Me & U2: il libro. La storia della vita di un fan degli U2. La loro musica, la sua vita!

Chi di voi ha assistito a qualche data del 360° Tour negli ultimi tre anni, avrà spesso notato, aggirarsi tra le persone in coda un personaggio alquanto peculiare, dalla folta chioma rossa che portava sotto braccio una pila di libri dalla copertina rossa e nera. Se avete aguzzato la vista avete anche scoperto che sulla copertina del libro era scritto “Me & U2”. Questo è, infatti, il libro che Cathal, l’uomo dai capelli rossi, ha deciso di scrivere un libro di ricordi legati agli U2 e alla loro musica nell’arco dei venticinque anni in cui è stato loro fan, e di vendere il libro ad altri fan per finanziarsi il tour. Proprio durante il tour, chi vi scrive ha avuto la possibilità di conoscere Cathal e di rimanere affascinata dall’avventura che questo ragazzo ha intrapreso. Per questo ho pensato potesse interessare anche ad altri fan come me conoscere la sua storia.
Se dopo aver letto quest’intervista concessa in esclusiva solo per U2place, vi sarà venuta voglia di acquistare i libri di Cathal (il secondo libro è una raccolta di racconti/recensioni dei vari concerti visti durante il 360° tour) potete farlo attraverso il suo sito oppure tramite il nostro link Amazon in formato eBook Kindle:

Me And U2

Potete anche visitare le sue pagine Facebook:

https://www.facebook.com/pages/Me-U2/104697002910046
https://www.facebook.com/meandu2documentary

Buona lettura
Eleonora

1) Innanzitutto, come ti è venuta l’idea del libro?

Stavo viaggiando in Indonesia nel 2008 e mi venne l’idea di scrivere un libro seguendo il successivo tour degli U2. Inizialmente pensai che il libro avrebbe potuto contenere alcuni racconti relativi agli anni precedenti della mia vita e all’essere stato fan degli U2 per oltre 25 anni. Una sera fredda e umida di gennaio 2009 uscii per una corsa nel parco il vicino a casa. Mentre correvo, ebbi un’illuminazione: avrei potuto scrivere un libro di memorie legate totalmente al fatto di essere un fan degli U2. Avrei potuto portarlo con me e venderlo durante il tour con la speranza così di finanziarmi il viaggio. Comincia a scrivere quella sera stessa e nell’arco di tre frenetici mesi avevo quasi finito il libro.

2) e l’idea di regalare il libro ad ogni primo fan in coda ai diversi show del 360°, come ti è venuta invece?

Quella è stata un’idea nata spontaneamente mentre camminavo lungo la fila per l’entrata al prato prima dello concerto inaugurale di Barcellona. Avevo avuto l’idea di stampare una parola su pezzi di carta differenti da inserire in una foto da scattare in ogni città; questo a lungo andare avrebbe composto il testo di una canzone di Bono modificato in modo da ricondurre il pensiero a‘Me & U2’ (chiamai la serie di foto ‘Words @ Gigs’ (parole ai concerti)). Mentre camminavo lungo la fila, pensai che avrei potuto fare una foto insieme alle persone che erano in testa. Decisi che sarei andato al primo concerto di Barcellona in veste di semplice fan e non per vendere il libro. Tuttavia portai con me dieci copie da regalare. Decisi poi di regalare il libro a un gruppo di tre persone che stava in testa alla fila. Da lì ebbe inizio la tradizione!

3) cosa ti ha lasciato questa esperienza? Cosa ti sei “portato a casa”?

accidenti, questo è un domandone!

Personalmente per realizzare questo progetto ho compiuto un passo enorme uscendo dalla sicurezza delle mie vecchie abitudini. Mi sono esposto pubblicamente (anche se effettivamente poi non così tanto) e per me è stato un grandissimo sforzo. Ho anche rilasciato due interviste in diretta alla radio e una alla televisione, che ripeto, per me ha costituito un’enorme sfida. Nel 2009 mi preoccupava persino pubblicare la mia foto sul mio blog, per cui posso affermare di avere accresciuto la sicurezza in me stesso.

Ho fallito tuttavia nell’approcciare direttamente le persone per capire se potessero avere interesse nell’acquistare il libro. È stato per me difficilissimo vendere “a domicilio”. Tuttavia stranamente, le poche volte che ci ho provato ha funzionato. Neppure il successo però è riuscito ad abbattere le mie inibizioni.

