere traumatizzato ed ispirato dalle vite che incontri sulla strada sterrata dell’estrema povertà. Guardare la luce della vita uscir fuori dagli occhi di quei bambini e ragazzi mi porta in un posto che non so spiegare.

A volte dimentico di essere un artista e non dovrei, perchè è quello che sono, un artista pop in una grande fottuta rock band.

Nel 1998 è arrivata qui la nostra opera Pop Art, il PopMart. Quell’album è un è un inno al tipo di vita che gli australiani sembrano essere meglio in grado di godere di noi malinconici irlandesi. Anche quando stiamo bene noi spingiamo troppo in là e tendiamo ad andare verso l’oscurità. Pop, che doveva raccogliere e catturare il divertimento e la scherzosità della libertà che gli U2 hanno trovato negli anni ’90, si rivelò poi come un documento della sbornia conseguente. E’ il disco preferito delle mie figlie, e la cosa mi ha fatto preoccupare.

Nei 10 anni successivi invece gli U2 si sono un pò contenuti. Ci siamo dati una misura, non per quanto riguarda l’ambizione o la grandezza ma per il sound, per creare un’atmosfera che racchiudesse insieme la voglia di reinventare l’idea ormai consumata del singolo rock e di provare a renderlo di nuovo qualcosa di rilevante ed importante. All That You Can’t Leave Behind ed Atomic Bomb sono album molto personali, parlano delle cose essenziali che ti coinvolgono e ti arrivano nella vita di ogni giorno.

I nostri show in Australia del 2006 sono stati allo stesso modo degli sfogi emozionali. Mio padre è morto; la figlia di Edge, Sian, era molto malata. La contraddizione che c’è nel mettere in mostra cose così intime e personali su schermi giganti mi affascina ancora, è come sanguinare sul tuo pubblico. Ma gli australiani non hanno mai avuto paura del sangue e delle viscere, della crudezza delle emozioni, della gioia di liberazione.

Questa volta arriviamo qui con Jay-Z: l’imbattuto campione dei pesi massimi del mondo dell’hip-hop e molto altro ancora. Se non ti sei mai interessato al rap allora devi assolutamente comprare il suo libro, Decoded.

Gli show del 2010 sono stati straordinari per noi per tante ragioni, non ultima tutta l’ingegneria e la progettazione alla base del 360 Tour. E’ come avere il pubblico sul palco insieme alla band, come parte dello show. A Sydney abbiamo suonato Love Rescue Me per la prima volta dopo 20 anni. E’ stata una versione un po’ troncata ma è grande esempio per continuare nella nostra nuova pratica di provare le cose al momento, in diretta.

Durante questo tour abbiamo suonato canzoni che non abbiamo ancora registrato: a Brisbane ad esempio abbiamo suonato North Star, a Melbourne invece Mercy. Probabilmente con uno show delle dimensioni del 360 devi renderti un po’ vulnerabile altrimenti tutto diventa troppo grande.

Il momento più alto di questo tour per me è stato vedere alla sinistra del palco Adam perdersi totalmente nelle canzoni come se le stesse sentendo per la prima volta. Il suo basso e la sua presenza sul palco sono davvero potenti; la sua forma fisica è una rivalsa sui demoni che lo hanno fatto stare così male 20 anni fa. La sua forza spirituale sostiene tutto il resto della band. Anche Edge e Larry sono ben consci del momento che stanno vivendo perché anche loro entrano in una specie di ‘walkabout’, un viaggio alla scoperta di se stessi. A volte pensiamo che lo stiamo facendo da molto tempo ma in realtà lo facciamo ogni volta come se avessimo appena fatto uscire il nostro primo album.

E’ veramente un gran piacere e divertimento lavorare con tre dei tuoi migliori amici.

Ed è ancora meglio quando lo fai in un posto che ami. Il rapporto è andato ancora più in profodità; non si tratta più solo della terra, del mare e dell’arte ma, che ci crediate o no, anche della politica. Non posso dire di comprendere tutto il panorama politico di questo grande paese ma sono felice che in un luogo in cui si discute su ogni cosa ci sia un accordo totale sull’impegno per combattere la povertà estrema ovunque essa sia presente.

Sia i laburisti che la coalizione dei conservatori hanno firmato per dare lo 0,5% del prodotto interno lordo dal 2015 per questo scopo. Lo 0,5 potrebbe sembrare poco ma in realtà è molto. Vedetela in questo modo: l’Australia sta per raddoppiare il numero di vite che sta salvando attualmente. E se quelle risorse verranno spese nel modo giusto allora questa quantità verrà addirittura triplicata.

Combattere la povertà è un affare molto complicato. Non c’è una panacea che risolva tutto. Ma l’Australia ha le qualità e le intuizioni che possono fare la differenza. Riguardo alla corruzione ad esempio potreste dare un grande aiuto ad eliminare i frequenti comportamenti elusivi ed ingannevoli nel settore minerario obbligando per legge le aziende a rendere pubblici i contributi che pagano allo stato.

Siete degli esperti in questo campo ed una vera e propria autorità quando si tratta di far vedere ai paese poveri che sono ricchi di risorse naturali come usarle al meglio senza riempire i portafogli di una elite ristretta ma facendo partire un vero sistema di economia per migliorare la vita della gente.

Per quel che riguarda l’educazione poi ho letto delle ottime statistiche sull’Australia. Avete costruito più scuole in Indonesia di quante non ce ne siano qui nel vostro paese. Questo fa capire che avete capito benissimo che un altro elemento chiave per ridurre la povertà è offrire alle persone gli strumenti per uscire da questa condizione con le loro capacità.

E’ stato motivo di orgoglio per me stare accanto a tre delle più potenti donne australiane nel World AIDS Day 2010, sembravo Charlie con le sue Angels, mentre guardavo l’Opera House di Sydney ed il ponte colorarsi di rosso (RED). Anche il Primo Ministro, il Premier del Nuovo Galles del Sud ed il Responsabile del gruppo di supporto del Fondo Globale in Australia erano orgogliose perché sapevano che stavano scrivendo un importante capitolo nella storia della più grande minaccia per la salute degli ultimi 600 anni. Il Fondo Globale per la lotta all’AIDS, tubercolosi e malaria ha già curato 3 milioni di persone con medicinali contro l’AIDS che possono salvare la vita. Se continuiamo con questa costanza ed attenzione entro il 2015 non ci saranno più bambini che nasceranno con il virus dell’HIV, la prima generazione libera dall’HIV in 30 anni di un’epidemia che ha portato via più di 25 milioni di persone.

Il Premier Kristina Keneally in quella occasione mi ha detto che la ragione per cui si sono dati così da fare per il World AIDS Day è che volevano far vedere al mondo cosa l’Australia e Sydney rappresentano. Ho sentito la stessa cosa dal Primo Ministro Julia Gillard poco prima, dal ministro degli esteri Kevin Rudd, dal vice premier Wayne Swan e dal vice premier ombra Julie Bishop che a sua volta ha detto che anche Tony Abbott ed il resto della Coalizione la pensano allo stesso modo. Questo è quello che siete. La decenza di una nazione in un mondo indecente.

Sembra proprio che una rock star irlandese che predica aiuti e fa una campagna elettorale sia l’ultima cosa di cui avete bisogno.

Fonte: Herald Sun

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