Ecco la traduzione integrale di un articolo apparso sulla nuova edizione di “RollingStone USA”. Grazie a Mikaela72 del nostro forum per la traduzione! (link).
Bono storms back
Due giorni dopo aver aperto il Tour Europeo, il 6 agosto allo Stadio Olimpico di Torino, il cantante della band è seduto nella sua casa vicino Nizza, in Francia (la schiena esposta al sole del primo pomeriggio, con la brezza del mar Mediterraneo che si riversa dentro attraverso la finestra) e parla in modo eccitato e con gratitudine a proposito degli ultimi mesi appena trascorsi: il momento in cui ha sentito che qualcosa di grave succedeva alla sua schiena, durante le prove del Tour in Nord America, l’intervento d’emergenza il 21 maggio a Monaco per un ernia del disco, le sei settimane passate nel letto d’ospedale, l’entrata sul palco a Torino , le furiose distorsioni della chitarra in “Return of the sting ray guitar” una delle diverse canzoni che
gli u2 hanno scritto e registrato negli ultimi mesi.
“Ho un gene che mi porta ad annoiarmi” ha ammesso Bono durante l’intervista per il report esclusivo sul Tour presente nel numero in edicola di Rolling Stone. “Come indole, a volte, sono un po’ arrogante, lo riconosco, ma mi sto anche divertendo molto, è un buon momento” e questo si nota nella nostra conversazione. Quello che segue sono stralci non ancora pubblicati dell’intervista, sullo show, sulla musica degli U2 e il loro futuro, come il cantante vede tutto ciò.
La serata d’apertura.
A torino ho notato un interessante autocontrollo, un portamento, nei movimenti sul palco. C’era una componente naturale nel modo in cui hai affrontato il palco e preso a pugni l’aria. Non stavi provando, eri proprio in forma. C’era confidenza, senza eccesso di zelo.
Mi sono svegliato la mattina del concerto con un po’ di ansia:” Ce la farò a raggiungere quelle note? Le ho dentro di me? Abbiamo quello che serve per rendere questa esperienza tale da essere ricordata dalle persone per tutta la vita? O faremo la figura di quettro musicisti straquotati che suonano in uno stadio di calcio? È un posto inconsueto per fare della magia. E questa è la nostra scelta. Siamo degli alchimisti, tramutiamo la merda in oro . E lo condividiamo.
Ma tu non stavi solo uscendo da un letto, arrivavi proprio da una tavolo operatorio.
Ero molto nervoso, molto, molto nervoso. Avevamo fatto delle prove le due sere precedenti. ED ero a posto. L’avevo superato. Ma sono solito immergermi completamente. Non ero abituato a quel sentimento che sentivo dentro di me. E non mi piaceva.
Questo sentimento è sparito quando sei uscito fuori? Quando hai iniziato con quei movimenti in stile Muhammed Ali, tirando pugni nell’aria, sembrava volessi affermare “ Non voglio ucciderti, ma sono pronto a prevalere”
Beh, quando ho visto Larry Mullen regalarmi una stanging ovation ho capito che stava succedendo qualcosa (ride). Quindi è stata una serata speciale, effettivamente, ed è passata. È interessante il concetto di Boxer. C’è un po’ di questo, un po’ del Boxer che arriva sul ring e parla a se stesso. Il che è una cosa che non penseresti mai sui Boxers. Quando arrivano pieni di se , si pensa che stiano cercando di dimostrare cosa sono capaci difare. In realtà parlano a se stessi, Ali dice a se stesso cosa ha bisogno di fare.
Dietro “L’Orizzonte”
A distanza di un anno qual è il tuo approcio a No Line on The Horizon? Sei deluso del fatto che i vostri fans non lo hanno apprezzato tanto quanto AB E JT?
L’ho riascoltato l’altro giorno e non mi è arrivato. Non è molto accessibile, come testo e come musica. Moment of surrender, canzone notevole dell’album, ricordo cosa ci è successo, è successo li (fa segno verso la porta della sala accanto). È stato divertente. Non so perché avevamo bisogno di una sessione così intensa, mi piace che la musica sia gioiosa, ma si è responsabili solo di una parte di ciò che succede. Così abbiamo realizzato un lavoro davvero difficile. Avrei dovuto ammetterlo. Se fossi un adolescente lo avvertirei come un film europeo, un opera di Art-House.
Ma inizialmente avete basato il tour su questo disco. Nei primi concerti aprivate con almeno quattro canzoni dell’album. Troppe?
Credo che si possa guardare ai due anni appena passati come ad un insieme di intensità. E noi ci interroghiamo a proposito dell’ascolto che facciamo, ma gli ascoltatori chiedono di noi. Loro vogliono essere provocati, non si aspettano che gli u2 siano una facile cavalcata. Infatti uno dei pezzi più riusciti dell’altra sera è stata “Get on your boots”. La canzone alla fine ha funzionato. C’è voluto un po’. Ma ho sempre saputo che dentro si nascondeva una grande canzone. Adesso è punk-rock mentre prima era più stile Prince. C’è stato un momento in cui Prince faceva R&R con un suono seduttivo, ed era ciò che c’era nelle nostre teste per “GET on your Boots”. Ma in realtà la canzone ora è molto più punk-rock.
