LIVE: La storia delle due memorabili esibizioni degli U2 a New Orleans per la NFL

Nella notte tra domenica e lunedì si è giocato il Superbowl numero 47 della storia del football americano. Si tratta di un evento seguito da milioni di persone nel mondo ed in particolare negli Stati Uniti. Per questa occasione la redazione di Yahoo Sports ha voluto svelarci alcuni particolari e retroscena delle due storiche esibizioni degli U2 legate proprio a questo sport che si sono svolte entrambe nello stesso stadio: il Superdome di New Orleans.

Stiamo parlando ovviamente dell’halftime show del Superbowl del 3 febbraio 2002 e dello show per la riapertura del Superdome dopo l’uragano Katrina avvenuta il 25 settembre 2006.Lo show del 2002 è passato alla storia come il miglior halftime show nella storia della NFL (vedi NEWS) ed è stato senza dubbio un grande momento per la band (anche secondo i più critici verso i 4 irlandesi).

Vi lasciamo alla traduzione completa dell’articolo che abbiamo completato con alcuni link e precisazioni.

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Ecco la storia delle due memorabili esibizioni degli U2 a New Orleans per la NFL

NEW ORLEANS – Non sono americani, anche se alcuni di loro hanno case in America ed il più famoso di loro ha urlato “Sono un americano!” sulla televisione nazionale.

Non sono frutto della cultura americana ma sono divenuti parte di essa in un modo così forte che molti dimenticano che non sono Americani.


Bono durante l’halftime show del Superbowl, il 3 febbraio 2002. (Getty)

Quindi alla fine non è così strano che il gruppo di irlandesi che formano gli U2 siano stati protagonisti di due dei più cari ed amati eventi Americani che hanno seguito i momenti più tristi della recente storia della nazione. E non c’è nemmeno da stupirsi che tutto questo sia successo nello stesso stadio, che si trova in una delle città americane più importanti per la musica. Perché alla fine non si tratta di essere o meno americani ma di capire e sentire la sofferenza e ed il lungo cammino verso il ritorno alla normalità ed alla vita che segue eventi così catastrofici.

E’ quindi quasi naturale che le due esibizioni più intense e memorabili tra tutti i gli show prepartita e gli halftime della NFL abbiano visto protagonisti gli U2 al Superdome. Perché quale avrebbe potuto essere una scelta migliore per suonare all’halftime show del Superbowl 2002 mentre i nomi delle persone che hanno perso la vita l’11 settembre 2001 scorrevano sulla copertura dello stadio? E di nuovo 13 mesi dopo che un uragano (Katrina, ndt) aveva squarciato quello stesso tetto su cui quei nomi vennero proiettati, chi meglio avrebbe potuto essere sul palco insieme ad una band americana, i Green Day, a suonare una canzone che rappresentasse la rinascita della città?

E quale canzone sarebbe potuta essere una scelta migliore di The Saints Are Coming, suonata nella casa dei New Orleans Saints?

“Penso che quell’esibizione del 2002 avrebbe potuto avere luogo in qualsiasi città del mondo” afferma Charles Coplin, che in qualità di vice presidente esecutivo della NFL ha assistito allo show di quell’anno e si è occupato della riapertura del Superdome nel 2006. “Nel 2006 invece è stato speciale proprio perché è successo a New Orleans. Credo che sia dovuto in parte allo show che hanno tenuto nell’halftime del 2002 but penso anche che gli U2 abbiano grande rispetto per la musica americana in generale”

“La cosa veramente speciale del secondo spettacolo è che si è trattato di un grandissimo omaggio musicale a New Orleans”

O per dirla con le parole di Quint Davis, che è nato a New Orleans ed organizza il famoso Jazz Fest e che ha collaborato alla realizzazione dello show per la riapertura del 2006: “Gli U2 sono cool e basta.”

Sicuramente non suoneranno durante il Superbowl di quest’anno tra i San Francisco 49ers ed i Baltimore Ravens che si terrà a New Orleans questa domenica (3 febbraio 2013, ndt). Stavolta toccherà infatti a Beyoncé. Ma il ricordo di queste due esibizioni – forse i più grandi spettacoli che la NFL abbia mai organizzato – rimarrà chiaro ed indelebile per molti anni. Ed è ancora più sorprendente sapere quanto sia stato forte il rischio che questi show non si tenessero affatto.