Dal punto di vista della socializzazione ho incontrato centinaia di fan degli U2 in giro per il mondo e con una ventina circa di loro siamo diventati buoni amici. Ho scoperto che esistono persone solidali, positive e generose in ogni angolo del mondo. Ho costruito una splendida raccolta di ricordi nella quale tuffarmi con nostalgia. Ah dimenticavo, finanziariamente mi sono portato a casa un grosso debito con la società che gestisce la mia carta di credito.

4) quale è stato il pubblico più caldo?

Il più rumoroso a Città del Messico. 100.000 persone che urlano in modo maniacale per due ore è qualcosa che va sperimentato. La folla più “fisica” a Buenos Aires invece, dove il prato è stato investito da un tumulto selvaggio per l’intero concerto. È stato incredibile vedere tutti i fan presenti nel prato ondeggiare, rimbalzare, spingere e dondolare.

5) e il pubblico più freddo?

Il pubblico presente ad alcune date americane era indifferente e relativamente tranquillo e riservato. Salt Lake Salt era così ma era anche una serata molto fredda. Ricordo un senso di frustrazione a Brisbane, dove la folla nel pit usava “Bad” come canzone di accompagnamento verso il bagno. Anche il pubblico di Göteborg era piuttosto riservato.

6) quali sono le differenze maggiori riscontrate tra il pubblico in Europa e nel resto del mondo?

In linea di massima il pubblico europeo è tutto eccellente: rumoroso ed entusiasta. Tuttavia vi sono differenze anche all’interno dell’Europa, talvolta persino in uno stesso paese. Credo sia più semplice distinguere tra pubblico di madrelingua inglese e non. Il pubblico madrelingua inglese in America, Australia ed Inghilterra era molto più introverso che in qualsiasi altro luogo.

7) particolarità e atteggiamenti notati nelle diverse file?

Decisamente, le culture sono molto diverse in tutto il mondo. I fan in Argentina, Brasile e Messico erano felici di stare in coda per tanti e tanti giorni. Cinque, sei, sette (o anche di più) giorni erano normali. Tuttavia gli argentini e i brasiliani usavano un sistema a gruppi, dove ogni gruppo riceveva un numero e ai fan era permesso lasciare la coda a patto che almeno un componente del gruppo fosse sempre presente.

Le code europee erano sempre individuali. A Mosca la coda è stata letteralmente sfondata con centinaia e centinaia tra poliziotti e soldati confusi perchè non capivano cosa stesse succedendo. A Helsinki, in compenso uno steward con un megafono è stato sufficiente per organizzare una fila molto efficiente. A Göteborg apparentemente in fan sono dovuti entrare nello stadio camminando in fila tenendo ognuno la propria mano sulla spalla della persona che li precedeva nella fila.

In America tutti gli stadi hanno vietato le code durante la notte, così i fan andavano allo stadio uno o due giorni prima del concerto, ricevevano un numero dal “capo della fila” e poi se ne andavano. Tornavano poi per l’appello alle 6 del mattino il giorno dello show, prima che la coda ufficiale potesse iniziare a formarsi. Questo ha causato un po’ di problemi strada facendo. A partire dal concerto di Baltimora una delle squadre di sicurezza degli U2 è sempre stata coinvolta nell’organizzazione della fila insieme ai fan.

In Nuova Zelanda per il secondo concerto, c’erano nove persone in coda quando sono arrivato lì alle 10.00 del mattino. Alle 14.00 le persone in coda erano ancora solo ottanta. A Brisbane lo stadio ha fornito acqua, protezione solare e gazebo per l’ombra.

8) il concerto migliore? perchè?

Oooh, è troppo difficile sceglierne uno solo! Ti faccio una breve lista:

Dublino 2 – perché è stato il mio primo concerto dal prato ed ero vicino alla passerella esterna.
Chorzow – perché lil feeling tra il pubblico polacco e la band era profonda.
Boston 2 – perché è stata la mia prima volta nel pit, proprio al centro.
Torino – perché è stato il primo show dopo l’infortunio di Bono in una serata molto emozionante.
Auckland 2 – perché ero in centro, in prima fila.
Buenos Aires 2 – perché il pubblico era in delirio.
Mexico City 2 – perché il pubblico era chiassosissimo.

Se dovessi sceglierne uno solo…uno solo….allora… bè….forse Chorzow … 0 Mexico City

9) il concerto peggiore? perchè?

Gli show con i fan più chiusi sono quelli dove mi sono divertito meno, come Göteborg, Salt Lake City. Durante Helsinki 1 ci sono stati alcuni problemi di carattere tecnico e la band non era in serata. Anaheim 1 è stato il settimo concerto consecutivo con una scaletta identica, il che è stato frustrante.

10) cosa ricordi dello show di Roma?

