Bono ed Edge ad uno dei concerti alla O2 Arena di Londra
The Edge parla del segreto della longevità dei giganti del rock, del loro nuovo spettacolare palco e del perché amano Glasgow. Sono stati la più grande band del mondo per decenni, ma gli U2 sono ancora affamati. Ricaricati dalla necessità di fare musica che fosse ancora rilevante, le leggende irlandesi non hanno interesse a diventare una band che si basa sul vecchio repertorio e mettono cuore e anima in tutto quello che fanno.
Il loro ultimo album Songs of Innocence è stato pubblicato l’anno scorso e rappresenta per la band un’altra vetta di creatività, con uno dei loro album più personali e appassionati.
Per il chitarrista The Edge, come anche per Bono, Adam Clayton e Larry Mullen Jr, l’idea di suonare semplicemente i loro classici non si realizzerà mai.
“E’ importante per noi. Penso che lo vedremmo come una veloce caduta se finissimo per suonare i greatest hits senza celebrare l’ultimo lavoro.
Non significa che dobbiamo suonare l’intero nuovo album, perché amiamo anche le nostre canzoni più vecchie. Quello che ci rende orgogliosi dal punto di vista professionale è che le nuove canzoni possono stare accanto alle vecchie. Nel contesto di questo album, dato che l’idea complessiva è molto precisa, si tratta di Song of Innocence and Experience, ritengo essenziali i rimandi tra il titolo e le canzoni. Finora abbiamo suonato dieci delle nuove canzoni in questo tour. Ovviamente, non le suoniamo tutte le sere, forse sei o sette sono sufficienti.
Sono molto contento del nuovo album e di come queste canzoni rendano dal vivo. Questo mi convince che per noi la cosa più importante sono ancora le canzoni.”
Bono alla O2 Arena, durante l’ieTour – foto di Samir Hussein/Getty Images
La band sta spostando la propria musica lontano dai grandi stadi all’aperto, che sono stati la loro casa per tanti anni, alle arene come la SSE Hydro di Glasgow. Le venue sono sempre grandi, ma per una band della caratura degli U2, sembrano quasi dei concerti nei club. Per il chitarrista questo ha dato nuove energia ai loro concerti e lui lo deve al fatto che i fan possono avvicinarsi molto di più ai propri eroi. Da sempre tenuti in grande considerazione, perfino Noel Gallagher si è unito a loro sul palco di Londra lo scorso lunedì.
“Lo adoro, perchè è diverso. Non è lo stesso spettacolo di quegli oceanici concerti negli stadi, ma adoro l’intimità di essere nella stessa sala del pubblico.
Amo il fatto che puoi letteralmente vedere tutti, non c’è la sensazione che tu stia soltanto suonando per una grande indistinta massa di corpi. In particolare con questo show, puoi vedere ogni singola persona, magari non il bianco dei loro occhi, ma basta guardarli per capire se sono presi dal concerto.”
Naturalmente, essendo un tour degli U2, non mancano spettacolo e innovazione, con la band che si sforza come al solito di creare qualcosa che nessuno ha mai visto prima, con un impressionante accompagnamento visivo che fa vivere le loro canzoni.
The Edge dice: “Sta andando alla grande. Stavamo cercando di immaginare come fare qualcosa che non fosse mai stato fatto nelle arene. Abbiamo iniziato parlando con i nostri progettisti e una cosa che ci è davvero piaciuta era l’idea di usare l’intera lunghezza del pavimento dell’arena in modo che ci fosse una passerella fra i due diversi palchi. Una volta avuta quella idea, l’altra cosa di cui abbiamo parlato è stata quella di avere un qualche tipo di schermo che dividesse il pubblico e che fosse parte del tema dello show, questa divisione. Ci siamo davvero elettrizzati già solo per questa cosa, ma poi il nostro team ci ha risposto “Potremmo farlo a due facce e forse voi potreste andarci dentro”.
Lo chiamiamo The Barricage (barriera-gabbia ndr). E’ uno schermo gigante, ma è anche questa cosa che divide il pubblico nel mezzo dell’arena ed è qualcosa nel quale possiamo esibirci, quindi è multifunzionale.
