Si raddoppia ad Auckland: setlist e racconto del secondo concerto

u2com

Dopo la folgorante partenza di ieri mattina, oggi i nostri U2 replicano e sono pronti a riproporre i frutti più preziosi della loro discografia! Salite a bordo con noi cari fan e mettetevi comodi! Sta per cominciare uno show unico che anche oggi saprà regalarci emozioni lontane e potentissime! Non appena disponibili vi forniremo tutti i link per seguire il concerto in diretta! Ecco infatti spuntare un bel mixlr da Auckland: http://mixlr.com/sherry5160

Vivete con noi la diretta del concerto anche attraverso il nostro forum, la nostra pagina Facebook o tramite Twitter!

Setlist
01. Sunday Bloody Sunday
02. New Year’s Day
03. Bad
04. Pride (In The Name Of Love)
05. Where The Streets Have No Name
06 I Still Haven’t Found What I’m Looking For
07. With or without you
08. Bullet The Blue Sky
09. Running to stand still
10. Red Hill Mining Town
11. In God’s Country
12. Trip Through Your Wires
13. One Tree Hill
14. Exit
15. Mothers Of The Disappeared
16. Angel Of Harlem
Encores:
17. Elevation
18. Vertigo
19. Even Better Than The Real Thing
20. You’re The Best Thing About Me
21. Beautiful Day
22. Ultra Violet (Light My Way)
23. Love Is Bigger Than Anything In Its Way
24. One

Ore 8:40. The whole of the moon è il segnale che tutti aspettavamo! Ready, set, go!! Eccoli, i nostri U2 salgono sul palco e ci danno il benvenuto con Sunday Bloody Sunday, una vera pietra miliare della loro fantastica storia. All is quiet on New Year’s Day… Si resta nell’eccellenza degli anni ’80, brani che hanno formato il sound U2 e anche il nostro gusto musicale! Tutti in piedi signore e signori!! Si passa poi a Bad e sono centimetri di pelle d’oca fin dalle prime note, dalle prime parole che il nostro Bono ci regala… Un dono preziosissimo, una presenza in scaletta che non dobbiamo dare per scontato. Quella “very rare” Bad che viene suonata tutte le sere! Un’incredibile tappa di questo viaggio che oggi ci porta tutti ad Auckland. Pride (In the name of love) chiude questa prima sezione del concerto, un avvio da paura che, sommato a quello che ci aspetta, segna davvero un inizio letteralmente folgorante!

politoon

(Photo by @politoon)

Colore rosso. E’ il momento di sua maestà Where the streets have no name. Da troppo tempo non la sentivamo live. Non fa niente, è di nuovo qui e niente è cambiato. Il pubblico urla e piange la propria emozione. E noi con loro. Buon ascolto cari fan. Siamo nel pieno del Joshua Tree e il viaggio prosegue naturalmente con I still haven’t found what I’m looking for…  Momento molto toccante, con il pubblico che segue le evoluzioni della band e che si fa trascinare. La chitarra infinita di Edge ci porta dentro With or without you, un capolavoro assoluto che con classe ci avvolge e ci fa cantare come la prima volta. Ci tornano alla memoria mille momenti vissuti live insieme agli altri fan. Canzone potentemente evocativa! Ci risvegliamo e invece di essere nel sogno americano, siamo nella parte più oscura di quell’idea. E’ il momento della graffiante Bullet the blue sky… prima incursione nell’incubo stars and stripes! Questo viaggio è molto più tortuoso di quanto ci potessimo aspettare, ma queste sono the two Americas, baby!

harrykantas

(Photo by @harrykantas)

