CHICAGO 3 GIUGNO, SOLDIER FIELD
SETLIST IN AGGIORNAMENTO
01. Sunday Bloody Sunday
02. New Year’s Day
03. America (snippet) / Bad / America (snippet)
04. Pride, in The Name Of Love
05. Where The Streets Have No Name
06. I Still Haven’t Found What I’m Looking For
07. With Or Without You
08. Bullet The Blue Sky
09. Running To Stand Still
10. Red Hill Mining Town
11. In God’s Country
12. Trip Through Your Wires
13. One Tree Hill
14. Exit
15. Mothers Of The Disappeared
encore(s)
16. Beautiful Day
17. Elevation
18. Miss Sarajevo
19. Ultraviolet
20. One
21. I Will Follow
twitter pureoc85
Le notizie che arrivano da Londra non sono per nulla liberatorie, cerchiamo di concentrarci sul concerto degli U2, questo il link audio scelto stasera: http://mixlr.com/tom-ryan-3/
ore 4.09 in Italia, Pogues On air, sta per iniziare il concerto, stadio strapieno. Ore 4.13 si inizia con Sunday Bloody Sunday, How Long How Long Must We Sing This Song? Si rompono gli indugi e si entra nell’aria di New Year’s Day, un graditissimo recupero fisso nella setlist del 2017. All Is Quite On New Year’s Day, Edge è perfetto nella sua parte tastiera/guitar, Bono riceve una tiepida prima risposta dalla platea e presenta la band alla vecchia.
Il pezzo termina rabbioso e forse una nota in anticipo a quanto pensavamo, poi risuona la base inconfondibile di Bad, snippet America di Simon & Garfunkel’s all’inizio della canzone, come già sentito a Houston lo scorso 24 maggio.
E’ un sound confortevole e Bono con la voce è presentissimo, i Wide Awake sono altissimi ed il pezzo termina ancora con lo snippet America: All come to look for America e la venue risponde a tono. La band è ancora sullo stage B, schermo spento e luci solo su di loro.
Pride, in The Name Of Love! di seguito, senza pausa. Un boato accoglie il riff di chitarra di Edge ed accompagna la canzone con cori alti fino alla fine. Si spegne con il pubblico a scandire il tempo. Silenzio nella venue, solo la folla fino all’intro di Where The Streets Have No Name ed un’ondata di calore ci accoglie, come sempre, infinita.
Lo schermo si accende ed è completamente rosso, la sagoma del Joshua è lo sfondo della nostra vita e quando Edge decide di far partire la sua intro lunga c’è da impazzire, momento altissimo. Siamo sempre orgogliosi!
Streets senza indugi, corre, corre fortissimo e scorre, scorre nel nostro sangue.
tweet McRauss9
Ovazione al termine del miglior pezzo della storia della musica.
Siamo ufficialmente nel 1987, si celebra Joshua Tree, al secondo posto dell’inarrivabile disco c’è I Still Haven’t Found What I’m Looking For, a passeggio per il Trip di Las Vegas ed ancora la venue accompagnano fino al termine della canzone.
Here We Are, Thank you for 30 years of patience di Bono e si sente partire With Or Without You, parte bassa e sembra quasi lenta, ma è un crescendo per un pezzo che nel 1987 era il marchio di fabbrica degli U2, chi non ricorda quel video in bianco e nero.. Nel 2017 lo schermo è una fantastica vista di Zabriskie Point, la definizione video è impressionante e tutto alimenta il grande momento che vissuto in diretta è profondo. La seconda parte del pezzo è evocativa e Larry la svolta a suo piacimento, Bono carica la platea per l’urlo finale e Chicago risponde da par suo.
Negli Stati Uniti ci sono grandissimi fan di Joshua Tree e continua l’ovazione al termine di ogni pezzo.