Quando abbiamo iniziato a suonarci in giro all’avvio del tour, abbiamo capito che c’erano molti modi di usarlo per sovrapporre qualcuno che era davvero lì ad un’immagine sullo schermo e questo ha portato ogni genere di idea nelle prove, alcune delle quali sono ora nello show.
Si è trattato davvero solo di avere questa tecnologia, giocarci a fondo per vedere cosa farci e poi gestirla. Ci sono stati molto divertimento e molti esperimenti prima dell’inizio del tour.”
Chiunque abbia assistito ad una delle date del tour ha visto una band al massimo delle sue potenzialità. Gli U2 non fanno niente in maniera meccanica, ma suonano ancora con tutta la passione e l’impegno che hanno sempre avuto, con quello spirito punk rock con cui hanno iniziato e che è ancora ben presente, cosa che The Edge reputa essenziale.
“Abbiamo tenuto duro su questo aspetto. La nostra musica significa davvero molto per noi, c’è vera emozione in essa. In modo abbastanza strano risulta davvero emozionante suonare dal vivo queste canzoni così personali. In momenti diversi, mi sono sentito catturato da quello che succede nelle canzoni e penso che questo valga sia per il pubblico che per la band.”
Gli U2 alla O2 Arena di Londra, Samir Hussein/Getty Images
Con così tanti anni alle spalle, è notevole che la formazione originale sia ancora intatta. La ragione è che sono buoni amici e lo sono sempre stati.
“Ci vediamo spesso quando non siamo impegnati ufficialmente nell’ambito del mondo U2 perché è sempre bello tornare insieme. In realtà questo è un problema quando siamo in studio perché parliamo troppo e non suoniamo abbastanza visto che ci piace passare il tempo insieme. Dobbiamo essere un po’ più disciplinati. Ci sono sempre piccoli disaccordi, ma non c’è mai un altro ordine del giorno in via di definizione, tutti vogliamo la stessa cosa e si tratta di un grande disco e di un grande tour. Abbiamo un grande cantante, un grande batterista e un grande bassista. Nessuno desidera qualcosa di diverso rispetto all’essere nella band. Molti gruppi si sciolgono per via della competizione interna e delle lotte a proposito di chi deve essere l’autore delle canzoni dell’album. Abbiamo evitato tutto questo. Negli anni c’è stato un grande aiuto da parte degli altri membri della band, che si trattasse di supporto o di critiche costruttive. Siamo una vera band in quel senso, il vero senso di prendersi cura l’uno dell’altro.
E’ questa amicizia e il costante desiderio di creare nuova musica che li tiene insieme. Guardando al futuro, The Edge forse non sa cosa riserva per loro, ma non vede l’ora di scoprirlo.
“Siamo per molti versi del tutto in territorio ignoto, ma siamo determinati a tenere la band in vita dal punto di vista creativo il più a lungo possibile. Per il prossimo futuro, abbiamo intenzione di dare il nostro meglio per continuare a scrivere canzoni e fare tour che siano, si spera, innovativi come questo. Tutto cambia di pari passo con i cambiamenti culturali, ma non abbiamo intenzione di cedere dal punto di vista delle ambizioni creative.”
Il tour è stato un grande successo e la band apprezza la risposta che stanno ricevendo, ma il chitarrista sa che il meglio deve ancora arrivare, mentre stanno per suonare a Glasgow, una città che tengono nel massimo riguardo.
The Edge spiega: “Fin dai tempi dei primi spettacoli che abbiamo fatto al Barrowland, abbiamo sempre avuto questo rapporto speciale con il pubblico di Glasgow. Glasgow e Dublino sono assolutamente il meglio in termini di reazione del pubblico. C’è un limitato numero di città in giro per il mondo dove sappiamo di poter suonare e avere una reazione e un coinvolgimento impressionanti da parte del pubblico. Glasgow, fin da quei primi giorni al Barrowland, è stata lassù in cima alla lista.”
FONTE: intervista del Daily Record, interamente tradotta dallo staff di U2place