Una delle più preziose riscoperte dell’ultimo E+I tour è stata senza dubbio quella di Dirty Day, pezzo tratto da Zooropa, che non aveva trovato posto nelle scalette negli ultimi 25 anni. Questo brano offre molti spunti da analizzare, tra i quali spicca senza dubbio il rimando diretto a Charles Bukowski. La citazione “The days, days, days run away like horses over the hill” trova infatti la sua ispirazione nel titolo di una raccolta di poesie del grande poeta statunitense (The Days Run Away Like Wild Horses over the Hills, 1969) celebre per lo stile scarno e diretto.
La passione di Bono per l’opera di Charles Bukowski è tale da essere stato invitato a partecipare al film documentario del 2003 “Born into this” sulla vita del grande autore, nel quale ha raccontato come ha conosciuto Hank (il nomignolo usato per Bukowski), recitando anche alcuni suoi versi. Ecco due video in cui Bono recita le poesie “The crunch” e “Roll the dice”:
“The crunch”
Too much
too little
too fat
too thin
or nobody.
strangers with faces like
the backs of
thumb tacks
armies running through
streets of blood
waving winebottles
bayoneting and fucking
virgins.
an old guy in a cheap room
with a photograph of M. Monroe.
there is a loneliness in this world so great
that you can see it in the slow movement of
the hands of a clock
people so tired
mutilated
either by love or no love.
people just are not good to each other
one on one.
the rich are not good to the rich
the poor are not good to the poor.
we are afraid.
our educational system tells us
that we can all be
big-ass winners
it hasn’t told us
about the gutters
or the suicides.
or the terror of one person
aching in one place
alone
the beads will swing
the clouds will cloud
and the killer will behead the child
like taking a bite out of an ice cream cone.
too much
too little
too fat
too thin
or nobody
more haters than lovers.
people are not good to each other.
perhaps if they were
our deaths would not be so sad.
meanwhile I look at young girls
stems
flowers of chance.
there must be a way.
surely there must be a way that we have not yet
thought of.
who put this brain inside of me?
it cries
it demands
it says that there is a chance.
it will not say
“no.”
“Roll the dice”
If you’re going to try, go all the way.
Otherwise, don’t even start.
If you’re going to try, go all the way.
This could mean losing girlfriends,
wives, relatives, jobs and
maybe your mind.
Go all the way.
it could mean not eating for 3 or 4 days.
It could mean freezing on a park bench.
It could mean jail,
it could mean derision,
mockery,
isolation.
Isolation is the gift,
all the others are a test of your
endurance, of
how much you really want to
do it.
And you’ll do it
despite rejection and the worst odds
and it will be better than
anything else
you can imagine.
If you’re going to try, go all the way.
there is no other feeling like that.
You will be alone with the gods
and the nights will flame with fire.
Do it, do it, do it.
do it.
All the way
all the way.
You will ride life straight to
perfect laughter, its
the only good fight
there is.
Bono aveva avuto modo di conoscere l’autore grazie ai buoni uffici di Sean Penn che era suo amico fin dai tempi del film del 1987 “Barfly – Moscone da bar”, scritto proprio da Bukowski, nel quale inizialmente l’attore doveva recitare (alla fine il protagonista del film sarà interpretato da Mickey Rourke). In “Born into this” Sean Penn e Bono raccontano infatti di una serata alcolica, passata insieme recitando versi di Bukowski. Scoperta la passione del nostro cantante per le poesie di Hank, Sean Penn decise di telefonargli per presentare i due. Fu così che Bono scoprì che Linda, la moglie di Hank, era una grande fan degli U2 e decise di invitare la coppia a un concerto degli U2 a Los Angeles.