Running to stand still è come sempre una ferita che non riesce a rimarginarsi e che, ad ogni concerto, si fa sentire… Esorcizziamo questa malinconia urlando le parole del testo, come fanno down under in questo momento! Still running! Still running! STILL RUNNING!!! Red Hill Mining Town è un meraviglioso scorcio, di quelli lontani dagli itinerari turistici, dove non incontreremo visitatori casuali, ma noi sappiamo che questo è il percorso che vogliamo affrontare. You’re all that’s left to hold on to. I’m still waiting. I’m hangin’ on. You’re all that’s left to hold on to. Non ci siamo certo persi lungo il cammino e la conferma è quel cartello che ci indica di essere arrivati di fronte a un nuovo eccezionale brano: In God’s Country! La band si sta sciogliendo e ha voglia di giocare un po’. Larry accenna un ritmo foxtrot prima di accompagnare la band, armonica in resta, nella sinuosa Trip through your wires. Si riprende fiato prima di affrontare la salita che porta fino a One Tree Hill. Una canzone che suonata oggi assume ancora più valore… La famiglia di Greg Carrol è presente al concerto e la dedica di Bono è tutta per loro. “On our first trip to these islands… a young man on the local crew told us there was one thing missing on the tour. And it was him!“. Emozione purissima.

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(Photo by @harrykantas)

Il basso di Adam prepara il terreno per la tappa più dolorosa. Exit è una coperta scura che cala sopra di noi con la sua oscura potenza. Bono si trasforma e ci spiega cosa possono fare le hands of love… Exit è incalzante, ti insegue e infine ti raggiunge con tutta la sua forza! Sembra quasi che l’esplosione musicale finale arrivi da dentro di noi!! PEZZO STELLARE! Mothers of the disappeared è la strada che ci porta fuori da questo momento oscuro e chiude il nostro The Joshua Tree. Pura poesia. Le madres sono sempre presenti. Il set però non è concluso… C’è ancora spazio per una coinvolgente  Angel of Harlem pima degli encores. Perchè l’America è anche questa!

wesy_b

(Photo by @wesy_b)

Si riparte veloci, accelerando sempre di più… Elevation e Vertigo, sigillate ormai insieme, sono la ripartenza energetica che la band propone. Ritmi alti che si confermano, con ben altra attitudine rispetto ai due pezzi precedenti, con Even better than the real thing. Una spruzzata di Achtung Baby in questa mattinata dal sapore anni ’80. Ci sta proprio bene in questa specie di ritorno a casa dopo il pellegrinaggio al Joshua Tree. E’ quindi il momento della leggerezza di You’re the best thing about me che sostituisce Every breaking wave, suonata ieri a questo punto della scaletta. Beautiful day coem sempre fa cantare i fan. Uno dei grandi successi degli anni 2000 che trova la calda risposta del pubblico. Il nostro cantante traccia la via e i fan lo seguono come fosse il pifferaio di Hamelin…

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(Photo by @janethoye)

Ultraviolet ha tutto un altro peso specifico e si sente immediatamente! Rappresenta un’altra preziosa gemma della discografia uddue! “You bury your treasure where it can’t be found, but your love is a secret that’s been passed around. There is a silence that comes to a house where no one can sleep. I guess it’s the price of love; I know it’s not cheap!“. Ci avviamo verso la fine del concerto e Bono ha ancora tanta voglia di parlare. La band sta ritrovando confidenza con il palco e inizia a godersi a pieno questi momenti! Il nostro cantante saluta il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern che è presente al concerto e si lancia in Love is bigger than anything in its way. Questa canzone è il solito inno che, a forza di rilanciare il coro ancora e ancora, alla fine ci lascia senza voce. In qualche modo però dobbiamo riattivare le corde vocali perchè Bono, dopo aver ricordato le vittime degli attentati di Chirstchyrch del marzo scorso (“It’s hard to respond to such hate with such grace, but you did it”), ci chiede di accompagnarlo con One. Pubblico che non sembra rispondere con la potenza di fuoco che conosciamo bene qui in Italia, ma il momento resta magico. La band saluta così Auckland, con una coppia di concerti che riaccendono un fuoco solo sopito e che aveva soltanto bisogno di un po’ di ossigeno per ravvivarsi. Buon tour a tutti!

daramunnis

(Photo by @daramunnis)

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(Photo by @harrykantas)

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(Photo by @harrykantas)

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(Photo by @harrykantas)

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(Photo bu @U2tour)

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(Photo by SallieAnnG)

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(Photo by @jessearcher)

 

 

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