Anche Flood dice la sua sul nuovo album degli U2

Scott Calhoun di atu2 ha recentemente avuto l’opportunità di porre alcune domande a Flood – AKA, Mark Ellis – che ha lavorato a vario titolo su diversi album degli U2 a partire da The Joshua Tree. L’intervista, condotta di recente nello studio di Flood, si è concentrata principalmente sul 20° anniversario di Zooropa, l’album che ha prodotto durante una pausa dello Zoo Tv Tour nel 1993. L’intervista completa verrà pubblicata a fine settimana sul sito atu2, di seguito un estratto, in cui Scott ha chiesto a Flood cosa ne pensa del prossimo disco degli U2 e del tentativo della band di rimanere rilevante.

Scott Calhoun: Pensi che il prossimo album degli U2 abbia buone possibilità di essere così popolare come i loro album di allora?
Flood: Sì, assolutamente.

S.C. : Hai ascoltato qualcosa del disco?
Flood: No. per quel che ne so io, hanno lavorato solo con Danger Mouse. Non credo che nessuno dei quattro soliti sospetti sia stato coinvolto.

S.C. : Pensi che gli U2 possono ancora fare un nuovo album in grado di connettersi con noi così come gli album più vecchi?
Flood : La mia speranza, conoscendo il lavoro di Danger Mouse, è che egli saprà fare in modo che le canzoni siano di una certa levatura e che ci sia un qualche tipo di connessione, cosa che fa molto bene. Penso che sia veramente bravo a farlo. Non importa se si tratta di Gnarls Barkley o The Black Keys, si sa, le canzoni toccano un nervo. Io, personalmente, ho sempre messo in discussione, dal momento che Bono si è impegnato in politica, la capacità di raggiungere la sua parte più intima e davvero metterla fuori come ha sempre fatto. Ma questo è quello che mi auguro venga fuori.

S.C. : Cosa pensi che Bono voglia dire con il suo recente discorso circa l’essere rilevante, e gli U2 possono ancora suonare in posti più intimi?
Flood : Penso che ci siano un sacco di cose in gioco. Credo che l’età sia una cosa. Penso che più si invecchia, più è difficile parlare di cose che si adattino a tutti nello stesso modo. Parlare d’amore a un ventenne essendo un cinquantenne è quasi impossibile. Ma forse le cose interessano in modo diverso e forse quelle persone non sono più le stesse persone di allora. E con tutto il rispetto per gli U2 essi rappresantano la voce di quella generazione e ora c’è una nuova generazione.
Anche a livello umano, che cosa altro possono raggiungere? La maggior parte delle persone non ha mai nemmeno avuto la possibilità di intravedere neanche solo una piccola parte di una qualsiasi delle vite di loro quattro, per non parlare di avere l’intero pacchetto. Così, essere in grado di tornare in un luogo dove si può apprezzare e vedere le cose nel modo in cui tutti gli altri lo fanno, ho il sospetto che è questo che egli intende per rilevanza.
Quindi, per suonare in un piccolo club occorre che la gente desideri venire a vedere la band e far parte di questa energia, o venire perché questa band è una dei più grandi gruppi rock ‘n’ roll in grado di suonare su un palco dal vivo; ma la gente pensa che gli U2 possano ancora essere la stessa band a 50 anni, o potrebbero essere percepiti come i Rolling Stones? So che Bono ha sempre sofferto questa cosa, perché lui non vuole mai perdere di vista la persona che è cresciuta e ha fatto parte di quel piccolo gruppo in cui è stato guidato interamente dall’emotività. Non c’è nessun gioco razionale. Non ci sono soldi. Non c’è niente altro. E penso che per lui questa è la cosa importante, ma ovviamente con il tempo diventa incredibilmente difficile.

Fonte: atu2

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