Bullet The Blue Sky, a memoria, Edge asseconda ogni istinto di Larry e di Adam, adoriamo profondamente Edge in questa parte!! Sempre intensa, We Run Into your Arms, Of America! E si passa ad un meraviglioso sound che ci scalda, Running To Stand Still, che delicatamente ci arriva nelle orecchie ed è giusto piangere, still running è un flashback targato Rattle&Hum, sono pezzi della nostra vita che abbiamo la fortuna di rivivere alla grandissima nel 2017, il pezzo termina con Bono all’armonica, grande emozione, grande classe. “Chris Cornell…still running“, Bono.
tweet Minniowamedia
Red Hill Mining Town, From Father To Son e si vola via, oramai siamo in Joshua Tree, la mitragliata continua con In God’s Country, ed è un onore poter scrivere una setlist così potente.
Desert sky
Dream beneath a desert sky
The rivers run but soon run dry
We need new dreams tonight
That’s true all over the world right now
Trip Through Your Wires, ancora armonica di un Bono vintage e clima più giocoso all’interno dello Stadio. Al termine risuona One Tree Hill, sempre dedicato a Greg Carrol, il povero roadie di Bono deceduto in un incidente nella sua moto prestata… Bono “we adopted him, he adopted us”
Accogliamo il meraviglioso riff di Edge, poesia vera.
Si continua con la traccia numero 10 di Joshua, Exit, suonata con grande passione, la profondità del sound U2 riempie gli spazi, Adam, Larry ed Edge coordinati e Bono accelera a piacimento, sul palco ha anche alcune movenze alla McPhisto. Eeny Meeny Miny Moe!
Mothers Of The Disappeared, a chiudere il lato B del celebre disco.
tweet Minni Iowa Media
Gli U2 tornano sul palco dopo una pausa di circa 2 minuti, nei precedenti concerti non era così prolungata. Beautiful Day, a riportarci in ambiti più contemporanei, ma pezzo molto amato negli States.
See the world in green and blue
See China right in front of you
See the canyons broken by cloud
See the tuna fleets clearing the sea out
See the Bedouin fires at night
See the oil fields at first light
And see the bird with a leaf in her mouth
After the flood all the colors came out
Questa parte finale è ‘remixata’, effetto gradevole e risulta un boost sul sound. Ottima versione
Subito dopo tocca ad Elevation, platea scatenata e pezzo tirato fino alla fine.
Nello schermo Omaima parla al cuore, sull’intro dell base di Miss Sarajevo, nella quale svetta la parte di Lucianone Pavarotti, l’amore giungerà, l’amooooor che non so più pregare, l’amore che non so più sperare, quell’amore che non so aspettare.
Colin Farrel avvistato in vip zone, mentre Bono dedica a tutte le Donne il prossimo Ultraviolet, suonata molto molto meglio rispetto alle prime due proposizioni di questo tour. Sullo schermo volti femminili con alti profili, bipartisan.
Bel pezzo al termine del quale si insinua One, che è la solita calda carezza. “we lift each other up in a church not made with hands” – Bono.
Ringraziamenti alla Crew ed a tutti i Maestri che supportano il concerto, da Corbijn a Williams, Bono ringrazia e saluta tutti. Happy Birthday dedicato a Chris Blackwell, fondatore Island Records. Suggeriamo un approfondimento sui primi mesi del 1980 per capire il fondamentale ruolo di Blackwell vera fondamenta della storia degli U2. Forza Studiosi!
Al termine I Will Follow, amore incondizionato della madre per il figlio e nostro amore incondizionato alla nostra band. Pezzo al solito molto energico per il quale bisogna attingere l’ultima energia della serata. Ovazione al termine al Soldier Field.
Termina così il primo concerto di Chicago, band on fire, oramai i pezzi sono affinati ed il periodo di rodaggio è terminato, il Joshua Tree Tour è concreto ed ogni serata è destinata ad alimentare la nostra storia.
Buona domenica….Cari Fan!
tweet di hnp_hjnovak, al termine di Ultraviolet