La traduzione integrale dell’intervista a Bono e Edge pubblicata sul “The Irish Times”:
La Dublino di Bono: “Molto lontano da dove vivo”
Bono si sporge verso il mio volto tanto che i nostri nasi quasi si toccano e canta, senza accompagnamento: “Life begins with the first glance, the first kiss at the first dance, all of us are wondering why we’re here, in the Crystal Ballroom underneath the chandelier… We are the ghosts of love and we haunt this place, in the ballroom of crystal lights, everyone is here with me tonight, everyone but you.” (“La vita inizia con il primo sguardo, il primo bacio al primo ballo, tutti ci chiediamo il motivo per cui siamo qui, nella Crystal Ballroom sotto il lampadario… Siamo i fantasmi dell’amore e infestiamo questo luogo, nella sala da ballo delle luci di cristallo, tutti sono qui con me stasera, tutti tranne te.”). E’ cantata in stile sean-nós (uno stile di origine gaelica, ndr).
“Devo dirti qualcosa di veramente strano a proposito di questa canzone,” continua. “Si chiama The Crystal Ballroom, che era il nome di McGonagles in South Anne Street (ora abbattuto). Un’intera generazione di dublinesi è andata al Crystal Ballroom per ballare e molte coppie si sono incontrate lì. Mia madre e mio padre erano soliti ballare insieme al Crystal Ballroom e così la canzone che ti ho appena cantato, che non è stata ancora pubblicata, mi immagina sul palco di McGonagles con la mia nuova band che si chiama U2 (e agli inizi molti nostri concerti importanti si sono tenuti lì). Guardo verso il pubblico e vedo i miei genitori che ballano romanticamente mentre gli U2 sono sul palco.” Bono prende un respiro profondo e, parlando lentamente, aggiunge: “Ho appena realizzato che mia madre è morta 40 anni fa ieri, e oggi siamo qui a suonare il nostro nuovo album su Dublino, che parla della mia famiglia e di cosa mi è successo da teenager. Mia madre morì mentre era al funerale di suo padre. Ebbe un aneurisma cerebrale. Avevo solo 14 anni. Ed in questo brano canto Everyone is here tonight, everyone but you (Tutti sono qui stanotte, tutti tranne te). Per me è il sogno di vedere mia madre ballare ancora una volta al Crystal Ballroom e per lei di vedere cosa è successo a suo figlio.”
Tutto su mia madre
Siamo in una stanza senza finestre della sede centrale della Apple nella Silicon Valley, nella città californiana di Cupertino. Gli U2 hanno appena contribuito a lanciare una gamma di prodotti Apple ed è stato annunciato che il loro nuovo album, Songs of Innocence, è stato offerto agli utenti di Itunes. Anche The Edge è qui. Cerca sul suo telefono, trova The Crystall Ballroom e preme play. C’è silenzio nella stanza durante la riproduzione del pezzo. Dopo una lunga pausa un Bono chiaramente scosso mormora: “Il suo spirito era con noi oggi.” Questo nuovo album degli U2 può essere considerato come il “Tutto su mia madre” di Bono. La canzone Iris (Hold me close) – Iris è il nome della madre – lo vede cantare a proposito della sua morte prematura. “The ache in my heart is so much a part of who I am… Hold me close and don’t let me go… I’ve got your life inside of me… We’re meeting up again” (“Il dolore nel mio cuore è una gran parte della mia essenza… stringimi forte e non lasciarmi andare… Ho la tua vita dentro me… Ci stiamo incontrando di nuovo”). Stando in piedi e camminando per la stanza, sottolinea un verso della canzone: “Canto questo verso che dice “Iris standing in the hall, she tells me I can do it all” (Iris in piedi nella sala, mi dice che posso farcela) e poi c’è una frase tipica di una madre quando mi dice “mi farai morire”. Ma non ero io, non fui io a farla morire. Non fui io a farla morire. La madre è così importante nella musica rock. Mostratemi un grande cantante e vi mostrerò qualcuno che ha perso sua madre in tenera età: Paul McCartney, John Lennon. Pensate a Bob Geldof e a cosa successe a sua madre. Nell’hip hop, di contro, gira tutto intorno al padre – sull’essere abbandonati dal padre e cresciuti da una madre single. Ma per me gira tutto intorno a mia madre. Provavo rabbia e dolore per mia madre. Continuo a provare rabbia e dolore per mia madre. Cominciai ad incanalare queste emozioni nella musica e lo faccio ancora oggi. Ho davvero pochi ricordi di mia madre, ma sono tutti quanti nella canzone Iris.”