Non sono riuscito a entrare! Così mi sono perso il flash mob gigante che voi ragazzi avete organizzato! Sono rimasto fuori dallo stadio durante il concerto. C’erano centinaia di fan italiani che cercavano di entrare. Ci sono state alcune fughe selvagge attraverso i cancelli perché appena se ne apriva uno tutte le persone presenti pensavano di poter entrare. Miss Sarajevo è stata favolosa perché i fan rimasti fuori non smettevano di applaudire e fare rumore contro la recinzione dopo che Bono ha cantato la parte di lirica.

11) il momento più toccante?

Ancora una volta, ve ne sono molti. One Tree Hill ad Auckland è stata molto commovente perché era il giorno successivo alla morte di molti minatori nel disastro della miniera (miniera di Pike River, NZ – 25/11/2010 ndr) che ha causato moltissimo dolore e afflizione in tutto il paese. Ho quasi pianto mentre Bono balzava lungo la passerella esterna a Torino. Ho provato profondi, deliziosi brividi e pelle d’oca nel pit a Sydney 1 quando hanno suonato Bad. Tuttavia il momento più toccante in assoluto è stato durante New Year’s Day a Chorzow quando i fan hanno trasformato lo stadio in una bandiera polacca.

12) Giudizio generale sul 360° tour?

Le dimensioni sia del tour sia del palco erano testamento della folle immaginazione e della colossale ambizione di Bono. Apparentemente ebbe l’idea del Claw e tentò di darne dimostrazione durante una cena ai suoi commensali utilizzando usando le forchette. Due anni dopo eccolo lì. E ce ne sono tre. Sono anche riusciti a coinvolgere la NASA e la Stazione Spaziale Internazionale. Come per tutti i tour outdoor degli U2 sono state sviluppate diverse nuove tecnologie. Hanno incassato più di 700 milioni di dollari. E raccolto milioni in beneficienza grazie alla Red Zone oltre ad ottenere che migliaia di persone si iscrivessero alla One Campaign. Spero Bono sia soddisfatto di tutto questo.

Musicalmente è stato molto vario, dall’inizio alla fine, anche se vi sono stati episodi di scalette ripetute consecutivamente dovute al fatto che una volta che i quattro si sentono sicuri su un pezzo danno vita a spettacoli strabilianti per persone che hanno in programma di assistere ad un solo show.

È un peccato che il tour non abbia toccato l’Asia – o anche che non sia arrivato sul lato medio-orientale di Istanbul. D’altro canto ne sono anche felice perché non me lo sarei potuto permettere.

È un peccato che il tour non abbia toccato l’Asia – o anche che non sia arrivato sul lato medio-orientale di Istanbul. D’altro canto ne sono anche felice perché non me lo avrei potuto permettere.

13) a tuo parere, mancava qualcosa a questo tour rispetto a quelli precedenti?

Non ho viaggiato all’estero per vedere gli U2 suonare al di fuori di U.K. e Irlanda nei tour precedenti al 360°, così, per me, questo tour è migliore degli altri.

Stranamente penso che gli U2 fossero un po’ nervosi riguardo al loro materiale dopo il 2009 quando No Line On The Horizon sembrò non vendere come sperato. Così si sono giocati carte sicure nelle scalette suonando troppi dei loro maggiori successi ogni sera. Le performance migliori sono state in genere quelle più “fresche” come ad esempio le canzoni da No Line On The Horizon, o Zooropa a San Paolo, o The Fly ad Anaheim 2.

14) ti piace il Claw?

Lo amo. Che visione folle ha avuto Bono, e com’è stato realizzato magnificamente. Penso tutti noi abbiamo avuto la stessa reazione nel vederlo la prima volta – letteralmente scioccati.

15) hai mai calcolato i soldi spesi nell’arco di questi tre anni di tour seguendo della band?

Ancora no. Ho in mente di farlo ma ho paura. Ho il sospetto il tutto mi sia costato circa £30,000 ma è una stima. Credo di avere speso circa £12,000 per i voli, ma anche questa è una stima (e no, non potevo permettermelo. Mi sarei dovuto fermare dopo la leg australiana ma testardaggine e stupidità, e le carte di credito mi hanno fatto andare avanti).

16) cosa ne pensi dei fan italiani (sii onesto)?

Adoro l’espressività italiana, il modo in cui mostrano e condividono le proprie emozioni così apertamente. Grandi concerti appassionanti richiedono un grande pubblico appassionato, e gli italiani non hanno riserve nel mostrare urlando il proprio apprezzamento. Inoltre sono i migliori al mondo nell’organizzazione di coreografie!