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Era il 25 ottobre del 2001 e la NFL aveva un grosso problema. Solamente poche settimane prima gli aerei si schiantarono sulle torri gemelle e sul Pentagono e la nazione era ancora in lutto. Adesso la lega doveva programmare ed organizzare un halftime show ma nessuno si era reso disponibile. Jim Steeg, il funzionario della NFL che si occupava del Superbowl, aveva già bloccato Janet Jackson ma come molti altri artisti lei annullò il suo tour. Non aveva intenzione di viaggiare, quasi nessuno voleva farlo.

Il compito di trovare una soluzione ricadde su John Collins, il dirigente che si occupava dell’halftime show. Quella sera andò a vedere gli U2, una delle poche band che stavano ancora girando in tour, al Madison Square Garden di New York. Fu un concerto lungo. La band suonò 14 canzoni nel main set e 5 per gli encores. Ma il momento più significativo giunse quasi alla fine dello show quando i nomi delle persone che persero la vita l’11 settembre vennero proiettati verso il pubblico fino al tetto dell’arena.

“Avvertìi lo stupore delle persone presenti”, ricorda Collins. “E poi scoppiarono in lacrime.”

E anche lui venne colpito da quella scena: erano proprio loro che dovevano suonare al Superbowl. La mattina dopo a lavoro incontrò gli altri due dirigenti che erano presenti al concerto. Anche loro pensavano la stessa identica cosa. Si misero quindi subito d’accordo sul fatto che gli U2 sarebbero stati la scelta perfetta per l’halftime show del Superbowl.

Collins chiamò Jimmy Iovine, presidente della Interscope Records e produttore dell’album degli U2 Rattle and Hum. I rappresentanti della NFL gli parlarono del concerto della sera precedente e dei nomi che vennero proiettati e chiesero se gli U2 avrebbero potuto fare la stessa cosa per il Superbowl. Iovine li ascoltò e poi chiese di fare una telefonata. Così prese il telefono e chiamò Bono.

“La NFL ha una bellissima idea e vorrei parlartene”. Queste furono le parole che Iovine disse a Bono secondo il ricordo di Collins.

Il giorno dopo Bono era in una sala conferenze della NFL insieme a Collins, Steeg, il futuro commissioner della lega Paul Tagliabue, il dirigente operativo Roger Goodell e Robert Kraft, proprietario della squadra dei Patriots. Nella riunione Bono propose idee per uno show un po’ diverso dal solito, suggerendo anche diversi elementi di musica di tutto il mondo. Non tutti però erano convinti di quelle idee.

Proprio per questo la scelta degli U2 venne discussa trai dirigenti della lega per qualche giorno. Alcuni sottolinearono che uno special televisivo sugli U2 recentemente trasmesso non aveva registrato grandi ascolti. Altri pensavano che una rock band irlandese non fosse semplicemente una scelta appropriata per un Superbowl che arrivava a così breve distanza dall’11 settembre. Alla fine Tagliabue si convinse e la programmazione andò avanti finchè non si presentò un grosso problema qualche settimana prima della partita. Non c’era modo di alimentare adeguatamente il generatore che avrebbe dovuto consentire di proiettare i nomi delle persone decedute su tutto il soffitto del Superdome. Avrebbero dovuto abbandonare quell’idea. Collins rimase sbigottito.

“Fate quello che volete per trovare il modo di trovare la giusta alimentazione, anche se dovesse essere necessario mettere un generatore sul tetto dello stadio!” urlò agli organizzatori. “La sola ragione per cui Paul Tagliabue ha approvato questo progetto sono proprio i nomi proiettati sul tetto.”

Alla fine trovarono il generatore e la potenza giusta per far funzionare correttamente il proiettore. Ma c’era ancora dello scetticismo. Dopo le prove del venerdì prima della partita tra Patriots e Rams, Collins insieme ad un gruppo di funzionari della lega stavano lasciando lo stadio quando uno di loro disse: “Questo sarà il peggior halftime show della storia.”

Al contrario, si è rivelato essere uno dei migliori appena la band attaccò con “Beautiful Day” per poi proseguire con una solenne versione di “MLK” e poi concluse lo show con “Where The Streets Have No Name”. L’elenco dei nomi scorse su un enorme schermo che pendeva dall’alto dello stadio. Verso la fine dell’ultima canzone il telo fu lasciato cadere giù come se fosse una delle torri gemelle. I nomi continuarono a scorrere sopra tutto il pubblico e su fino al soffitto proprio come Collins si ricordava fosse avvenuto quella sera al Madison Square Garden.


