Speciale U2place.com a Roma 2010: un anno dopo la coreografia!!!

sasadf02_little  Foto di S. Delle Femine (sasaDF)

2010_10_08_Coreografia_U2_little Foto di D. Cippitelli

Venerdì 8 ottobre 2010, Roma Stadio Olimpico

Tutti noi ricorderemo a lungo questa giornata: per l’ultima data del 360°Tour 2010 Europeo a Roma i fans italiani e stranieri hanno partecipato alla grande coreografia organizzata da U2place.com sugli spalti dello Stadio Olimpico. 52.000 fogli colorati si sono alzati in pochi secondi durante la canzone “I Still Haven’t Found What I’m Looking For” per formare su tre quarti dello stadio la bandiera italiana in Curva Nord, la bandiera irlandese in Curva Sud e l’enorme scritta “ONE” in Tribuna Tevere per simboleggiare l’unione dei fans italiani con gli U2: We’re One!
Per U2place.com questo week end è passato come un sogno. Gli sforzi fatti hanno prodotto il frutto sperato. Quello che nel nostro piccolo volevamo raggiungere era l’essere per pochi minuti NOI lo spettacolo e la Band gli spettatori emozionati. Pochi minuti al confronto di anni e anni di emozioni che gli U2 ci fanno vivere.

Ad esattamente un anno di distanza abbiamo deciso di raccogliere le testimonianze di alcuni di noi dello staff che hanno contribuito alla realizzazione della coreografia e di tutte le emozioni di quel giorno. Questa bella pagina della nostra community è però un successo che viene da lontano, da oltre 10 anni di website portato avanti con tutta la passione dal singolo visitatore, al placer più affezionato, da chi non frequenta più e da chi si è appena iscritto alla nostra community.
Un grazie va a chiunque abbia contribuito in questi anni a portare U2place nel 2011, da Stefano Tesè (Las) che per per primo e per 10 anni mi è stato a fianco in questa bella avventura, ad un grande amico come Umberto Serra, ad un prezioso consigliere come Andrea Saccone, ad una grande spalla come Dennis Testi, a tutto lo staff composto da: Alessandro Lecce, Marco Taci, Marco Bonadeo, Alessandro Sanna, Saro, Marco Rutigliano, Luca Biondi, Federico Ferron, Salvo Ascanio e ai nuovi collaboratori: Massimo Parisotto, Adele Sforza, Eleonora Pisoni, Lucia, Stefano Vaccaro, Mikaela, Chiara Illiano, Mirko Maffiolini e a tutti i 15.000 iscritti al forum e a tutti i visitatori che quotidianamente vengono a trovarci. Vorrei ringraziarvi tutti uno per uno. Perdonatemi.

Grazie a voi U2place ha realizzato questa splendida pagina esattamente un anno fa. Rudy

Vi ricordiamo che per l’occasione abbiamo preparato due sorprese:

Vi proponiamo qui di seguito alcuni racconti di coloro che hanno partecipato attivamente alla realizzazione della coreografia, tornate a parlare dell’evento ad un anno di distanza:

8 Ottobre 2010: Another Earthquake in Rome, VIVA ITALIA…un anno dopo!

Di Saccone Andrea (Bono83)

