In God’s Country: “nel Paese di Dio”, l’interpretazione religiosa del brano

IN GOD’S COUNTRY
(The Joshua Tree)

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Il testo di “Nel Paese di Dio” accoglie diversi riferimenti messianici che illustrano alcune evocazioni profetiche relative alla venuta di Cristo e alla trasformazione dell’“aridità” in un luogo di “fioritura” («Desert rose»). In particolare, l’apertura allo scenario verso il “Paese di Dio” è svolta mediante uno dei principali riferimenti messianici presenti nella Bibbia, tratto dal Libro di Giosué: ovvero il terzo Capitolo, Giosué 3… già affrontato come uno dei tre richiami biblici al titolo dell’opera, The Joshua (Giosué) T(h)ree.

«The rivers run / But soon run dry»

Il passo tratto da Giosué 3 spiega l’ingresso nella Terra Promessa, ovvero il “Paese di Dio”, che avviene con l’attraversamento del Fiume Giordano, le cui acque si dividono, si ritraggono e si asciugano al passaggio del Popolo di Dio: “l’acqua che scorre si fermerà come un solo argine” (Giosué 3:13). Come nel testo della canzone, si parla di “fiumi” e non solo del Giordano, ma di tutti i fiumi che in esso confluiscono e che si asciugano:

«Le acque che scorrevano da monte si fermarono e si levarono come un solo argine molto lungo a partire da Adam, la città che è dalla parte di Sartàn. Le acque che scorrevano verso il mare dell’Araba, il Mar Morto, si staccarono completamente» (Giosué 3:16).

«Desert rose»

Desert rose è un richiamo, una correlazione messianica, che collega i due passaggi spiegati da Isaia (35:1): il “deserto” costituisce la condizione di “aridità”, di assenza e di smarrimento, colmata dalla “rosa” che «fiorirà abbondantemente e gioirà con giubilo e grida d’allegrezza» (Isaia 35:2). La “Rosa del Deserto” è quindi la sintesi, mirabile e figurata, dell’immagine profetica di Cristo («verrà egli stesso a salvarvi»; Isaia 35:4).

«Dreamed I saw a desert rose / Dress torn in ribbons»

La raffigurazione di Gesù come la “Rosa del Deserto” si svolge poi nell’immagine evangelica delle vesti strappate e lacerate durante la Passione (Matteo 27:35)

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«Sade yes crooked crosses… In God’s Country»

“Nel Paese di Dio”, lo scenario di apertura, di “ingresso” è sancito dall’osservazione e dal passaggio conseguente al dolore delle “croci piegate”, sotto il peso della Crocefissione di Cristo e dei due ladroni (Matteo 27:38; Marco 15:27).

«She is Liberty
/ And she comes to rescue me»

Il proseguimento del richiamo alla figura di Cristo è traslato anche al femminile («Stand fast therefore in the liberty by which Christ has made us free»; Galati 5:1), osservandolo, ad esempio, nell’evocazione alla figura di Gesù come la “Legge di Libertà” («law of liberty»; Giacomo 2:12) che “viene a salvarmi” (come già osservato nell’analisi di Love Rescue Me).

Nella sezione finale del testo (come spiegato nell’opera coordinata dal Prof. Rev. Tim Neufeld nelle Bible References di @U2) si riscontra un passaggio “ironico” nei confronti del vero messaggio biblico:

«Hope Faith, her vanity
/ The greatest gift is gold»

(“Fede Speranza, la sua vanità /
Il più grande regalo è l’oro”)

invece di: «And now abide faith, hope, love, these three; but the greatest of these is love»

(«Ora dunque queste tre cose rimangono: fede, speranza e amore; ma la più grande di esse è l’amore»; 1 Corinzi 13:13)

Infine, il testo della canzone si conclude con un messaggio e un’immagine straordinari, di altissima profondità e trattazione:
«I stand with the sons of Cain
/ Burned by the fire of love
/ Burned by the fire of love»

Il riferimento allo “stare con i figli di Caino” (Genesi 4) è inteso come la confessione, umile, della condizione di peccatore ma, allo stesso tempo, “protetta” e vendicata da parte di Dio: come già Caino, omicida di Abele, è sottoposto al veto da parte di Dio e dalla vendetta verso chiunque lo avesse ucciso («Perciò, chiunque ucciderà Caino, egli sarà punito sette volte»; Genesi 4:15), così lo è anche la sua progenie (come nel caso di Lamek: «Se Caino sarà vendicato sette volte, Lamek lo sarà settanta volte sette»; Genesi 4:24). Confessione della condizione di peccatore (e, meglio, parte di progenie derivante dal peccato) e, allo stesso tempo, sotto la protezione da parte di Dio, “bruciato dal fuoco dell’amore” (che equivale a Dio).

Articolo ad opera di Catia&Max

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