Il grosso telo su cui vennero proiettati i nomi delle persone decedute l’11 settembre 2001. (Getty)

Le recensioni e le opinioni sull’esibizione furono entusiastiche

“Per alcuni sarebbe potuto sembrare una cerimonia troppo vistosa ma in qualche modo ha funzionato ed è risultata molto rispettosa” scritte il Washington Post.

Il Boston Globe lo definì “Senza dubbio il più grande halftime show della storia degli eventi sportivi”.

Il giorno seguente il manager della band mandò una lettera a Collins in cui tra le altre cose scrisse: “Mi dispiace per chi dovrà farlo nei prossimi anni”

Paradossalmente, quella persona avrebbe potuto essere Bono. Per alcuni mesi discusse con la lega della possibilità di vedere sul palco una serie di cantanti molto famosi tutti sullo stesso palco per il Superbowl dell’anno seguente a San Diego. Avrebbe dovuto trattarsi di qualcosa sul genere di “We Are The World”. Tuttavia il progetto non si concretizzò. Bono chiamò Collins per dirgli che rinunciava. Ai tempi sembrò che la sua breve esperienza con la NFL fosse già conclusa.

Nessuno sapeva che un’altra disgrazia americana, totalmente diversa, lo avrebbe ricondotto lì.

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La NFL non aveva in programma di organizzare un grande evento per il ritorno dei Saints al Superdome nel 2006. Poi entrò in gioco The Edge. Dopo l’uragano Katrina il chitarrista degli U2 fondò insieme ad altre persone Music Rising, una fondazione il cui scopo era quello di comprare nuovi strumenti per i musicisti di New Orleans che aveva perso tutto a causa di quel disastro. E’ stato proprio The Edge ad avvicinare David Saltz, organizzatore degli opening shows della lega, con l’idea di una specie di grande catena di chitarre da far scorrere lungo il campo da gioco per promuovere Music Rising. Saltz andò da Coplin e gli disse: “Potrebbe essere fantastico”.

Alla fine dell’estate iniziò un grande giro di chiamate. The Edge convise i Green Day ad unirsi al progetto. Dopo che i Green Day accettarono The Edge parlò col resto della sua band e furono tutti d’accordo. The Edge allora tornò dai rappresentanti del campionato e chiese di poter suonare una canzone di 25 anni prima chiamata “The Saints Are Coming” scritta da una punk band scozzese chiamata The Skids. Coplin capì subito che aveva per le mani uno show più grande ed importante di molte esibizioni per gli halftime senza nemmeno averlo chiesto.

“Tutto quello di cui parlavamo era meglio di quello che avevamo programmato” dice Coplin, che lavora ancora per la NFL. “Una volta che la lega capì che sarebbe stata una cosa meravigliosa, tutto decollò”.

Molto presto prese forma una grande produzione con gli U2 ed i Green Day ed altri famosi artisti di New Orleans tra cui la Rebirth Brass Band e Trombone Shorty.

Ci fu solo una prova generale che si tenne il giorno prima della partita dei Saints contro gli Atlanta Falcons. Dato che le band coinvolte non avevano mai suonato insieme una session che sarebbe normalmente durata un’ora ne durò ben cinque. Bono voleva aggiungere qualche riferimento a New Orleans in “Beautiful Day” così rimase sul palco per molto tempo a scrivere le parole su un pezzo di carta.

Coplin insistette molto perchè la squadra dei Saints scendesse in campo mentre veniva suonata “The Saints Are Coming” ma l’idea venne bocciata.

“Riuscite ad immaginare quanto sarebbe stato bello?” afferma lui stesso.

Quando le prove terminarono i membri degli U2 salirono su una Suburban (una macchina, ndt) messo a disposizione dalla lega e si unirono ad una sfilata che si stava svolgendo dall’altra parte della città. Davis ricorda di averli visti ballare per strada sventolando piume di struzzo mentre la folla ai lati della strada osservava ignara della reale identità che si celava dietro quei pazzi uomini bianchi. Ci è voluto un senzatetto che vendeva acqua da un carrello della spesa per far capire a tutti chi fossero realmente.

