U2JtTour 2017, Barcellona, terminato il concerto, setlist, foto e racconto della serata

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Ore 20.44 siamo nell’intermezzo dell’esibizione di Noel Gallagher, con la maglia del Barca e l’inizio del concerto degli U2 a Barcellona. Anche Paul McGuinness presente sul prato

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SETLIST IN AGGIORNAMENTO

01. Sunday Bloody Sunday
02. New Year’s Day
03. Bad
04. Pride
05. Where The Streets Have No Name
06. I Still Haven’t Found
07. With Or Without You
08. Bullet The Blue Sky
09. Running To Stand Still
10. Red Hill Mining Town
11. In God’s Country
12. Trip Through Your Wires
13. One Tree Hill
14. Exit
15. Mother Of The Disappeared
16. Miss Sarajevo
17. Beautiful Day
18. Elevation
19. Vertigo
20. Ultraviolet
21. One
22. The Little Things That Give You Away

Ore 21.40 i Waterboys on air, The Whole On The Moon.
Gli U2 stanno per salire sul palco. Larry! e dopo Roma, si comincia a saziare questa NECESSITA’ di U2, con Sunday Bloody Sunday a spezzare gli indugi. Scivola come sempre ed è prologo di New Year’s Day. Durante quella tastiera iniziale è impossibile non muoversi. Alternanza spettacolare chitarra/tastiera, grandissimo pezzo nella storia degli U2.
Adam è vicino a Larry, loro sono fondamentali, ma è Edge che si fa sentire:
Under a blood red sky
A crowd has gathered in black and white
e Edge schitarra. Ottima venue, ma gli spagnoli stasera non ci possono deludere, sono calienti per definizione. Anche noi però…
Versione piena dall’inizio alla fine e serve per entrare nel sound U2, di cui vogliamo circondarci nelle prossime due ore

20197167_1553019031395683_1442533593_nfoto di Claudio Bortolin presente a Barcellona. Come le precedenti due pubblicate

BadDavid Bowie was a friend of ours. He called us friends, really we were fans. … We feel him very close… le parole di Paul all’inizio del pezzo. Grande accompagnamento, vogliamo gli snippet e vogliamo sentire il resto! Ritmata e sveglia. Ma a Barcellona ci sono tutti, gli spagnoli stanno accompagnando la nostra band, fedeli. Grande momento. Là dove si spegneva nel recente passato, Bono chiede invece di spegnere le luci nello stadio e di accendere i display, che significa che il pezzo prolunga ed alla grande..atmosfera.. inizia lo snippet di Heroes a nobilitare questo momento. Bono si Bowizza, ma sotto ci siamo noi, noi con il nostro sound che sale e sale.
Queste sono Bad fantastiche che ricorderemo.
Pride a fare da cuscinetto, ma questi quattro pezzi intro, servono a calarsi nella casa degli U2. Oramai dopo venti minuti di show a luci spente, ascoltando quattro petardi di fila, possiamo dire di essere pronti e depurati da ogni altro sound ascoltato. Il pezzo si spegne con gli spagnoli che assecondano a gran voce, trenta secondi pieni solo loro e poi inizia la base, siamo pronti
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WHERE THE STREETS HAVE NO NAME, orgoglio. Rossa con esplosione di luci, esattamente come la vogliamo. Quindi I Still Haven’t Found e With Or Without You, che a Roma abbiamo colorato.

20196787_1553036358060617_1649760761_ntutte le foto sono di Claudio Bortolin presente a Barcellona

Sussulti Edge, è il turno di Bullet The Blue Sky. Si dice in giro: quest’anno si vola con Bullet, ma lo scrivevamo anche nel 2015, è una canzone eterna.
Ma eccoci dove volevamo arrivare, a quei momenti che iniziano con Running To Stand Still, c’è da sognare ancora sulla tastiera di Edge. Lacrime vere sull’armonica di Bono, perchè è un’immagine che ci accompagna e che ci fa tornare ai menestrelli del rock, gli U2 genuini.
Il disco in sequenza ha Red Hill Mining Town, e quei fiati li viviamo ad occhi chiusi, con l’immagine fissa nella nostra comfort zone. Questa canzone è imparagonabile, non si può fare riferimento alla versione disco, è live per la prima volta, non bisogna storcere il naso, ma lasciarsi cullare da un concetto, che si chiama: Joshua Tree. Indiscutibile.
La venue ascolta adorata, siamo nel pieno dell’esibizione, tutto attorno a noi non c’è oramai niente, con la testa siamo su questo sound, il lato B

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In God’s Country e subito dopo Trip Through Your Wires, al temine della quale Bono accenna a Spanish Eyes, bside del singolo I Still. E poi c’è la dedica all’amico Greg Carrol, One Tree Hill, favolosa. Stasera in particolare la dedichiamo ad una Amika che abbracciamo.
Exit, uno dei momenti top della serata che ipnotizza i presenti ed anche noi. La nostra comfort zone termina come sempre con quel charango caratteristico di Mothers Of The Disappeared e l’urlo morriconiano di Edge. El Pueblo Vencerà, stasera termina così

20216469_1553072851390301_1341009615_oAncora una foto di Claudio Bortolin, Miss Sarajevo è appena iniziata

Due minuti di pausa prima di Miss Sarajevo, subito dopo Bono carica la venue all’inizio di Beautiful Day, grande marpione Beautiful Barcelona Beautiful Day, Edge scansiona ma dentro lo stadio è una bombonera argentina con il ritmo delle mani. Bono gioca per un paio di minuti. Rimane il più bello dei tre salterini di fila. Elevation adesso, a Roma fu delirio ma lo è anche a Barcellona.
Larry batte la fine del pezzo e da il link immediato a Vertigo, tutti a saltare come impala, un dos tres catorzeeee si è sentito anche a Barceloneta. Termina con lo snippet di Rebel Rebel ancora del Duca Bianco.

Ultraviolet, ottima e come al solito sognante. Bono ricorda che oggi Mandela avrebbe compiuto 99 anni. Mandiba would tell you it’s not about big personalities, it’s about a big movement, Bono continua ricordando che One.org ha 8 milioni di iscritti e parte One ed è la solita cullata.
Il concerto termina con The Little Things That Give You Away, che viene ancora proposta e che comincia ad entrare nei cuori dei fan. Amiamo in particolare quando prende vigore:
Sometimes
I can’t believe my existence
See myself from a distance
I can’t get back inside
perchè Edge sotto mette il grip alla chitarra e diventa graffiante, con un crescendo uduico accompagnato da Larry e Adam, veramente bellissima.

Ovazione al termine del concerto, altra grandiosa serata.
Ringraziamo Claudio Bortolin per tutte le foto che ci ha spedito durante il concerto ed altri placers che via sms o messenger, hanno voluto condividere le emozioni. Stop di 3 giorni, c’è da preparare il ritorno a Croke Park e sarà un’altra serata che ci tatueremo.

 

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