Queste parole non vogliono soltanto ricordare un concerto, una coregrafia, vogliono ricordare sopratutto dove può arrivare la passione di un gruppo di persone lontane che senza l’apporto di ogni singolo soggetto non sarebbe giunta al risultato finale di una coreografia che non ha lasciato senza parole i presenti ma credo anche tutti il mondo dei fans uduici.
Fatta questa necessaria premessa comincio con il mio racconto…un racconto che parte dal lontano febbraio 2010…si perché l’impresa questa volta era ardua…ma doveva essere allo stesso tempo compiuta…8 ottobre…gli U2 concludono il loro tour europeo in Italia a Roma dopo averlo inziato a Torino ad agosto..era l’occasione giusta per rendere ancora una volta speciale un concerto della band irlandese..
Inanzitutto la location, questa volta si cambia non come in passato a S.Siro, questa volta Olimpico, uno stadio completamente diverso come struttura.
Struttura circolare imponente…per riuscire l’unica cosa che dovevamo fare era essere audaci. Ho pensato che era l’unica risposta alla realizzazione di una coreografia, un emozione che impegnasse non solo un settore questa ma anche altri settori per sfruttare a nostro vantaggio la grandezza dello stadio. Curva Nord, Curva Sud e Tribuna Tevere e il ‘Claw’ avvolto da due bandiere con una scritta unica che legasse ad una scritta ‘ONE’, due nazioni unite in ‘matrimonio’ come le ha definite Bono nell’ultimo concerto della band a Roma nel 2005. Quest’opera avrebbe impegnato circa 52.000 persone suddivise in 3 settori…più audace di così ma l’impatto scenico realizzato sarebbe stato unico e inimmaginabile.
Era quello il soggetto da mostrare al popolo uduico, la scritta ONE era perfetta ora era solo da decidere quando realizzarla. Vi erano più correnti di pensiero nella scelta del momento, la mia idea era quella meno scontata ma era quella giusta. ‘I Still Haven’t Found What I’m Looking For’ il perché di questa canzone sono tanti, 1: la sua posizione nella scaletta era centrale, era il primo stop dello show dove la band si presenta al pubblico soprendendolo con un Bono aperto al pubblico ma sopratutto è il momento in cui la band irlandese chiede l’aiuto del pubblico. Era quello il momento perfetto, quando la band vuole sorprendere il pubblico tutti noi sorprenderemo loro, non su One troppo scontata e lontana nello show, non all’inizio dove la band è carica e non si sarebbe apprezzato tutto il nostro lavoro.
Da febbraio quando con Lucia abbiamo avanzato, proposto e discusso insieme a tutti gli altri progetti e varie ne è passato di tempo, paure di non realizzarla o di non aver un supporto da parte dell’organizzazione, fondamentale per la realizzazione…alla fine siamo riusciti ad avere tutto per il rotto della cuffia.
Io insieme ad altri che hanno sucessivamente partecipato alla realizzazione attiva della coreografia abbiamo fatto una specie di countdown per Roma durante i concerti antecedenti a Roma. Infatti da almeno 6-7 date si è partita con il famoso ‘Roma’s Calling’ riconosciuto e puntato da Bono più volte durante i concerti…l’attesa saliva sempre di più. Sono giunto a Roma due giorni prima del concerto dalle ultime date portoghesi, subito mi sono recato allo stadio insieme agli altri ragazzi per parlare con la crew ed organizzare l’evolversi e la predisposizione dei 52.000 fogli. Avevamo appuntamento all’ingresso lato sud dell’Olimpico entriamo direttamente dai sotterranei fino ad arrivare vicino ai camerini, vedevamo le famose frecce che si vedevano in numerosi video della band che segnavano ‘1 minute to the stage’, come ripercorrere la loro stessa strada ci troviamo davanti un immenso ‘Claw’ in costruzione. La prima impressione che credo abbiano avuto i presenti è stata quella di una considerazione da parte della crew di profondo rispetto per quello che stavamo creando, ci facevano complimenti e ci hanno trattato come loro:’ In Polonia hanno fatto una cosa del genere ma se riesce la vostra idea sarà ricordata per molto’ ci hanno detto, subito ci siamo messi all’opera. All’inizio doveva essere un semplice sopralluogo in vista dell’indomani ma ci siamo resi conto dell’enormità dello spazio che dovevamo ricoprire e cominciamo già nella giornata di giovedì a lavorare per poi continuare il giorno dopo. Facevamo su e giù tra Sud, Nord e Tevere eravamo in 6 al tramonto distrutti ma pronti e carichi perché se riusciva sarebbe stata qualcosa di unico. Ci salutiamo e ci vediamo l’indomani mattina alle ore 8 per entrare tutti e 35 per lavorare e tentare di realizzare qualcosa di veramente unico. La crew ci da le ultime direttive, ci incita e ci consiglia e così partiamo carichi e vogliosi ancora una volta di stupire. Ci suddividiamo per settori, io mi trovo nella sud dietro il palco, a volte mi fermo e osservo quello che succede, crew e tecnici in movimento continuo che ci osservano ma noi andiamo dritti non ci fermiamo nemmeno quando siamo ripresi dalle telecamere di U2.COM. Intorno le ore 11 partono le prime prove del sound con la canzone ‘Assassin of Love’ con i tecnici della band che fanno prove su prove, ‘Desire’, ‘Bullet the Blue Sky’ ed infine ‘Bad’, in quel momento tutti abbiamo lanciato un urlo per far capire…’stasera la vogliamo’. Le ore passano e pian piano riusciamo a terminare alcuni settori, noi finiamo per ultimi intorno le 14 a circa 3 ore dall’aperta dei cancelli, distrutti ma almeno felici di aver dato il massimo ma il bello doveva ancora venire. La crew ci ringrazia e spera insieme a noi al successo di tutto questo lavoro durato mesi. 3…2…1 ora al concerto, i cooodinatori nei settori pronti, noi tesi come corde di violino…Parte la chitarra di The Edge su ‘The Return of Stingray Guitar’, Bono entra ed urla Roooommmmaaaaa…l’ultimo concerto del U2360 Tour ha preso il volo. L’adrenalina si scarica in tre minuti di un I Will Follow inattesa dove anche il più in alto in curva si alza per saltare insieme ai 60mila. Più si avvicina il momento atteso, più sale la tensione…ricordo che prima di una straordinaria ‘Until The End of The World’ dissi:’Ne manca una ci siamo…’tutti noi credo che in quelli abbiamo pensato di tutto ad ogni tipologia di cose, a cosa poteva bene o male. Sta di fatto che prima la canzone finisce…Bono comincia a parlare su Roma..ricorda il famoso concerto del 1987 al Flaminio, definito ‘Earthquake in Rome’ per la potenza musicale dello show stesso che ha creato danni ai palazzi antistanti la struttura romana. Il frontman si è poi divulgato sulla fine del U2360 Tour in Europa ringraziando tutti coloro che hanno portato il più rock show di tutti i tempi…e noi?Quando The Edge attaccò la nota…ci furono 10 interminabili, insostenibili, incredibili secondi di silenzio e staticità dove niente si muoveva…ma lo straordinario accadde all’undicesimo secondo. Vidi in un attimo alzarsi all’unisono 52mila fogli, una creazione perfetta indiscutibile….’Perfetta…perfetta…’gridavo…ONE enorme, infinita ma la mia attenzione verso Bono, Edge, Adam e Larry…Larry suonava davanti i suoi colori ‘irlandesi’…Adam…sorrideva e guardava intorno…Edge era il più colpito…non girava su stesso per capire cosa caspita stava succedendo…e alla fine…Bono incredulo..per una volta l’abbiamo fatto zittire…guardava le tribune…non sapeva che dire per almeno 40 secondi dove tutto lo stadio cantavano ‘I Still Haven’t Found What I’m Looking For’ all’unisono…quel silenzio si liberò su quell’urlo che ormai è passato alla storia…’VIVA ITALIA’ e li tutti ci liberammo in ogni forma di emozione possibile…c’era chi piangeva…chi urlava…o chi come me ricorda sempre istanti di un emozione non solo lunga 4 minuti ma mesi…pochi minuti dopo un ulteriore grande emozione su una Bad unica nel suo genere con lo snippet di ‘All want is you’ che credo sia stata la quadratura perfetta di un cerchio iniziati mesi prima.
La portata di tale evento è stata capita dai molti non solo in quei momenti ma con il passare del tempo…infatti il giorno dopo U2Place per l’occasione organizzò una serata evento per salutare la fine del tour, tutti noi avevamo ancora negli occhi quell’emozione che credo resterà un fulgido esempio di come un gruppo di persone accomunati dalla passione possa arrivare così lontano. La band non ha dimenticato quel gesto, infatti un mese dopo durante le date in Australia lo stesso Bono e The Edge in un intervista hanno rimarcato la portata storica e scenica di quell’evento, sopratutto di The Edge che era come se fosse ancora in quella notte romana di inizio autunno…dove Italia e Irlanda diventarono una cosa sola…dove tutti sono stati fondamentali…come alcune persone che incitavano la gente sugli spalti ad alzare i fogli…coloro che si sono emozionati…coloro che hanno pianto…coloro che si sono sentiti per una sera ONE…
A volte mi chiedo il perché personalmente faccia tutto questo o altro…dico a me stesso che le parole di quattro ragazzi del ‘north side’ di Dublino mi hanno dimostrato che non solo parole ma sono manifesti di vita o ideali…e che ancora una volta che….
You Can Dream…So Dream Out Loud….
VIVA ITALIA