Sean Penn, Charles Bukowski e Madonna
L’occasione fu il concerto che si tenne il 30/10/1992 al Dodger Stadium di Los Angeles. In omaggio alla coppia, la band dedicò loro Dirty Old Town, scatenando l’entusiasmo del pubblico presente! Dirty Old Town per un Dirty Old man: Notes of a Dirty Old Man (in italiano Taccuino di un vecchio sporcaccione) è infatti il nome di una raccolta di articoli, dalla chiara impronta autobiografica, pubblicata da Bukowski nel 1969. I coniugi furono davvero molto colpiti da questo omaggio. Linda Bukowski in un’intervista rilasciata nel 2000 raccontò così quel momento:
“I mean, my knees, they went. I never heard anything like this in my life. I almost fell down on the floor, and the whole Dodger Stadium – whether they`d ever heard of Charles Bukowski – it didn’t matter they went wild with applause and cheers!
…and there was Jack Nicholson, with his pink sunglasses on. He winks and gives me the thumbs up. It was mindblowing. It was just like being in a crazy movie. It was unreal.”
“Voglio dire, le mie ginocchia mi abbandonarono. Non ho mai sentito nulla di simile nella mia vita. Sono quasi caduta sul pavimento, e tutto il Dodger Stadium – che avessero mai sentito parlare di Charles Bukowski o meno – non importava, si scatenarono con urla e applausi!
… e c’era Jack Nicholson, con i suoi occhiali da sole rosa. Mi strizza l’occhio e mi fa il pollice in su. E’ stato strabiliante. Era come essere in un film pazzo. Era irreale!”
Andando più in profondità nell’analisi del testo di Dirty Day si trovano riferimenti a tematiche classiche della storia U2 che vanno a legarsi a doppio filo con la vita del grande autore. Il testo è un continuo rimando tra padre e figlio, tra gli insegnamenti che faticosamente cercano di essere trasmessi e la normale “ritrosia” dei figli nell’accettarli. E’ un Bono maturo quello che scrive e che, solo nel 1993, da padre, riesce a capire il messaggio che il buon Bob ha provato per anni a fargli arrivare. C’è tutta la consapevolezza di un figlio ormai cresciuto.
Le difficoltà di relazione che Bono aveva con Bob (il rapporto con il padre sarà affrontato anche in altre occasioni come per esempio in Kite o in Sometimes you can’t make it on your own) si coniugano con la storia di Hank che ebbe un rapporto molto complicato con il padre.
Get it right
There’s no blood thicker than ink
Hear what I say
Nothing’s simple as you think
Wake up
Some things you can’t get around
I’m in you
More so when they put me in the ground
Convinciti bene
Non c’è sangue più denso dell’inchiostro
Ascolta ciò che dico
Niente è semplice come credi
Svegliati
Alcune cose non puoi superarle
Io sono in te
Più di così quando mi mettono nella terra
Questa parte con il potentissimo verso “There’s no blood thicker than ink” (“Non c’è sangue più denso dell’inchiostro”) scritto da Bono è quasi certamente un altro riferimento a Bukowski. Nel 1955 Hank fu ricoverato in ospedale per una grave ulcera causata dall’abuso di alcool e fu soccorso dal padre che, donando il sangue necessario per la trasfusione, di fatto gli salvò la vita. Nonostante tutti i litigi vissuti e tutte le brutte cose che aveva scritto su di lui, il padre era infatti subito corso in aiuto del figlio nel momento del bisogno, donandogli il suo sangue. Dopo quell’episodio Charles Bukowski iniziò a scrivere poesie.
Hank prova rabbia nei confronti del padre, ma non riesce a recidere il legame che lo tiene legato a lui… Rabbia e rimpianto. Quando il padre morirà, Charles gli dedicherà la struggente poesia “I gemelli” che racconta l’indissolubile connessione tra i due, così diversi, ma così vicini.
