Vi proponiamo un estratto della lunga intervista che Larry Mullen Jr ha rilasciato al Tribeca Film sul film Man on the Train che lo vede protagonista al fianco di Donald Sutherland
Il batterista degli U2 ha raccontato al giornalista del suo “battesimo di fuoco”, del suo metodo di recitazione e di come è stato lavorare con un’icona del cinema.
Ho sempre avuto un interesse a fare qualcosa al di fuori della mia zona di comfort.
Ho giocato con questa idea per un po’, senza mai credere che qualcosa sarebbe potuto veramente venir fuori.
E’stata una decisione dannatamente grande da prendere. E naturalmente, quando Donald Sutherland ha accettato il ruolo, sembrava la cosa più stupida che avessi mai fatto in vita mia! [Ride] Ma il gioco è fatto. Sono finito su un set a Toronto per 17 giorni lavorativi, con Donald Sutherland, ed è stata un’esperienza molto diversa per me.
E’ difficile per le persone che sono nella musica, in particolare, fare quel passaggio [recitare]. C’è una lunga, lunga lista di persone che hanno provato e non ci sono riuscite e non perché non avevano talento, ma perché è difficile essere credibili quando si è conosciuti per un motivo e poi si decide di fare qualcos’altro.
Hai trovato qualche somiglianza tra recitare e esibirsi come musicista?
Penso che ci sono alcune somiglianze ma, in generale, quando sei un musicista, stai suonando per te stesso: è qualcosa che riguarda te, è un’esperienza molto personale. Io penso che la recitazione è una specie di situazione opposta in qualche modo: stai recitando la parte di qualcun altro.
Non avevo aspettative, io non sapevo se avrei potuto farlo. Così ho continuato a cercare di fare quello che pensavo fosse la cosa giusta.
E’ un attore straordinario(Donald Sutherland), ma è anche un anziano statesman. È’ stato solo a metà del film che ho davvero capito quanto fosse difficile per lui, credo, lavorare con un novizio come me, ma a quel punto non mi importava
Ormai eri già dentro…
Avevo già saltato. Non c’era nulla che potessi fare, non c’era paracadute. Ho saltato. Ma Donald è stato molto generoso, nel senso che non mi ha offerto una grande quantità di consigli e cercato di insegnarmi. È stato fuori, mi ha lasciato fare. E penso sia stato il dono più grande. Gli sono molto grato, perché penso che non deve essere stato facile per lui.
Come ti sei preparato per il personaggio? Il pizzetto è stato parte della tua trasformazione?
Sai, ho sfogliato il libro sul metodo Stanislavskij molti, molti anni fa, ma non significava assolutamente niente per me, perché non avevo alcuna esperienza di recitazione. E quando Maria ed io abbiamo deciso che avremmo portato avanti questo progetto, parte del problema per me è stata: “Beh, cosa devo fare? Come mi preparo per qualcosa di simile?” Lei aveva un’idea molto chiara di come mi avrebbe preparato per fare questo, lei ha lavorato con non-attori prima, così ho preso una sorta di raccoglitore con tutte le scene, e mi sono dovuto costruire il mio personaggio. Ho fatto crescere il pizzetto e penso di essere arrivato ad una sorta di metodo, anche se non avevo idea di quello che stavo facendo.
Sei dovuto andare in un diverso posto mentale, o era semplice apparenza? Qual è stato il processo?
Gran parte del personaggio riguardava l’apparenza: scontroso, canaglia, duro, e la trasformazione in un “amico” (di Sutherland) è stata in realtà una bella curva. Perché non dovevo interpretare lo stesso personaggio per tutto il film.
La recitazione era una vera sfida per me, anche se l’ ho trovata incredibilmente liberatoria. E’ stata l’esperienza più divertente della mia vita? No, ma ha qualcosa che non mi aspettavo.
Allora qual è il verdetto? Pensi che potrai recitare di nuovo o scapperai a gambe levate da questo pazzo mondo del cinema? Qual è il tuo piano?
Beh, il mio battesimo è stato un battesimo di fuoco. Non mi sento umiliato e non mi sento fallito, come pensavo potesse succedere. Non sapevo come sarebbe andata. Vorrei fare altri film ma non so per cosa sono qualificato un film-saggio? … Per rispondere alla tua domanda direttamente, si mi piacerebbe molto recitare di nuovo.
Potete trovare l’intervista completa al seguente link