Andrea

 

Il racconto di Lucia Fofi

Quando comprai il biglietto per Coimbra 1 dissi che non avrei fatto anche la 2….un amico mi disse..”Lucia, guarda che è l’ultima, non puoi mancare!”…Non so, qualcosa dentro di me, l’istinto forse, mi suggerì che così non sarebbe stato….sentivo qualcosa di speciale ma indefinito e pochi giorni dopo mi arrivò la conferma! Mentre bazzicavo per il centro di Roma, sentì annunciare alla radio che gli U2 avrebbero chiuso il 360° tour allo stadio Olimpico di Roma l’8 ottobre…ho capito bene?…si perché lo ripeterono ben 2 volte!!..Non ci potevo credere, ancora una volta le mie sensazioni erano giuste..la fine di un percorso stupendo non sarebbe stata in un posto sperduto e anonimo del Portogallo ma a Roma!! A casa mia!!!…mamma mia che emozione!..a momenti vado a sbattere con la macchina, mi ricordo che mi fermai perché mi tremavano le gambe e avevo gli occhi lucidi dall’emozione!…Passata la sbornia dei primi attimi, ed assaporando quella meravigliosa sensazione durante il resto della giornata, cominciai a sentire per telefono tutti gli amici U2ici di U2place per cominciare a sognare……..

Finchè un giorno di Febbraio, sulla scia delle due coreografie già brillantemente realizzate per il Tour 2005 e 2009 da U2place, mi venne in mente insieme a Bono 83 e Rudy, di realizzare qualcosa di speciale per Roma 2010!..all’inizio le idee erano abbastanza confuse, non si sapeva da che parte cominciare, nessun idea, solo la voglia di rendere l’ultima tappa del tour 2010 speciale!….

“Facciamo la curva sud? È dietro il palco e più vicina alla band”..diceva uno…..” ma la nord? E’ più lontana ma fronte band….” ….rispondeva l’altro….una cosa è sicura, ce l’avremmo fatta anche stavolta! ..Tutto lo Staff di U2place si mise in moto, solo che a questo giro arrivò l’intuizione giusta….”Negli anni passati siamo sempre entrati all’apertura cancelli per posizionare i fogli…perché non proviamo a chiedere un’autorizzazione per poterlo fare dalla mattina presto? Contattiamo gli organizzatori locali e Live Nation! Perché non dovrebbero dirci NO?”…..Bene, quest’ultima frase è stato il traino portante di tutta la coreografia!….Su questo è stata fondamentale Adele che ha trovato l’aggancio giusto in Ln al quale è stato proposto il progetto che a quel punto, vista la reazione favorevole della persona che la accolse, ha assunto dimensioni grandiose…tre quarti dell’Olimpico!…Venivano i brividi solo a pensarla!..Così è iniziato un tumulto di idee e telefonate, contatti e progetti….io personalmente essendo residente in loco, mi sono dedicata a continue visite allo stadio per prendere confidenza con quella grandezza immane, con i responsabili Coni per avere l’autorizzazione ad entrare per fare foto (una volta momenti mi arrestano!) e sopralluoghi ed avere la mappa per elaborare il progetto alla perfezione e che ovviamente era tabù per motivi di sicurezza. E allora su e giù per quel cacchio de stadio, a contare le file, i seggiolini, col caldo, con 35 gradi all’ombra,(era Maggio/Giugno) in attesa che saltasse fuori la mappa! “ A Marcolì, tu stai a vedè che quando avrò finito di contare l’ultimo seggiolino di mer…ci arriva!” borbottai ad outofcontrol….Detto fatto! Arrivò tramite Santa Adele da Milano ….con le bestemmie mie di sottofondo!!

E via…Outofcontrol, noto ingegnere della provincia di Sondrio alias Marco ;), comincia a buttar giù quella che poi sarebbe stata l’idea definitiva o quasi….le due bandiere, italiana ed irlandese nelle due curve, ed un “qualcosa” ad unificare nella tribuna tevere….MA COSA???..Nello staff abbiamo passato ore a pensare cosa, l’indecisione era tra “ciao” o “One”. Alla fine venne scelta quest’ultima, a significare Italia ed Irlanda come una cosa sola.

