McGuinness e la pirateria, la battaglia continua.

Nuovo intervento dello storico manager degli U2, Paul McGuinness, sul Telegraph.
Come più volte ribadito (vedi news) ancora una volta McGuinness dichiara il proprio disappunto nei confronti di quel fenomeno che sembrerebbe poter in futuro trovare nuovi e seri ostacoli per quanto riguarda la diffusione illegale della musica.

Ecco alcuni estratti del lungo articolo:

Questa settimana dal mercato più grande del mondo dell’intrattenimento, gli Stati Uniti, arriva una buona notizia. Il più grande ISP (internet service provider) statunitense ha appena raggiunto un accordo con le industrie musicali e cinematografiche al fine di introdurre un nuovo sistema di “avvisi di copyright” ”

Ci sarà la prospettiva di sanzioni dissuasive per chi ignora ripetutamente gli avvertimenti.
Ci è voluto molto tempo per arrivare a questa soluzione, ma resta comunque un importante passo avanti nel dibattito internazionale sulla musica nell’era digitale.”

Gli Stati Uniti non sono il primo paese in cui gli ISP hanno iniziato a collaborare con i detentori dei diritti. Simili misure sono state adottate  in Francia nel 2007, grazie al presidente Sarkozy. La Francia, insieme a un numero crescente di altri paesi, tra cui Corea del Sud e più recentemente  Nuova Zelanda, ha introdotto una  legge apposita che obbliga gli ISP a prendere misure proattive per aiutare a limitare gli abusi nei confronti del copyright

L’industria della musica ha scoperto una verità scomoda – “libero” in realtà non paga. Non si possono sostenere i canoni dell’artista, le tasse sui diritti d’autore e l’investimento che rende possibile la carriera dell’artista, in primo luogo.
E questo è il problema fondamentale – chi finanzierà il futuro della musica? Questo non è un problema che colpisce direttamente una band come gli U2, ovviamente. Ma io ancora non vedo una risposta chiara alla domanda che ho posto nel mio primo “intervento sugli ISP” tre anni fa – in un mondo in cui la musica gira al  95 per cento attraverso la pirateria, chi investirà per finanziare la prossima generazione di band come U2 e Coldplay? La risposta è quella di un approcio  graduale al problema insieme  ad altre misure come quella di bloccare i siti web che violano ripetutamente e sistematicamente il divieto di copyright , solo così si può ridurre significativamente la pirateria digitale

A questo punto gli ISP devono essere partner attivi, non semplici spettatori, nel plasmare un internet legittimato, dove gli artisti  possono essere sostenuti dal loro stesso lavoro. Negli Stati Uniti hanno fatto un passo positivo volontario in quella direzione. Altrove, sarà necessaria la pressione del governo e una legislazione ad hoc perchè ciò accada.”

Fonte: Telegraph

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