D’altro canto i tentativi disperati e senza vergogna dei fan di Roma che cercavano anarchicamente di accedere in maniera illegale allo stadio, sono stati piuttosto scioccanti.

Di Milano ho un ricordo speciale perché lì ho venduto le prime copie del mio libro ‘Me & U2’, dopo essere caduto miseramente a Nizza. Due ragazze fighissime che si chiamavano entrambe Lili, si sono avvicinate ed hanno comprato due copie del libro. Molti altri fan si sono fermati per dare un’occhiata e chiedermi che cosa stessi vendendo ma non lo comprarono perché non erano in grado di leggere in inglese (“Me y oo due? Ah, il libro!”). I fan italiani che mi passavano davanti erano molto socievoli, molto più che quelli di altri paesi, che solitamente mi passavano davanti guardandomi strano.

17) dove compravi generalmente i biglietti per i concerti? Qualche bagarino? Qualche situazione particolarmente difficile?

La maggior parte dei biglietti l’ho acquistata online durante le vendite pubbliche. Solitamente compravo due biglietti tra i più economici (i biglietti da £30 / $30 / €30), e poi trovavo qualcuno che mi mettesse a disposizione il proprio divano (coachsurfing ndr.) ed io lo portavo con me al concerto. In questo modo avevo concerto e alloggio per 60 Euro!

Ho trovato alcuni buoni affari su eBay. Se qualcuno provava a mettere all’asta un biglietto per un prezzo maggiorato rispetto a quello ufficiale di vendita, allora ero felice di pagare un prezzo inferiore. Ho pagato £2 per un biglietto per Amsterdam 2. Ho anche ottenuto un biglietto per Göteborg da 80€ a soli 2€.

Mi sono anche stati regalati molti biglietti gratuiti da fan molto generosi; credo fossero dieci GA e due Red Zone (quando questo accadeva regalavo anche l’altro mio biglietto da 30€ alla persona che mi ospitava).

Mi è anche stato regalato un biglietto per San Paolo 2 (quando gli U2 suonarono per la prima volta Zooropa e Out Of Control) da una radio locale dieci minuti prima che cominciasse il concerto. Mi sarei ucciso se avessi perso quel concerto.

A Horsen 1 sono entrato di straforo in tempo per sentire le ultime due canzoni. E a Brisbane sono entrato di straforo per l’intero show.

Il mio amico Kevin ha vinto per me un biglietto per Glastonbury tre settimane prima del festival.

18) ti sei mai annoiato?

Incredibilmente davvero poco. Mi hanno annoiato alcune canzoni (Sunday Bloody Sunday, Elevation, I Will Follow) ma ogni concerto era comunque, anche se un po’ l’ebrezza iniziale era andata scemando. Trovarmi in città sempre nuove, incontrando gente nuova è servito a dare un senso di freschezza al tour anche quando la scaletta non cambiava.

Molti concerti li ho visti da solo e devo dire che andarci con un amico era più divertente. Le tre ore che passavano tra l’apertura dei cancelli e l’inizio dello show potevano diventare un po’ tristi se paragonate a quanto invece mi divertivo in coda con i miei amici.

Mi frustravano i tempi lunghissimi che trascorrevano dall’uscita dallo stadio post concerto e l’arrivare poi a “casa” . in alcune città mi ci cono volute ore.

19) Milano, Torino e Roma (per quello che hai potuto sentire dall’esterno dello stadio): quali sono state le differenze maggiori a tuo parere?

(sto rispondendo alle vostre domande mentre guardo il derby Milan Inter in tv! Come vorrei essere lì)

Ho visto solo il concerto di Torino. Ho dovuto lasciare Milano prima che cominciasse il concerto perché dovevo tornare a Londra per lavoro. Così sfortunatamente mi sono perso anche lì la vostra coreografia. E non ho trovato il biglietto per Roma. Due concerti ai quali avrei voluto dannatamente partecipare – avrei fatto cambio con molti altri show per essere lì, specialmente perché le riprese del dvd live di Milano fatte durante il Vertigo tour sono spettacolari.

20) Dimmi del documentario. Come ti è venuta l’idea?

Il mio amico Roland (il produttore) ebbe l’idea di prestarmi la sua videocamera portatile da portare con me per durante la leg del 2011. Ovunque andassi giravo tonnellate di immagini e Roland ha estratto ciò che poteva essere utilizzato. Spero il documentario sia interessante per i fan ma sono preoccupato perché io parlo molto velocemente e con un forte accento irlandese, così forse sarò costretto a inserire dei sottotitoli.

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