Poi la canzone…azz, scelta difficilissima!…Dove la posizioniamo? Qualcuno diceva all’inizio ma a me personalmente non piaceva molto ed avevo sentore che la band non l’avrebbe apprezzata (e secondo me manco vista) a pieno..perchè Bono quando inizia lo show è concentratissimo ed il pubblico in delirio…allora qualcuno pensò – Bono83 se non erro -…facciamola su Still Haven’t found, è il primo vero momento in cui la band si ferma a guardare il pubblico dopo la cavalcata rock iniziale. Super azzeccata!..Mentre eravamo in giro per concerti per l’Europa, aspettavamo sempre Still e ci guardavamo intorno per sapere se quello era davvero il momento giusto…PERFETTO!…
Nel frattempo, avevamo contato quanti fogli sarebbero serviti e quali colori….vennero fuori ben 52.000!!!!…da posizionare in sole 8 ore!!!..facendo i calcoli “appena” 2500 a persona, visto che saremmo dovuti entrare in 20. Ma ahimè, questo fu lo scoglio più duro….l’autorizzazione non arrivava! Tutti sapevano ma nessuno dava l’ok, nel frattempo cresceva l’ansia, la paura, il nervosismo …come facciamo se ci dicono no? Che figura ci facciamo con gli utenti del forum? Perché nel frattempo avevamo dovuto pubblicare la notizia per poter raccogliere i soldi. Il più preoccupato di tutti era proprio Rudy, sapeva di avere più responsabilità proprio perché è il Presidente e ci metteva la faccia….ma noi non abbiamo MAI mollato, nemmeno un minuto!…Sempre alla ricerca di possibili contatti, di persone che potevano aiutare a sbloccare questa risposta….Eleonora girava per gli stadi d’Europa con il progetto in mano alla ricerca della persona giusta – ne fece le spese il povero Rocco!  – Adele che tampinava Live Nation, io che in preda alla disperazione alla fine di Agosto piombai nell’ufficio del capo security locale, mitico Fabbione,  chiedendo cosa avremmo potuto fare…..e sempre lì, tutti sapevano ma nessuno diceva sto benedetto si!…..Quando arrivò l’ennesima intuizione….qualcuno aveva un “super contatto” nei pressi di Venezia che ci mise una buona parola col management..e finalmente dopo mesi di scazzi, telefonate e fatica arriva quello che speravamo…il SI!…arriva la sera del concerto di Monaco, dove erano presenti Eleonora ed Adele, le quali scrissero su un pezzo di carta “ Rome is calling” e che Bono lesse dicendo “ Yesss!!!”…Idea geniale, portata avanti ad ogni singolo concerto fino a Roma, ormai era diventata un must!…A Coimbra furono viste versioni anche plastificate in caso di pioggia…grande Stefano!..ahahaha..e comunque, Bono lo ha sempre visto e sempre indicato! Non sapeva cosa sarebbe successo, il management non lo avrebbe rivelato, ma sapeva che sarebbe stata “spessiale!”……

Da Monaco a Roma furono 20 giorni intensissimi, bisognava organizzare tutto, la stampa della carta, i testi, l’arrivo allo stadio – ben 85 risme!- le persone che avrebbero creato quella meraviglia….fiumi di telefonate, per decidere, organizzare, stabilire…..provvidenziale fu il consiglio datomi da un capo ultrà dei tifosi della Roma….” Se ci riuscite  chiedete di entrare almeno il giorno prima per fare un sopralluogo e posizionare i pacchi della carta nei settori interessati..vi avvantaggiate un sacco il lavoro!”…..Prezioso! Grazie Leonardo!

In questo fu eccezionale l’atteggiamento del management U2…credetemi quando vi dico che ci hanno accolto e trattato come dei veri professionisti, addirittura erano loro che ringraziavano noi…e che la crew sarebbe stata a disposizione per qualsiasi cosa avevamo bisogno.
E di Fabbione, il capo security, e dei suoi assistenti Stefano e Luigi, che si sono messi a nostra disposizione per far arrivare la carta due giorni prima allo stadio con tutto quello che avevano da fare, immensi!

Il giorno 8 ottobre…appuntamento alle 8.30..il tour manager vista la vastità della cosa ci chiede se abbiamo bisogno di rinforzi, ha paura che in 25 non ce la facciamo e possiamo chiamare altre 15 persone…ma col clima di guerra che qualcuno aveva creato il giorno prima – e su questo mi astengo da qualsiasi commento – era praticamente impossibile…ne rimediamo solo 6, quindi alla fine siamo 31, con l’ordine tassativo di finire prima dell’apertura cancelli e con il “regalo” di rci poi posizionare dove volevamo…

Io non so descrivervi la fatica immane di quel giorno….ci siamo divisi in gruppi, io avevo la Sud, -dppia emozione visto che sono romanista sfegatata!- e dalle 9 in poi io non ho visto più nulla….solo arrotolare quei cavolo de fogli, senza mangiare, bere, andare in bagno…su e giù, quei seggiolini non finivano mai con l’occhio sempre all’orologio!..io lavoravo in coppia con Karina, portata dentro all’ultimo momento e che si è rivelata una macchina da guerra…lei arrotolava, io correvo a sistemarli nei buchi dei seggiolini, addirittura cercavo di coinvolgere qualsiasi elemento umano che si aggirava dentro lo stadio..ad un certo punto un ragazzo mai visto prima si mise ad aiutare per un’ora buona…un angelo vista la mole di lavoro!….