Davis ricorda quell’uomo urlare: “La gente non sa chi c’è là in mezzo a loro!”

“E’ Sonny Bono!”

Alla fine arrivò il momento dello show. I Green Day suonarono per primi cantando “Wake Me Up When September Ends”, insieme alla Rebirth band e a Trombone Shorty. The Edge si aggiunse a loro. Dopo aver cantato una breve versione di “House of the Rising Sun” attaccarono con “The Saints Are Coming” con Bono che li raggiunse sul palco. Le band suonarono insieme “Beautiful Day” e Bono cantò questi versi scritti per l’occasione:

Crescent City* right in front of you
Birds sing in broken trees
Coming home to New Orleans
Lower 9th will rise again
Above the waters of Lake Pontchartain
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Crescent City* proprio di fronte a te
Uccelli cantano tra gli alberi spezzati
Tornando a casa a New Orleans
La nona strada risorgerà
Sulle acque del Lago Pontchartain

*Crescent City è uno dei “nomignoli” di New Orleans


The Edge insieme a Bono e Billy Joe Armstrong dei Green Day nell’intervallo della partita trai Falcons ed i Saints

Tra la folla quella sera, la gente pianse. Doug Thornton, il general manager dello stadio e colui che seguì in prima persona i lavori di ristrutturazione, era sul campo e fissò il pubblico. Era preoccupato che le luci dello stadio, che erano state spente per lo spettacolo, non si sarebbero più riaccese quindi fece sì che venissero abbassate al livello minimo senza che venissero spente del tutto, proprio come durante tutte le notti in cui la struttura ospitò gli sfollati dopo l’uragano Katrina. Vedere la gente nei loro posti a sedere sotto la stessa debole luce lo scosse. Pianse anche lui.

“Penso che sia stata una serata emozionante per tutti” dice Lawrence Randall, il direttore della programmazione della NFL.

Coplin ha poi aggiunto: “Ho lavorato nella lega per nove anni e mi sono occupato di questo per sei anni. Per me questo show è stato il migliore perché non era assolutamente in programma. E’ stata solo una questione di gran cuore e di umanità”

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Non molto tempo dopo, gli U2 inserirono la versione di “The Saints Are Coming” suonata al Superdome nel loro greatest hits (in realtà la canzone venne pubblicata su “U2 18 singles” nella sua versione studio e registrata agli Abbey Road Studios di Londra e non nella versione live, ndt). Davis in seguito disse a The Edge quasi per scherzo che la band aveva colpito nel segno proprio lì a New Orleans. In realtà era già successo. Anche se Coplin non vide realizzarsi il suo desiderio di vedere i Saints entrare in campo durante la canzone quella sera del 2006, quella registrazione viene trasmessa insieme ad altre al Superdome nei giorni delle partite poco prima che la squadra esca dal tunnel. E’ la cosa più vicina ad un inno di squadra che molti sostenitori dei Saints abbiano.

“La forza che quei ragazzi misero insieme era davvero irreale ed i fans dei Saints ascoltano ancora quella canzone per caricarsi per le partite” dice Chris Bravender, fan di vecchia data dei Saints. Ma il miglior contributo che gli U2 avessero mai potuto dare alla lega è la credibilità. Prima del Superbowl del 2002, gli organizzatori degli halftime shows avevano problemi nell’allestire grandi eventi. Lo fecero con Michael Jackson nel 1993 a Pasadena, California e facendo volare Diana Ross dal Superbowl del 1996 in elicottero. Ma riuscire ad avere i grandi nomi era difficile.

“Dopo gli U2 molti dissero: “Ok veniamo” dice Collins.

Se non fosse stato per gli U2, ha aggiunto, la lega non sarebbe mai stata in grado di arrivare a Prince, Paul McCartney e Bruce Springsteen come è poi successo negli anni successivi.

Così come se non fosse stato per un concerto tenutosi nelle settimane seguenti alla peggior tragedia, una band di irlandesi non avrebbe mai potuto rappresentare il traino ideale per la NFL per riprendersi da due disastri americani.

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Ecco infine i video delle due esibizioni:

U2 – Superbowl Halftime Show 2002

U2 & Green Day – Superdome reopening night 2006

Fonte | Yahoo Sports

Traduzione: U2place.com – © La traduzione è completamente ad opera dello Staff di U2place.com e ne è vietata la riproduzione anche solo parziale senza autorizzazione