La setlist di torino è stata interessante perché le due nuove canzoni che avete eseguito erano completamente sconosciute al pubblico, The return of .. e Glanstonbury: un Rock and Roll profano che prende a calci la parte spirituale del concerto. Poi c’è stata North Star, una ballata acustica ancora da rifinire.
La musica per noi è un sacramento. In quella canzone (North Star), ho pensato “è bello scrivere una canzone d’amore per l’universo”. “Glastonbury” è stata davvero divertente l’altra sera, abbiamo fatto una versione che sapevamo che prendeva di brutto, e alla fine qualcosa è successo, me lo sono perso un po’ (sogghigna). Edge si è esposto con Jimmy Page ( i due chitarristi hanno collaborato per il documentario “It might get loud”) e non se ne può fare a meno di cancellarlo. Poi adesso è un po’ Willie Dixon, tutti questi ragazzi blues. Edge ha fatto il suo bel riff. Ma io avverto “Glastonbury” più stile Chemical Brothers, The Prodigy.
La canzone è stata fatta per andare al festival (gli U2 erano in scaletta come ospiti al festival inglese, ma l’operazione di Bono li ha obbligati ad annullare la partecipazione). Come andare a un pellegrinaggio. Si dice anche c’è un fiore biancoche fiorisce due volte all’anno a Glastonbury. E la mitologia di Glastonbury arriva fino a Giuseppe d’Arimatea, l’uomo che ha aiutato a calare il corpo di Gesù dalla croce. Si narra che sia giunto fino In Gran Bretagna e abbia poggiato per terra il suo bastone, da cui appunto nacque l’albero su cui fiorisce questo fiore bianco (Bono canta parte della canzone, “Came to find a flowering rose/ The flowering rose of Glastonbury). Si suppone anche che abbia portato la coppa dell’ultima cena, il Santo
Graal.
Questa roba è così anni 70 (ride). Non ci posso credere che ne faccio parte. Andrò a glastonbury per questo. Tutti gli altri andranno per la musica, per stare con gli amici. Eravamo in quella stanza d’ospedale, io sotto morfina, e si abbatte su Paul McGuiness (Manager) il fatto che avremo dovuto cancellare tutte le date americane. E io me ne sono uscito con “Possiamo fare Glastonbury?”, il dottor Muller-Whlfahrt ha affermato “ Queste droghe sono più forti di quanto si creda” (ride).
Il prossimo album o albums.
Il tour ora è meno legato all’ultimo album ed è più legato alla vostra storia, le canzoni che avete proposto a Torino arrivano dalla profondità del vostro repertorio; il materiale nuovo. Tutto ciò rende lo spettacolo più fluido, permettendo a voi di fare qualcosa di più che sorprendente.
L’idea era quella di rendere protagonista il pubblico, e per noi di essere parte di questa comunità e poter eseguire una canzone nuova volendo. La gente veramente vede tutto ciò succedere, perché non c’è altrosul palco, non ti puoi nascondere.
Quindi ora c’è la diatriba “ah davvero ? facci sentire qualche nuova canzone . che ne dici di tre?” di sicuro qualcuno potrebbe ribattere “ non credo sia una buona idea”. Ma se io fossi un fan degli U2 è questo ciò che vorrei. Vorrei vedere una canzone nuova che si sviluppa. Potremmo scoprire che non è ciò che pensavamo, e non vedrebbe mai la luce. Ma abbiamo molte più canzoni da eseguire.
Quante?
Abbiamo Songs of ascent, che il lavoro meditativo, che va a completare No line on The Horizon. Abbiamo un album rock. Abbiamo anche un album di musica club-sounding. E poi abbiamo il materiale per SpiderMan (il Musical). Tra tutti e quattro ci sono 25-30 canzoni. Adesso dobbiamo decidere come pensiamo di rilasciarli? Chris Martin (dei Coldplay) mi ha chiamato e mi ha detto “ Ho sentito che hai tutti questi album in uscita. Ho una
grande idea. Perché perché non prendi le migliori dei quattro e le pubblichi ora? E io gli ho risposto”hmm..” (si accarezza il mento).
Perché noi non la pensiamo così. È un po’ da matti. In questo senso non apparteniamo al 21° secolo come crediamo, noi dovremmo mettere on line più canzoni, coinvolgendo i nostri ascoltatori nella scelta, se noi fossimo davvero moderni. Stiamo facendo solo supposizioni su queste canzoni, nessuno altro le conosce. Forse le persone sulla spiaggia le conoscono perché le abbiamo provate anche l’altra sera (sorride).
Come credi che cambierà lo show nel Nord America, la prossima estate?
Sarà grandioso. Noi avremo probabilmente un nuovo album, si penso probabilmente che lo avremo. Questo è meraviglioso. Queste persone stanno per avere dei biglietti per un concerto completamente nuovo con canzoni nuove. Il prossimo anno sarà molto eccitante.