Ad un certo punto mi giro e vedo Sam O’Sullivan, si proprio lui Sam, che sale sorridendo i gradini della Sud…(spete del nostro “amore” segreto ahahaha).mi abbraccia e mi chiede cosa stiamo facendo, gli spiego la cosa, lui ride, mi chiede quali sono le due squadre di calcio di Roma….cioè si ricordava la Roma ma non “’altra”…io schifata gli dico…la Lazio???….e quello ride…poi mi fa ancora i complimenti per il progetto e torna al lavoro…che spettacolo di gente!..Nel frattempo becco pure l’altra povera cavia, Phil, al quale chiedo la setlist e che lui puntualmente mi regala a concerto finito…..

Il momento più bello è stato verso le tre mezza, soundcheck con una Bad di sottofondo, e l’accordo con gli altri ragazzi che chi avesse finito prima sarebbe andato a dare una mano agli altri…la tevere ha finito prima di tutti e sono venuti ad aiutare noi della sud….tutti insieme, ad incitarci perché mancavano pochissimi fogli e sapevano che l’impresa era riuscita….” Dajeee ragà, dajeeeee….”…..stava diventando una festa, un momento meraviglioso di coesione!

Come d’accordo, il tour manager ci viene a prendere alle 4.20 in punto e ci accompagna a posizionarci dove desideravamo, sfiniti ma felici ci sediamo e aspettiamo.
Come ho già detto, non commento l’atteggiamento insulso di , e per fortuna, pochi soggetti che hanno cominciato ad insultarci e prendere a calci qualcuno di noi….

Oltre questo, l’attesa era massacrante…ci guardavamo con il panico negli occhi, con la consapevolezza che il momento X stava arrivando ma non sapevamo se sarebbe riuscita…dopotutto si parlava di ben 52.000 anime coinvolte!….io ero vicina ad Andrea,Adele ed Eleonora…cercavamo gli sguardi per rassicurarci ma vi assicuro che le gambe tremavano…e non solo. E quando finì Until the End of the World…ecco….era arrivato il momento tanto atteso…Bono che comincia il suo discorso che sembrava non finire mai, io prendo la mano del povero Saccone e gliela stritolo praticamente e chiudo gli occhi…troppa emozione, troppa fifa…li tengo chiusi anche quando sento le prime note di Still ma poi sento urla vicino a me…” Lucia, guarda…guarda cazzo!”….Come ho il coraggio di riaprirli mi trovo davanti una curva sud diventata una Bandiera irlandese gigantesca, per poi girarmi e scorgere un “ONE” perfetto nella Tevere…quando poi vedo anche la curva Nord perfetta in una bandiera italiana…non ce l’ho più fatta..ed ho ceduto..alle lacrime, all’emozione…la band che smette di suonare per ammirare quella che era partita come un’idea e che ha trasformato Roma e l’Olimpico in qualcosa di davvero incredibile….ci eravamo riusciti per davvero!

Il concerto era andato avanti ma per me era finito lì, io mio tour fatto di ben 19 date in appena in anno, era fermo a quel momento….troppe volte nei vari raid allo stadio mesi prima, lo avevo immaginato ed era stato perfetto….maestoso.
E quando sfinita tornai a casa e vidi il video di U2.com girato mentre posizionavamo i fogli, mi sono resa conto per davvero e dissi…” O mio Dio, che cosa abbiamo fatto!..incredibile…”

Più volte mi è stato chiesto “perché”….il motivo di sentire e voler fare una cosa tanto assurda e forse senza senso agli occhi di tante persone….io rispondo..per PASSIONE…amare gli U2 per me è come respirare, non si può descrivere una passione, almeno non a parole…la puoi  solo vivere a 360 ° e realizzare un qualcosa che te ne faccia sentire parte, magari solo per 4 brevi ma intensissimi minuti….e per fortuna io vivo di passioni!

Ed oggi, ad un anno di distanza, ringrazio U2place ed i miei amici per aver fatto tutto questo insieme….Rudy, Andrea, Dennis, Marco, Alessandro, Adele, Eleonora, Barbara, Karina, Marco, Veronica, Daniela, Michele, federica, Stefano, Oriana, Stefano 2 , Damiano, Mikilab, Elisa, il Reverendo, Davide, Francesca , me stessa…e perdonatemi se dimentico qualcuno….

Grazie anche a Live Nation, il U2 Management, Fabione, Stefano, Luigi e quel “qualcuno” che dal nord Italia ha dato il suo prezioso aiuto…..

KEEP DREAMING LOUD…..

