In un’intervista rilasciata al giornalista Carly Lewis, il musicista irlandese Glen Hansard parla della sua amicizia con Bono.
Ricordiamo che i due artisti hanno collaborato più volte nel corso degli anni, soprattutto per sostenere cause benefiche e umanitarie.
Vi riportiamo alcuni estratti della lunghissima intervista che potrete trovare interamente al seguente link
Andiamo a suonare per strada insieme a Natale. Questo evento lo organizziamo ogni anno.
E se tutti gli artisti andassero a suonare per le strade della loro città nella vigilia di Natale? E fatti po’ di soldi li donassero ad un rifugio per senzatetto? noi lo facciamo per un rifugio di Dublino. E’ una bella idea – nessuna sicurezza, nessuna luce, nessun palcoscenico. Non costa nulla. Bono è sempre stato molto gentile, ogni anno è venuto e ha partecipato. E’ sempre una bella sorpresa per il pubblico quando si presenta.
Bono era in città [New York] e mi disse: “Che cosa stai facendo?”, “Beh, sto per suonare al Living Room”, “Forse vengo!”. Ho pensato “Non c’è alcuna possibilità”, invece sono stato assolutamente spiazzato. Lui davvero non può andare da nessuna parte e, tuttavia, è venuto lì e stava in piedi in fondo alla stanza. Poco prima di iniziare, mi disse: “hai inserito ‘The Auld Triangle’ nella tua setlist?” E io “se vuoi posso farlo”, “Perché no? Forse potrei cantare una strofa”. Il pubblico era veramente sorpreso e molto felice. E nessuno lo ha disturbato, nessuno ha chiesto un autografo. Era solo un cantante in un gruppo. Si è alzato, ha cantato e se ne è andato. E io ero così felice che lo ha fatto, perché lui non fa proprio questo genere di cose.
Gli U2 sono la più grande band in Irlanda, naturalmente. Sono la più grande band al mondo per alcune persone, probabilmente per la maggior parte delle persone. Gli U2 hanno qualcosa di sorprendente, la cosa strana è che quanto tu provi ad odiarli, poi creano una canzone che ti fa dire “Merda! Questa è davvero buona! Rispetto!”. Ho sicuramente un rapporto complicato con gli U2. Con lui, invece, è tutta un’altra storia. Lui è un tesoro. Ricordo di averlo incontrato come un bambino ed era una persona veramente speciale.
La prima volta l’ho incontrato a tarda notte. Era senza benzina ed io ero sul mio scooter. Stava spingendo la sua auto in un garage. Sono sceso dalla mia moto e l’ho aiutato a spingere la macchina. Abbiamo chiacchierato un po’. Ero davvero preso dall’album Green dei REM in quel momento e mi ha chiesto cosa stavo ascoltando. E io “R.E.M., Green, lo conosci?” Ed mi ha risposto: “Oh, io amo quel disco.” E conosceva molto bene anche i Pixies e Surfer Rosa. Sono rimasto veramente colpito. Penso che sia stato nel periodo di Rattle and Hum o forse era subito dopo Joshua Tree. E lui sapeva tutto di quella musica.
Ma l’incontro più importante tra me e Bono era avvenuto poco prima degli Oscar. Avevamo la nomination (vedi film “once”) ma poco prima è stata ritirata perchè qualche giornalista aveva trovato una registrazione di me e Markéta [Irglova] che eseguivamo uno dei brani in un club. Eravamo stati squalificati e Bono mi ha chiamato e ha detto: “Ho sentito parlare di questa cosa. Ti dispiace se almeno faccio qualcosa a vostro nome? Perché questa è solo una piccola cosa tecnica e non è un grosso problema.” E così ha scritto “Noi crediamo nella poesia. La poesia è ciò che guida il mondo. Ne abbiamo bisogno. Un ragazzo che viene da Grafton Street ha fatto questo film con i suoi compagni … ” Allora mandò questa lettera bellissima all’Accademia, tutta sulla poesia e mi disse: “Non posso cercare di aiutarvi con la nomination, ma parlerò di poesia.” E questo è quello che ha fatto.
Fonte | Exclaim.ca