La madre di Bono l’ha visto cantare su un palco solo una volta, prima della nascita degli U2, ma Bono ha detto che se potesse rivivere un solo momento della sua vita, vorrebbe tornare indietro e cantare davanti a sua madre per la prima volta. A quattordici anni Bono – o più semplicemente Paul Hewson – aveva un difficile rapporto con suo fratello Norman (più grande di otto anni) e con suo padre, mentre cresceva in Cedarwood Road, a Glasnevin nella parte nord di Dublino, dopo la morte della madre. Senza più la madre, Bono si ritrovò a bussare alle porte dei vicini: i Rowen a pranzo, gli Hanveys all’ora del tè. Derek Rowen sarebbe poi diventato l’artista Guggi. Fionán Hanvey sarebbe diventato il musicista Gavin Friday dei Virgin Prunes. Nella nuova canzone Cedarwood Road Bono parla del ciliegio in fiore nel giardino dei Rowen. “I was looking for a soul that’s real then I ran into you and that cherry blossom tree was a gateway to the sun” (“Stavo cercando un’anima che fosse vera poi ti ho incontrata e quel ciliegio in fiore fu una porta verso il sole”). Nella periferia di Dublino negli anni ’70, dice Bono, il ciliegio in fiore “sembrava essere la cosa più lussuosa.” Poi The Edge interviene, spiegando nel dettaglio la politica del consiglio comunale di Dublino sui ciliegi in fiore. Non posso immaginare come sappia certe cose.
Finglas, Cabra, the SFX
Songs of innocence vede il tentativo degli U2 di riavvicinarsi all’energia giovanile della Dublino di fine anni ’70 e alla sua scena new-wave, incentrata su McGonagles, il Dandelion Market o sulle visite occasionali al SFX o al Top Hat, in Dùn Laoghaire. “Cercavamo di immaginare perché volevamo essere in una band all’inizio, i rapporti con le persone che avevano a che fare con la band ed i nostri primi viaggi – geograficamente, spiritualmente e sessualmente. E’ stata dura e ci abbiamo messo degli anni. Mettila in questo modo: un sacco di me*da è stata ritirata su.” dice Bono. Con canzoni che parlano di Finglas, del concerto dei Ramones al Cabra Grand e del bus preso a College Green per andare a vedere i Clash che suonavano al Trinity College, questo album sembra lontano decenni dal disco precedente. Ed in un certo senso è così.
Quando Bono parlò al The Irish Times a proposito dell’uscita di No line on the horizon, nel 2009, portò il reporter nello studio della sua casa a Dalkey, aprì una finestra e gli mostrò la sua vista del mare irlandese, una visuale nella quale non era visibile alcuna linea all’orizzonte – almeno quel giorno. La recessione irlandese stava ulteriormente peggiorando ed una rockstar multimilionaria stava assegnando il nome ad un album pensando alla sontuosa vista di cui godeva ogni giorno. Ma l’immagine che è arrivata questa settimana dalla festa di lancio di Cupertino è stata molto diversa: un vinile con copertina cartacea che richiama l’aspetto della prima uscita della band, nel 1979, l’EP U2 Three.
I bombardamenti di Dublino
Nel 2009 Bono mi aveva mostrato l’opera d’arte che Frank Sinatra gli aveva regalato; oggi parla di Superquinn a Finglas (il primo posto in cui gli chiesero un autografo, dopo la prima apparizione al Late Late Show), delle prime date degli U2 come gruppo di supporto ai The Stranglers al Top Hat (“Ci trattavano come me*de e così rubammo tutto il loro vino e giurammo che quando sarebbe stato il nostro turno, avremmo trattato tutti con rispetto”) e dell’autobus che prendevano per Marlborough Street per curiosare al negozio “Golden Disc”. Questa esperienza riaffiora nella nuova canzone Raised by Wolves, una specie di Sunday Bloody Sunday relativa ai bombardamenti di Dublino del 1974. “Le bombe erano preparate per esplodere tutte nello stesso momento, alle 5:30 di un venerdì pomeriggio,” Continua. “A quei tempi, in un venerdì del 1974, sarei dovuto essere al negozio Golden Disc in Marlborough Street, proprio dietro l’angolo rispetto a dove esplosero le bombe. Ma quel giorno ero andato a scuola in bicicletta e così dopo non avevo preso il bus in città come di solito.”