Lucia

Il racconto di Eleonora Pisoni
In dreams begins responsabilities…. Un sogno, tanti cuori uniti da un’unica grande passione…gli U2 e la loro musica
Certo, all’inizio quando Lucia mi espose il progetto il timore che la maestosità dell’idea potesse non trovare riscontro nella realtà mi venne ma il tutto durò solo qualche secondo, poi l’entusiasmo e la voglia di riuscirci presero il sopravvento e i dubbi svanirono e la testa cominciò a viaggiare a mille all’ora. Ci saremmo riusciti, ne ero certa, nella mia testa non vi era posto per il fallimento.
Cominciarono le ricerche, gli inseguimenti, il lavoro,un lavoro di mesi durante i quali non mancarono le discussioni e dissapori , ma anche quelli servirono a portarci dritti alla realizzazione dei nostri sogni.
I giorni passavano, e le settimane, l’autorizzazione che attendevamo con ansia per poter accedere all’olimpico in tempo utile per disporre tutto il materiale tardava a venire; eppure noi continuavamo a crederci.
Arrivò il 15 Settembre, data del concerto di Monaco di Baviera. Uscii dal pit per comprare dell’acqua. Strada facendo incrociai Rocco, lo stage manager. Dopo i tentativi fatti con Phil, Sam e Brian pensai lui potesse essere “il nostro uomo”. Gli esposi il progetto con grande entusiasmo ma lui fece muro: “no way, you cannot access the stadium before gates opening! I’ll be there there with my men building up the stage and I do not want security problems; it could be dangerous”. Insistetti cercando di fargli capire che non saremmo transitati sul campo ma solo sugli spalti ma nulla da fare. Al suo “you are like my wife, you are not listening” ormai in lacrime decisi di andarmene. Rientrai nel pit dopo essermi sfogata al telefono co Lucia. Ricordo ancora di avere incrociato gli sguardi di Adele, Massimo e Marco (Chiccalovesbono, Massimo188 e Outofcontrol (ndr.)) e loro vi lessero immediatamente la delusione. Cercai di godermi il concerto, di non pensare. Finito lo show, camminavo verso la metropolitana con Karina, mentre gli altri raggiungevano la machhina nel parcheggio; il telefono squilla, sul display mi compare il nome di Adele: “ohi” e dall’altra parte la voce entusiasta di Adele “Ele abbiamo l’autorizzazione, hanno detto di sì. Ti spiego meglio in albergo”. Da quel momento in poi non capii più nulla, ero al settimo cielo.
Il sabato successivo a Parigi avevamo appuntamento per gli accordi necessari.
Il resto è storia, una storia meravigliosa, la storia di un’emozione infinita, indescrivibile che ha trovato naturale espressione nelle lacrime di gioia e commozione, e negli abbracci con le persone meravigliose con cui ho avuto la possibilità di condividere il momento unico ed indimenticabile in cui la coreografia ha preso forma sulle note di Still, l’8 ottobre 2010 allo Stadio Olimpico di Roma.
Concludo ringraziando tutti coloro i quali hanno avuto un ruolo, anche minimo, in questo “sogno”, quelli che hanno fatto su è giu dai gradoni infiniti dell’Olimpico e quelli che pur volendo non hanno potuto essere presenti alla realizzazione ma che c’erano stati prima e c’erano col cuore anche in quel momento.

Il Racconto di Alessandro Sanna

Mesi e mesi di lavoro dietro le quinte, nel più totale riservo, con discussioni, idee, esaltazioni seguite da delusioni, portando aventi un sogno che sembrava irrealizzabile, estremamente ambizioso che non prevedeva neanche il famoso “piano B” perché ci abbiamo creduto fino alla fine fino all’OK finale.
Pochi giorni prima i dettagli erano pianificati con estrema precisione, i partecipanti al durissimo lavoro scelti, ultimi preparativi e ci si ritrova li quel venerdì mattina presto con tutti i 31 realizzatori della più importante Coreografia mai realizzata. Veniamo accolti, ci danno i braccialetti che ci permettono di andare in ogni settore dello stadio per posizionare i fogli e passiamo nel tunnel che porta direttamente dentro il campo.
Li inizio a provare una sensazione immensa, un tunnel buio ch attraverso quasi in silenzio, e piano piano mi rendo conto che è lo stesso percorso che farà la band per salire sul palco!
Infatti poco prima di sbucare nello stadio alla mia destra vedo i loro camerini con la roba di scena, ma tutti manteniamo un’estrema calma e professionalità la stessa che ci portiamo per tutta la giornata.
L’impatto è devastante, siamo dentro lo stadio immensamente “vuoto” il palco ancora da completare, operai che vanno avanti e indietro per gli ultimi ritocchi e in quel momento mi sento (ma credo tutti noi) parte dell’evento!
Ultime raccomandazioni e con estrema serenità e umiltà ci augurano buon lavoro!
Bene si parte!!!
Io ho il compito di coordinare l’intera metà tribuna, ho la mappa precisa (che ancora conservo) con i numeri delle file, il numero di ogni singolo posto. Mi rendo immediatamente conto che sono tantissimi!!!! Devo coordinare in pratica metà N e la O, iniziano le coordinate, correndo e scalando quella tribuna!! Urlando “da questa fila a questa tutto rosso” “questa fila deve essere lasciata vuota” “scalare di 15 posti” tutti ci diamo da fare.
Ogni tanto mi rendo conto della responsabilità e penso “boh avrò contato giusto?”, salgo, scendo, verifico, riconto corro a centro campo per capire se riesco ad avere una visione d’insieme ma nulla, mi devo fidare della mappa e della lucidità nell’interpretarla correttamente, oltre a questo ovviamente ho anche la mia bella dose di fogli da sistemare…
La giornata passa, la stanchezza ogni tanto si fa sentire, ogni squadra guarda l’altra per capire a che punto siamo, ci si incoraggia, si corre dai capi squadra per chiedere se hanno bisogno di aiuto, qualcuno viene spostato per dare una mano a chi è più indietro.
In tutto questo quasi non mangiamo, poi iniziano piano paiano ad arrivare quelli della Crew! Sarà la loro presenza, vederli sul palco a collegare fili, provare gli strumenti, quelli che durante i pre-concerti abbiamo sempre chiamato, salutato, quasi venerato, adesso erano li che incitavano noi per affrontare le ultime interminabili ore!! E li vedevo come dei “semplici colleghi di lavoro”, ricordo in una delle tante attraversate di settore passando dietro il palco, ho sfiorato diverse volte Dallas, Phil, Stuart, Sam, così come niente fosse, perché in quel momento c’era una cosa ben più importante da fare, realizzare un sogno!
Corri, Sali, scendi, attacca, arrotola, controlla, modifica, sposta, aiuta e finalmente Tribuna finita, bandiera italiana finita, e tutti insieme a completare la bandiera irlandese!
Salto al momento più importante del concerto, Bono inizia a parlare e sono stati momenti interminabili passati a guardare le tribune, ma nulla, non succedeva nulla, poi improvvisamente partono le prime note di Still, le curve e la tribuna si illuminano e prende forma quella meraviglia!!!!
Ammetto che lo sguardo è stato per un brevissimo attimo al mio settore (che poi non se se breve o lungo il tempo ormai era fermo) per vedere che tutto fosse andato bene! Con gli occhi cerco i miei amici di avventura, parte un abbraccio, urliamo, piangiamo per sfogare tutto lo stress e la fatica accumulate, pianto a dire il vero finirà dopo Still-Bad-All I want is You-Bad.
Volgo lo sguardo verso di loro, li vedo fermi che guardano increduli, ci applaudono, ci ringraziano, in quel momento prendo coscienza che, dopo che mi hanno dato e mi danno ancora tanto, un giorno potrò raccontare con estremo orgoglio che io, insieme ai miei amici, abbiamo fatto emozionare gli U2!”

