La presentazione di From The Sky Down al Toronto Film Festival: articoli, foto e video

Questa notte a Toronto Bono e The Edge hanno presenziato alla prima di “From The Sky Down”, il documentario di Guggenheim che verrà inserito all’interno dell’ Anniversary Edition di Achtung Baby

Vi proponiamo due video dell’arrivo al Red Carpet

Usa Today

“E’ una notte meravigliosa” così Cameron Bailey ieri sera prima della proiezione del documentario From the Sky down, rifacendosi chiaramente alla canzone Beautiful day.
David Guggenheim prima di introdurre The Edge e Bono, ha affermato che hanno realizzato il documentario in meno di sei mesi.
Nel documentario i membri della band guardano indietro e rivalutano la realizzazione di Achtung Baby nel 1991, tornando dopo 20 anni agli Hansa Studio e rivedendo quel momento in cui si sono trovati a un punto di rottura che li ha però portati a rinnovare la passione per la loro stessa arte.

Bono ha lodato il lavoro di Guggenheim sottolineando che non è stato facile trovare un osservatore esterno (avevano pensato anche a Wim Wenders, ma la collaborazione con il regista non è stata possibile) perchè “se vedi cosa c’è dentro la salsiccia probabilmente non vorrai più mangiarla”.

The Edge ha scherzato sul suo legame con Toronto, non ultimo il fatto che la città ha una radio che porta il suo nome.

Come si può vedere anche dal trailer (qui), nel film vengono combinate vecchie foto e clip, nuovi filmati e narrazione introspettiva che, unite ad una animazione intelligente, regalano allo spettatore rivelazioni e intrattenimento.

Bono infine ha scherzosamente concluso con “Godetevi questa salsiccia con purè”, ma gli spettatori sono caduti in un reverenziale silenzio alla vista del clip che si focalizza sulla creazione di One, l’inno che li ha di nuovo messi in pista nel lontano 1991.

Los Angeles Times

Bono e The Edge hanno attraversato il red carpet e sono saliti sul palco del Toronto Film Festival prima della premiere del documentario.

Bono ha offerto una valutazione ironica sul perché lui e il resto della band avevano esitato a collaborare a questo tipo di film prima: “proteggiamo molto la nostra privacy ed in particolare il processo creativo, non solo perché siamo “preziosi”, ed è così, ma perché non sono così belli” ha detto.

Il film è uno sguardo piuttosto procedurale di come la band è si è recata in uno studio della Berlino post-comunista per mettere insieme del 1991 album Achtung Baby in un momento critico della loro storia. I componenti della band hanno spiegato inoltre la necessità di sperimentare nuovi stili musicali sulla scia della delusione del loro album precedente, Rattle & Hum, e di abbandonare le ballate più lineari di The Joshua Tree.

Alla fine, l’impulso verso la musica più sperimentale ha vinto e si è tradotto in una mega-record di vendita che ha prodotto successi come One e Mysterious Ways.

I commenti di Bono nel documentario sono a volte divertenti, ma una gran parte del film risulta astratta, riferendosi al modo in cui la band abbia trovato la propria ispirazione; mentre alcuni momenti dell’intervista e i nuovi filmati gettano una luce vera sul processo creativo. Bono è anche incline ad offrire “omelie” come: “Il modo migliore per superare il blocco dello scrittore è quello di essere sincero”.

The Edge ha detto alla folla di Toronto che era consapevole delle insidie nascoste dietro al progetto: “E’ un argomento che nelle mani sbagliate sarebbe potuto risultare davvero qualcosa di indulgente”.

Alla proiezione, il pubblico era chiaramente entusiasta, ma in modo canadese: c’era una mancanza di “isteria” quando le rockstars sono salite sul palco per introdurre il film.

Reuters

Il 36° Toronto Film Festival si è ufficialmente aperto stanotte, non con un botto o un gemito, ma con il suono di una rock band irlandese, l’accoglienza è stata paragonabile a quella del documentario di B. Springsteen “The Promise” presentata lo scorso anno al Roy Thomson Hall.

Achtung Baby come Bono dice nel documentario, fu “il punto di pivot” – il momento in cui gli U2 dovevano dimostrare a se stessi che erano in grado di andare avanti, ma solo facendo esplodere la band che era stata quella austera e di pochi sorrisi che aveva tentato con scarsi risultati di esplorare le radici musicali americane, alla ricerca di una nuova band all’interno.

Brian Eno sempre durante il documentario definisce il problema della rinascita della band affermando che “in qualità di artisti l’ostacolo più grande è la storia stessa degli artisti”.

From the sky Down inizia lentamente, e impiega circa un’ora per arrivare al suo nucleo sostanziale: lo sguardo all’interno delle sessioni di “Achtung Baby”, dove troviamo ad esempio un emozionante versione della sottovalutati ballata “Love Is Blindness”, eseguito da solista da Edge, e in particolare una sezione che utilizza i vecchi nastri da studio per documentare la creazione del classico “One”.

Più avanti nella conversazione, Bono continua a parlare della sua confusione proprio sulla scia del Joshua Tree tour e del Rattle and Hum.
“Penso che dobbiamo andare via per un po ‘di tempo” ha detto, usando parole simili a quelle che avrebbe detto in seguito sul palco in una clip presente nel nuovo documentario.”Basta andare lontano e sognare ancora

Potete trovare altre foto dell’evento ai seguenti link1, link2

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