La notte in cui Bono perse la voce e gli U2 pensavano fosse arrivata la fine

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Sono passati più di due mesi da quella tragica notte di Berlino (1 settembre 2018 ndr) che molti fan degli U2 ricorderanno a lungo: Bono durante “Red Flag Day” perse improvvisamente la voce e lo show fu interrotto lasciando i fan presenti al concerto e quelli a casa impauriti.
La preoccupazione di tutti non era tanto per lo show interrotto, ma per quello che poteva essere successo e delle conseguenze: tour annullato? carriera finita?

Per fortuna però nell’arco di poche ore tutti abbiamo tirato un sospiro di sollievo quando lo stesso Bono, con un messaggio sui social e sul sito ufficiale, ha annunciato che il tour sarebbe ripreso già da Colonia come previsto e che la data di Berlino sarebbe stata recuperata il 13 novembre.

Ma cos’è successo dietro le quinte in quelle ore successive all’interruzione dello show? Lo racconta Brendan O’Connor in un articolo sul Sunday Independent riassumento lo speciale sulla rivista LIFE.

Gli U2 hanno pensato potesse essere la fine della loro carriera la sera in cui Bono ha perse la voce all’inizio del concerto di Berlino dell’1 settembre 2018.
Il medico specialista della voce di Bono, Steven Zeitels, ha detto che durante quegli attimi c’è stato il 70% di probabilità che Bono potesse aver avuto un’emorragia vocale, che avrebbe significato anni di sospensione da qualsiasi attività canora e niente avrebbe assicurato a Bono un ritorno sul palco.

La band ha parlato in dettaglio del grave fatto per la prima volta in una intervista esclusiva per il magazine LIFE.

The Edge ricorda come ha continuato a suonare la chitarra inizialmente, cercando di pensare alle varie opzioni che potevano essere intraprese in quel momento.
Tra le varie idee c’era quella di cantare al posto di Bono oppure quella di far cantare Bono sulle tracce usate durante le prove.
Alla fine però non sarebbe stato un concerto degli U2 e quindi, come sappiamo, la band ha interrotto lo show per verificare le condizioni di Bono.

E’ stato The Edge a parlare al telefono con il dottor Zeitels, professore di chirurgia laringea presso la Harvard Medical School e direttore del Massachusetts General Hospital (MGH), centro per la chirurgia laringea e la riabilitazione vocale, i cui clienti includono diversi cantanti da Adele a Julie Andrews.
Zeitels era fermamente convinto che il concerto non potesse andare avanti.

Bono in quel momento era visibilmente imbarazzato e si sentiva paragonato a Sansone con i capelli corti, l’uomo forte… senza forza.

Bono racconta di essersi esibito diverse volte con il mal di gola, durante la sua carriera, ma questa volta sembrava diverso. Era passato troppo rapidamente dal cantare bene al non riuscire nemmeno a parlare… e questo è stato uno shock per lui.

Secondo Bono le persone che lo circondavano in quel momento pensavano che fosse finita per gli U2 ma Bono era sicuro e si sentiva di non avere niente di grave, non aveva sentito strappi o rotture. Il dottor Zeitels però ha insistito sul fatto che la gola di Bono doveva essere controllata e che non era sicuro continuare lo show.

Non sono ancora chiare le cause di quello che è successo, potrebbe essere stata un’allergia al fumo o all’aria condizionata della Mercedes-Benz Arena.

Durante le ore concitate di Berlino Gavin Friday, amico d’infanzia di Bono, ha cercato di contattare Ali che si trovava all’Electric Picnic per assistere all’esibizione della band Inhaler del figlio Elijah“.

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