Il racconto di Adele Sforza

Malinconica per natura, i ricordi accompagnano la mia vita, tutti i giorni.
In particolare i ricordi legati agli U2, l’unica vera passione della mia vita, sono quelli più vividi.
Ne ho tanti, nella mente e nel cuore, ma in questi 18 anni di passione, quello più bello, intenso, emozionante è sicuramente il ricordo della lunghissima giornata trascorsa all’Olimpico di Roma l’ 8 Ottobre 2010.
Forse perché i mesi precedenti a quella giornata sono stati altrettanto intensi, quasi inebrianti, adrenalinici : mesi trascorsi a decidere insieme a tutto lo staff di U2place come organizzare la coreografia, a progettare ogni piccolo dettaglio, dalla ricerca della mappa dello stadio, ai contatti con Live Nation, al tipo di carta da utilizzare, al numero di persone da coinvolgere.
Mesi fatti di dubbi, ansie, discussioni, paura di non farcela, di non avere l’autorizzazione per portare dentro lo stadio 52.000 fogli, di fare una figuraccia….tutti dubbi e paure che si sono dissolti in quei 5 minuti di estasi…
L’avventura – cominciata in realtà già il giorno prima, quando alcuni di noi sono entrati allo stadio per cominciare a familiarizzare con l’Olimpico e per cominciare a posizionare le risme di carta nei vari settori – comincia alle prime ore del mattino , quando, dopo esserci dati appuntamento, ci avviamo tutti all’ingresso dello stadio dove ad attenderci c’è il nostro “uomo “ Live Nation, che non finirò mai di ringraziare per la disponibilità e per aver creduto, come lui stesso aveva detto a me ed Eleonora a Parigi qualche settimana prima dello show di Roma, in un progetto molto ambizioso.
Entriamo allo stadio e ci dividiamo in team di lavoro : il mio team avrà il compito di posizionare i fogli in Curva Nord, l’unica che rimarrà al sole per tutta la giornata!
E si comincia : all’inizio tutti carichissimi, in un clima gioioso, cominciamo ad arrotolare fogli ma man mano che le ore passano, ci prende lo sconforto, ci guardiamo e ci diciamo che non ce la faremo mai a finire per tempo. Poi arrivano in soccorso alcuni dei ragazzi della Tevere che avevano finito il loro lavoro e cominciano ad aiutarci, mentre altri corrono verso la Sud.
Nel frattempo entrano ed escono personaggi (non si da bene da dove) che ci chiedono cosa stiamo facendo e da lì a poco anche loro si mettono ad arrotolare fogli. Una passione che travolge chiunque passi di lì, come alcuni componenti della Crew degli U2 che vedendoci alle prese con i fogli, passano ad incitarci.
Alle 15.30 circa i lavori in Curva Nord finiscono e si corre in Sud per dare una mano. A mio avviso questo è stato il momento più alto della giornata : tutti insieme a mettere gli ultimi fogli, di corsa, perché di lì a un’ora avrebbero aperto i cancelli. Alle 16 circa il nostro compito è terminato e siamo sfiniti, ci rinfreschiamo, mangiamo qualcosa nell’attesa dell’apertura dei cancelli.
Comincia l’attesa, lunga e pesante e preferisco non ricordare il perchè…finalmente lo show comincia e tutti aspettiamo I still haven’t found what I’m looking for…Sappiamo esattamente a che punto del concerto arriverà, immediamente dopo la prima pausa di Bono, quando parla al pubblico…per cui non appena comincia a parlare dell’amore nato fra gli U2 e l’Italia nel 1987 allo stadio Flaminio, tutti noi presenti in prima fila ci prendiamo per mano e attendiamo…comincia Still, partono le prime note e nei primi 10 secondi non succede nulla ed è il panico… cominciamo a gridare a squarciagola di sollevare i fogli – come se avessero potuto sentirci – e all’improvviso, come per magia, lo stadio si colora….un’emozione indescrivibile, brividi, fiumi di lacrime cominciano a sgorgare, nessuno riesce più a trattenersi, tutti piangono come dei bambini, tutti! E che bello vedere le facce stupite, emozionate dei nostri amati U2, ma anche delle persone che stanno sotto al palco ad ogni concerto e che oramai conosciamo ( e ci conoscono) per i numerosi concerti fatti in transenna : Brian, la guardia di Bono, che ci sorride vedendoci piangere; Scott, sempre security U2, che fa l’ok con le dita, i vari tecnici, la security locale che ci fa i complimenti ed è emozionatissima quanto noi. Segue Bad, una canzone a cui sono particolarmente legata e che ho chiesto a Bono nelle date precedenti con il mio cartello….ma non poteva scegliere giorno migliore per cantarla, lì proprio davanti a me…Non sono riuscita a smettere di piangere nemmeno per un secondo fino a Mercy compresa…Una serata magica, come ha detto Bono…quante emozioni tutte insieme!
A concerto finito guardo il cellulare e trovo un messaggio da LN Italia inviato nel momento della coreografia, un messaggio composto da una sola parola “Miticiiiii!!!”. La stessa persona più tardi mi dirà che nel percorso dallo stadio all’aereoporto Bono non ha fatto altro che parlare della coreografia ed era il più emozionato di tutti. Anche da LN USA e U2.com piovono complimenti
e ringraziamenti per l’impegno e la professionalità con cui abbiamo portato a termine il progetto. Sono momenti che non dimenticherò mai per tutto il resto della mia vita. Il coronamento di un sogno : per una volta abbiamo reso gli U2 partecipi del nostro spettacolo.
Ringrazio Dio di aver potuto vivere questo sogno per le emozioni fortissime di quella sera e perché mi ha fatto avvicinare ancora di più ad alcune persone che reputo speciali e che oggi fanno parte della mia vita. Amo gli U2 anche e soprattutto per i legami che riescono a creare con la loro musica.
Ringrazio, rigorosamente in ordine sparso, Eleonora per la sua amicizia sincera, Lucia per la gioia di vivere sempre e comunque e per il suo entusiasmo, Rudy per aver avuto fiducia in me, Dennis perché sa leggermi dentro, Stefano e Oriana per avermi mostrato che l’amore è anche condividere le passioni del compagno/a, Marco per il suo entusiasmo, tutti i ragazzi che hanno lavorato con me in Curva Nord (Daniela, Francesca, Tiziana, Eddy, Damiano, Davide, Elisa, Emanuela e se sto dimenticando qualcuno chiedo perdono), tutti quelli che hanno alzato quei benedetti fogli e, the last but not the least, U2place e Live Nation, perché senza di loro questo sogno non si sarebbe mai avverato.
And you can dream, so dream out loud….