Ma questo non è un album nostalgico. Bono ricorda la violenza e le continue botte ricevute dai membri degli U2 e dai loro amici nei Virgin Prunes. “Qui non sto in realtà parlando dei Black Catholics (una gang che in quegli anni prese di mira i membri della band, ndr), quanto piuttosto del fatto che scatenavamo la loro violenza per via del nostro aspetto e delle bande che ci piacevano” aggiunge. “Gavin Friday era solito ricevere regolarmente calci in testa. Ma alla fine Gavin ha sempre avuto una grossa testa vuota. Poi sono andato un po’ oltre e ho ricordato tutta la violenza riservata alle donne dai loro mariti, le botte ricevute dai bambini dai loro genitori e del fatto che, in particolare in quel periodo, i preti abusassero sessualmente dei bambini.”
E poi c’era anche il disgusto per le proprie capacità musicali. Quando Bono aveva 17 o 18 anni, non credeva di avere alcuna speranza di stare in una band. “Questo perché cantavo come una ragazza. Non ce l’avrei mai fatta come cantante punk o rock con la mia voce da ragazza” dice. “Ma trovai la mia voce grazie a quella di Joey Ramone, ascoltando come cantava al concerto di Dublino. Anche Joey aveva una specie di voce da ragazza quando cantava – e quello fu il mio inizio.” In precedenza quella mattina, al lancio della Apple, avevano suonato la nuova canzone The Miracle (of Joey Ramone), che aveva trasportato i capi del settore tecnologico, che lo conoscessero o meno, al Cabra Grand.
Vorrei fossimo una band migliore
Il disgusto di sé è ancora lì. “La sincera verità è che vorrei fossimo una band migliore. Vorrei fossimo una band con più talento. Questa è la ragione per cui questo nuovo album non è uscito prima.” dice Bono.
The Edge puntualizza. “Come band siamo sempre stati o potenza o rumore. Ma ora gli U2 hanno così tante zone grigie. Non si tratta più di potenza, che è buono, o rumore, che è male… Devi capire quando non sta accadendo con noi e la cosa più massacrante è quando ti manca poco per farcela.”
“Si tratta anche dello straziante senso di umiltà a cui devo andare incontro in questi giorni.” dice Bono. “Il fatto è che non penso di essere capace di fare grandi cose. E Jimmy Iovine, ex produttore degli U2, mi ha detto qualcosa di pesante. Ha detto “Sei molto distante da dove vivi.” E questo fa male. Vivo a Dalkey, ma sono di Cedarwood Road e so quello che intendeva quando ha detto quella cosa. E’ stato molto imbarazzante per me sentire una cosa del genere. Ed è proprio per questo che l’album parla di Dublino.”
Album, soldi e tour: Bono spiega…
Il secondo album. Bono dice che un disco gemello di Songs of Innocence, dal nome Songs of Experience, verrà presto pubblicato. “Prossimamente collaboreremo con Apple a proposito di alcune cose particolari, e Songs of Experience dovrebbe essere pronto abbastanza presto. So di averlo già detto prima.”
Il bilancio finale. Contrariamente a quanto detto in giro circa il fatto che gli U2 avessero dato Songs of Innocence alla Apple gratuitamente, Bono conferma che la band ha invece ricevuto un pagamento per questo accordo. “Siamo stati pagati” dice “non credo nella musica gratuita. La musica è sacra.”
Il tour. “Non abbiamo una data stabilita per il prossimo tour degli U2, ma sarà il prossimo anno” dice Bono. “Abbiamo bisogno di buone idee per tornare dal vivo. Aspettatevi qualcosa di nuovo, qualcosa di fresco.”
(intervista di Brian Boyd, traduzione di Dominus)