Willie Williams continua a raccontarci il suo iNNOCENCE & eXPERIENCE Tour, parte seconda

Willie WilliamsWillie Williams continua la sua intervista la cui prima parte era stata pubblicata qualche giorno fa.

Live Design: Parliamo un po’ del team creativo di questo tour.

Willie Williams: Il gruppo è meravigliosamente diverso, fondato su molte esperienze diverse. Gavin Friday è il direttore esecutivo, sebbene il suo ruolo sia stato veramente pratico durante le prove. E’ amico della band fin dall’infanzia ed è anche un cantante e un artista. Ha uno straordinario istinto e intuito per ciascuna parte della produzione.

Nonostante questo Es Devlin e Ric Lipson sono stati gli scenografi. Ancora una volta, questo non copre tutto il raggio d’azione del loro lavoro, essendo stati i miei primi collaboratori fin dall’inizio del progetto e attraverso le sue tante ripetizioni.

Joe O’Herlihy è stato una star, come al solito, come direttore audio, in circostanze senza precedenti. Joe ha lavorato con gli U2 addirittura per più tempo di me, e uomini più deboli avrebbero mollato decenni fa, dati i parametri coi quali ha dovuto fare i conti per lavorare. Il suono è una dei veri punti di forza di questo show ed è nato dal fatto che il palco si allunga per tutta la superficie dell’arena, e quindi un classico sistema audio posizionato su un lato non avrebbe funzionato a dovere.

Sharon Blankson è la responsabile del guardaroba ma, avendo sempre fatto parte della vita degli U2, è in grado di aiutare in ogni settore, come anche Morleigh Steinberg, ufficialmente la coreografa ma anche lei in grado di aiutare l’intero show. “Smasher” – Stefaan Desmedt – completa il team creativo, svolgendo il ruolo di regista del tour, che dirige l’accensione delle telecamere dal vivo, mentre pilota un aereo con la mano sinistra.

 

LD: Com’è lavorare con due scenografi? Com’è stato collaborare tutti insieme?

WW. Es, Ric ed io abbiamo apprezzato tantissimo la nostra collaborazione, soprattutto perché noi tre difficilmente lavoreremo ancora insieme, essendo improbabile che uno qualcuno possa decidere di assumere due gruppi diversi per progettare uno show.

E’ successo perché quando abbiamo iniziato a progettare questo spettacolo, ero consapevole che stavamo per perdere Mark Fisher, che è stato un pezzo importante delle nostre vite per molti anni. Per riuscire a sopportare questa perdita, ho invitato Es a unirsi al team e a venire al primo incontro creativo con la band nel Marzo 2013. Mark stava ancora abbastanza bene da esserci, ed io fui pronto a chiamare anche Ric, avendo apprezzato la collaborazione che avevamo avuto per altri progetti. Inizialmente Es scherzava sul fatto di non essere sicura di quale fosse il suo ruolo, considerato che Mark era chiaramente il capo progettista tra di noi, così abbiamo deciso che lei sarebbe stata “la tirocinante” e avrebbe imparato dal maestro. In modo ironico e davvero molto triste, Mark morì proprio tre mesi dopo e così, lontana dall’essere una tirocinante, la presenza di Es è stata di grande importanza per provare a riempire quel vuoto.

Per me è stato personalmente di grande aiuto avere a disposizione due studi di progettazione, anche in considerazione del fatto che lo studio di Es e Stufish lavorano in modi completamente diversi. Sto provando a non abituarmi a questa idea. La divisione dei compiti è venuta in modo abbastanza naturale, ma le situazioni più interessanti sono state quelle in cui tutti e tre “cazzeggiavamo” sulla carta.

 

LD: Com’è che tutta la progettazione si è integrate, dal punto di vista artistico e tecnico?

WW: La parte centrale è quella sorta di schermo- palco-passerella-impianto luci che attraversa l’intera lunghezza dell’arena. Comprende una passaggio tra due muri fatti di schermi LED semitrasparenti V-Thru [PRG Nocturne], con travi d’illuminazione che passano sopra e sotto la passerella. Corrono dentro e fuori e,utilizzando delle scale ed un ascensore, sono usate dai membri della band in momenti diversi, andando praticamente ad interessare ogni aspetto del tour.

Ci sono molte canzoni per le quali abbiamo creato delle rappresentazioni che combinano persone, luci, contenuti video e immagini delle telecamere. Ce n’è una che è un collegamento al tour Sound and Vision di David Bowie, nella quale il vero Edge suona mentre si trova nella mano di un Bono trasmesso con dimensioni da King Kong. Un’altra scena ha tutti e quattro i membri in linea, che appaiono e scompaiono grazie ad una fascia digitale di luce gialla abbagliante che Raff Bueno, il nostro capo del motion control, descrive come “se i Nine Inch Nails avessero un carro di carnevale, somiglierebbe a questo”.

Ci sono altre scene che credo non siamo mai state presentate, come quella con Bono che cammina sospeso in aria, nel mezzo di un cartone animato surreale che ricostruisce la strada in cui è cresciuto, visibile da entrambi i lati dell’arena contemporaneamente. Poi, non appena ci sentiamo a nostro agio, ci troviamo di fronte ad un’esplosione fragorosa di una macchina a Dublino, che è più o meno la cosa più intensa che si possa immaginare. Di sicuro nel rock ‘n’ roll non c’è stato niente di simile prima che è assolutamente emozionante per un gruppo di persone che hanno lavorato insieme per più di 30 anni.

Abbiamo dovuto interamente reinventare l’idea di impianto audio per le arene, considerata la natura dello spettacolo che si svolge in tutte le direzioni e che la band si sposta su tutto il perimetro dell’arena. Joe O’ Herlihy e Clair sono partiti da zero e, ancora una volta, erano pronti a fare gioco di squadra fino ad un punto tale che avrebbe scacciato la maggior parte dei sound designer. La pazienza che negli anni Joe ha avuto con me non può essere superata. Se si fosse impuntato e avesse detto che era impossibile, semplicemente non avremmo potuto farlo. Il risultato è che abbiamo una qualità audio che sta ottenendo critiche entusiastiche sulla stampa tradizionale. Il suono è come dappertutto, più che essere sparato da un’estremità.

Un fantastico effetto secondario delle casse che diffondono in tutta la sala è che accresce lo spazio aereo in modo incredibile; la grande nuvola nera è scomparsa! Quando entri nell’arena, guardi in alto e ti senti come non ci fosse davvero molto da vedere, che è in qualche modo ironico considerato che è lo show indoor più pesante della storia dello spettacolo.

Buon Tour a tutti!

 

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