Il racconto di Stefano Vaccaro

Negli ultimi diciotto anni ho visto trentatré concerti degli U2 in dodici nazioni diverse (e due continenti), ma quello che per me resterà il più “emozionante” è sicuramente Roma 2010.
L’8 ottobre 2010 è arrivato alla fine di due mesi incredibili, durante i quali avevo girato con mia moglie Oriana per mezza Europa, “cercando quello che non avevo ancora trovato” quando avevo vent’anni di meno, insieme ad altre splendide persone con questa passione comune chiamata U2.

Dopo aver preso tanti aerei, scalato montagne e città e corso sui prati di tanti stadi, le emozioni più intense sono arrivate proprio nella mia città natale, e tutto questo soprattutto grazie alla mia (e di mia moglie) partecipazione alla realizzazione della coreografia di U2Place.com.
Nelle due precedenti occasioni a Milano avevo ammirato da spettatore il lavoro di questi ragazzi, molti dei quali sarebbero di lì a poco diventati miei amici, e mi chiedevo meravigliato come si potesse realizzare qualcosa del genere, l’ho scoperto a Roma: con passione, tenacia, intraprendenza, fatica, amicizia e amore.
Dopo diversi mesi passati per ottenere i permessi da parte dell’organizzazione, ci sono volute ancora circa otto ore per sistemare migliaia di fogli, senza mai fermarsi, tranne quando Dallas, il tecnico di Edge, ha suonato nel soundcheck le prime note di Bad, alle quali abbiamo risposto con la nostra entusiastica e rumorosa approvazione.

Del concerto per me due momenti speciali su tutto: l’espressione incredula e indimenticabile di Bono e Adam quando hanno visto la coreografia, con noi sotto, altrettanto increduli, a piangere e ad abbracciarci, e la bandiera bianca che ho sventolato durante Sunday Bloody Sunday (erano più di vent’anni che sognavo di farlo) con Adam che mi guardava negli occhi.
Un’emozione tutta personale è poi legata a questo concerto, che è stato il primo visto dai miei genitori (e per il mio papà anche l’ultimo), per i quali avevo personalmente sistemato, nel loro posto numerato in tribuna Tevere, i fogli bianchi, e ancora oggi il pensiero di loro che li alzano insieme ad altre 52.000 persone è uno strano misto di gioia e tristezza.
Alla fine del concerto, quando mi sono ritrovato fuori lo stadio con il resto della famiglia, a mia sorella era piaciuta la coreografia “soprattutto perché l’avevo fatta anche io”, ed i miei genitori avevano finalmente capito perché “alla mia età ancora giravo il mondo per seguire una rock band”…

Adesso vi proponiamo lo speciale che abbiamo redatto pochi giorno dopo l’evento, dove potete trovare immagini e video del concerto ——> U2Place.com Coreography ONE: VIVA ITALIA

Per chi non lo ha o chi lo vuole risentire pubblichiamo i link dove è possibile scaricare il concerto in MP3 ——> Prima ParteSeconda Parte

A conclusione di tutte queste iniziative vi lasciamo con un immagine più semplice, coloro che hanno materialmente reso possibile il tutto dopo 2 giorni di fatica allo stadio:

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