U2place presente all’anteprima di “From the sky down”

Lunedi 24 ottobre presso gli Studi Universal a Milano c’è stata una proiezione in anteprima del film documentario From the sky down, che verrà presentato ufficialmente in Italia domani, 28 ottobre al Festival del Cinema di Roma.
U2place ha ricevuto l’invito a presenziare, queste sono le impressioni di chi era presente.

In occasione della presentazione alla stampa del documentario – in formato integrale – “ From the sky down”, Universal ha invitato U2place a prender parte alla visione.
Entrare negli studi di una casa discografica ha sempre il suo fascino : l’ambiente è informale, colorato, tappezzato da display di tutti gli artisti di Universal e ovviamente dai dischi incorniciati o autografati, tra i quali non mancano quelli degli U2.
Ci raduniamo in una sala insonorizzata con un maxi schermo e un impianto audio che renderà giustizia ai suoni che ci apprestiamo ad ascoltare.
Universal ci informa della novità : per la prima volta in un dvd degli U2 ci sono i sottotitoli in italiano, il che non guasta per comprendere al meglio alcuni passaggi del film-documentario.
Personalmente ritengo che il documentario visto in un contesto simile ha il suo perchè : probabilmente non aggiunge nulla di nuovo a chi è fan come noi riguardo al periodo Acthung Baby e anzi, forse per questo motivo pioveranno le solite critiche , ma per i non fan, ne sono certa, il documentario non deluderà le aspettative, perchè oltre a ripercorrere la loro carriera fino al periodo di Rattle&Hum, racconta molto bene il momento di crisi vissuto dalla band, intesa come “gruppo”, ma anche la crisi del “singolo” . L’atmosfera e i contenuti sono talmente profondi che lo spettatore non può rimanere impassibile : nel bene o nel male qualcosa ti rimane dentro per forza, alcuni momenti poi sono veramente toccanti ed emozionanti, come la sequenza sulla nascita di One. E questa sensazione l’ho avuta durante la proiezione, scrutando i volti dei presenti, e al termine del documentario quando i giornalisti hanno espresso una breve opinione personale (incredibilmente tutte opinioni positive!).
Personalmente mi sono avvicinata agli U2 proprio con Achtung Baby, per cui per me rivivere quel periodo e sentirlo raccontare dai diretti interessati 20 anni dopo, capire cosa scatenò la crisi, perchè e come si siano poi ritrovati, di nuovo uniti, partorendo un capolavoro… è qualcosa che mi ha emozionata molto. Per questo motivo consiglio la visione a tutti.

Adele

From the Sky Down lo avevo già visto ma quando Universal ci ha proposto di partecipare ad una proiezione ufficiale, per la stampa presso la loro sede non ho resistito, ed ho risposto un bel SI’ deciso.
Arrivate con Adele e Mikaela negli Uffici di Universal Italia mi sono sentita quasi intimorita; alle pareti le gigantografie delle copertine degli album dei cantanti e dei gruppi famosi negli uffici gente che solo a guardarla capivi che di musica loro ne capiscono.
Veniamo accolte e accompagnate nella sala dove sarebbe avvenuta la proiezione; le luci sono ancora accese ma sullo schermo l’immagine ferma di Larry con lo sguardo buttato al cielo è già chiaramente distinguibile.
Uno ad uno arrivano i giornalisti: Rockol, La Repubblica, Jam che a fine proiezione si esprimeranno poi tutti positivamente, e poi noi, con tutto l’imbarazzo del trovarsi in una simile situazione ma anche con tutta l’emozione di rivedere il documentario proiettato sul grande schermo.
Le luci si spengono, le immagini partono, presente e passato si alternano sullo schermo mentro lo stomaco mi si attorciglia per il sussegguirsi di emozioni che ciò che sto vedendo e sentendo mi provoca. La pelle d’oca è ormai cronicizzata.
Respiro insieme ai quattro la tensione nel tentativo di liberarsi dal fardello, ormai divenuto insostenibile, di ciò che The Joshua Tree e Ruttle and Hum erano stati ed avevano significato. Con loro mi trasferisco a Berlino e con loro comincio a sognare e lentamente a spiccare il volo negli Hansa Studios. Il sacro fuoco dell’arte è tornato a scaldare loro il sangue, fugando ogni dubbio residuo che la band potesse allora essere giunta al capolinea; esce Achtung Baby, l’album della svolta e della rinascita, album cui sono particolarmente legata perché da esso nasce il mio amore per gli U2 e la loro musica.

