Craig Evans: l’uomo che sta dietro i record del 360 Tour

Interessante intervista su Gibson.com a Craig Evans, tour manager degli U2, che ha affrontato con loro migliaia di show.

Craig afferma che Bono, Edge, Adam e Larry sono “padri di famiglia”, la band è cresciuta, e loro sono coscienti del proprio ruolo di responsabilità e lo sanno far valere ma senza essere avventati, mantenendo appunto quel senso di famiglia necessario a tenere tutti uniti.
Quanto al 360 Tour e all’esperienza con il Claw, Evans definisce il Tour che chiuderà a Moncton il 30 luglio come il più ambizioso, in termini di produzione, di gestione degli stadi del set luci e audio, l’obbiettivo era quello di rendere lo stadio “piccolo” rispetto al palco.
Alla domanda “Come sono stati coinvolti gli U2 nel progetto del Claw e del 360 Tour?” il manager racconta un annedoto, riferendosi a una cena in cui Bono prese quattro forchette e incastrandole verticalmente disse “E’ possibile ideare uno stage che ricordi un qualcosa di simile?”, così nasce il progetto Artiglio, successivamente approfondito con studi ingegneristici e di design personalizzati.
L’obiettivo era quello di calarsi in mezzo alla folla, e allo stesso tempo dare vita a un Tour negli stadi diverso da qualsiasi altro si fosse visto in precedenza. Craig ricorda come Bono dopo lo show di Honolulu durante il Vertigo Tour avesse detto “C’è un modo per suonare per tutti?”. Quello che desiderava era di essere una voce in mezzo ad un mare di gente.
Craig conclude ammettendo di non essersi mai stancato degli show del 360 Tour, quando le luci si spengono, la gente al concerto inizia urlare, le luci si riaccendono e si rinnova quel particolare feeling tra la band e i fans la sensazione è sempre di un brivido lungo la schiena.

Fonte: Gibson.com

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