I gemelli
A volte insinuava che ero un bastardo e io gli dicevo di ascoltare
Brahms, e gli dicevo di mettersi a dipingere e di bere e di non farsi
dominare dalle donne e dai dollari
ma lui mi gridava: Per Amor di Dio ricorda tua madre,
ricorda il tuo paese,
ci farai morire tutti!…
giro nella casa di mio padre (che non aveva finito di pagare
dopo 20 anni dello stesso lavoro) e guardo le sue scarpe stecchite
il modo in cui i suoi piedi incresparono il cuoio, come se irosamente
stesse piantando rose, e così era, e guardo la sua morta sigaretta,
la sua ultima sigaretta
e l’ ultimo letto in cui dormì quella notte, e sento che forse dovrei rifarlo
ma non posso, perché un padre è sempre il tuo maestro anche quando
non c’è più; credo che queste cose siano accadute molto spesso
ma non posso fare a meno di pensare
morire su un pavimento di cucina alle 7 del mattino
mentre gli altri friggono le uova
non è poi così brutto
se non capita a te.
Ecco, stacco un’ arancia e le tolgo la buccia lucente;
le cose sono ancora vive: l’ erba cresce che è un piacere,
il sole fa piovere i suoi raggi fra i giri di un satellite russo,
un cane, sciocco, latra chissà dove, i vicini spiano dietro le tendine.
Io qui sono un estraneo, e sono stato (immagino) la pecora nera,
e non dubito che m’abbia dipinto proprio bene (il vecchio e io
lottavamo come leoni di montagna) e dicono che abbia lasciato tutto
a una donna di Duarte ma non me ne importa un fico – se lo tenga:
era il mio vecchio
ed è morto.
Dentro, mi provo un vestito celeste
la cosa migliore che abbia mai idossato
e muovo le braccia come uno spaventapasseri nel vento
ma non serve:
per quanto ci odiassimo
non posso tenerlo in vita.
Identici eravamo, avremmo potuto essere gemelli
il vecchio ed io: almeno così dicevano.
Teneva i suoi bulbi nel crivello
pronti per essere piantati
mentre io me la spassavo con una battona della 3a strada.
Va bè, lasciateci questo momento: ritto davanti a uno specchio
nel vestito di mio padre morto
mentre aspetto
di morire anch’io.
Pur non arrivando ai livelli di conflittualità sperimentati a casa Bukowski, Bono ha conosciuto le difficoltà che possono derivare dal rapporto col padre, per di più nei complicati momenti che seguirono la morte della bellissima Iris. Una casa piena di uomini arrabbiati… Non proprio l’adolescenza che sognava per sè. Nell’ultimo tour, ricordando quei complicati momenti, Bono ha voluto omaggiare suo padre (e i padri degli altri componenti della band) con questa rinnovata Dirty Day (pare infatti che “Dirty day” fosse proprio un tipico modo di dire del suo vecchio)… I volti dei quattro padri occupavano infatti lo schermo gigante che divideva le arene dove si sono tenuti i concerti. Un omaggio per chi ha seminato e annaffiato quelle pianticelle che oggi sono gli uomini che compongono gli U2: da figli inquieti ad adulti che capiscono pienamente il comportamento dei loro genitori. Si chiude così il cerchio che unisce Innocence ed Experience.
E’ un vero peccato che Dirty day sia stata suonata giusto una decina di volte nello ZooTv e solo in tre occasioni nell’E+I tour appena concluso. Nel 2018 infatti abbiamo potuto riascoltare questo vecchio brano solo in due delle quattro date dublinesi e nell’ultimo concerto del tour a Berlino, tenutosi il 13 novembre, che era casualmente proprio il compleanno di Bob Hewson. Un regalo rarissimo che ci resterà dentro per sempre.
(Photo by U2place)
Questo approfondimento non ha certo carattere enciclopedico (come sintetizzare brevemente le vite dei nostri U2 e di Charles Bukowski?), ma solo una serie di spunti che chiunque potrà indagare, arricchendo la discussione.
Fonti: contributi degli utenti del nostro forum, bukowskiforum.com, il film Born into this, U2gigs, Youtube, Wikipedia, varie ricerche online.