Eleonora

Alla sede Universal di Milano la musica si respira nell’aria, alle pareti di lunghi corridoi tutto lo ricorda, cartelloni di artisti e album, su tutti ne noto due All that you can leave behind e No line on the Horizon, successo discografico l’uno, album che da il via al più grande tour di tutti i tempi l’altro, entrambi racconti di viaggio, seppur estremamente diversi.
In un salone un grande tavolo e qualche foglio con i dati dell’Anniversary Edition di Achtung Baby, prossimo alle vendite nel giro di qualche giorno.
Ma non sono freddi dati dati di vendita che ci prestiamo ad analizzare ma la storia di una band, il punto di svolta nel cammino di quattro uomini uniti in una sorta di clan, come ben sottolineato dal regista di From the sky down Davis Guggeneheim: gli U2.
Sul telo bianco un’immagine fissa: Larry con gli occhi al cielo e dietro di lui una trabant.
Le luci si spengono partono l’accordo di chitarra che rifarà la storia degli U2. Immagini recenti che si sovrappongono a immagini di 30 anni fa: il teatro di Winnipeg in Canada, una lavagnetta con una scaletta sommaria, Berlino, gli Hansa Studio.
Il racconto ripercorre alcuni momenti fondamentali come mattoni a ricostruire la carriera di 30 anni della band irlandese: la gioia, la liberazione di Bono, che scopre giovanissimo la sua voce e la musica, il ricordo di un pianoforte che ha il potere di trasformare una stanza in una cattedrale, la nascita di One da una costola di Sick Puppy (che poi diventerà Mysterious Ways), la caduta del muro di Berlino, straordinariamente il contestuale crollo del muro che stava inesorabilmente isolando i componenti della band in un solitario silenzio improduttivo, ma che si ritrovano grazie a un accordo, un doppio bridge, dopo un lungo viaggio che li ha portati dall’Irlanda agli Usa, dal successo di Joshua Tree al disastro di Rattle and Hum, il ritorno in Europa, la sperimentazione di nuove sonorità, la nascita dolorosa di Achtung Baby.
Ed ecco la consapevolezza che per gli U2 comporre musica è come costruire una casa partendo dal tetto, Dal cielo giù.
E nonostante questo è da sottolineare come il film ponga al centro l’aspetto umano più che musicale,di questi quattro uomini, ognuno a combattere le proprie fragilità, tutti a mettere in gioco la voglia e il desiderio di essere nella band, di accettare le sconfitte, farle proprie e continuare insieme un cammino comune.
Un film fondamentale per i fans, per osservare quindi il percorso più intimo dei quattro irlandesi, per ritrovare quella fiamma che sempre brucia intensa in chi segue e gioisce della musica degli U2.
Presenti alla proiezione alcuni addetti ai lavori, tutti entusiasti del film; qualcuno ricorda il lancio di Achtung Baby, quando per la prima volta si formano file in attesa davanti ai negozi di dischi per acquistare l’ultimo album degli U2.
Il responsabile di strateging marketing di Universal Marco Mircolì riconferma che l’edizione Anniversary Edition è rimasterizzata, e prospetta un buon andamento per le richieste di Achtung Baby.
Grazie a Adele e Eleonora per aver condiviso questo momento, grazie a Universal per averci dato la possibilità di assistere a questa emozionante anteprima.

Mikaela

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