U2360 Tour: lo speciale su Moncton e le recensioni dei partecipanti!

A circa due mesi di distanza e con il ricordo del 360 Tour ancora vivo, U2place vi propone un’interessante lettura dal punto di vista di parte del nostro Staff presente a Moncton quel 30 luglio 2011 che, per molti fan, resterà l’ultimo ricordo degli U2 dal vivo per alcuni anni. Si potrebbe pensare che dopo due mesi le recensioni dei ragazzi presenti potrebbero perdere il patos del momento… invece è proprio adesso il momento giusto per ricordare, rileggere e riassaporare con calma alcuni attimi a mente più fredda rispetto al tour ancora “caldo”. Vi invitiamo a leggere le recensioni di Alessandro, Massimo e Stefano perché sono l’esempio più fulgido dell’amore e della passione che avvolge i fan degli U2 da ormai decenni. Vi invitiamo ad iscrivervi gratuitamente al nostro forum per poter continuare la discussione se vi sono piaciuti questi racconti!

Those DAYS RUN AWAY LIKE HORSES OVER THE HILL
Rudy

Ecco le foto che Matteo Bulletti, tramite un pass fotografi di U2place, è riuscito a scattare quel giorno… un grazie a Matteo!!!
(per chi non riesce a visualizzare lo slideshow qui sotto ecco il link all’album di Picasa U2place@Moncton oppure sulla nostra pagina facebook)

Il racconto di Alessandro (Phenix)

Tutto è iniziato con questo post del 12 aprile:
“Seriamente, ho la mezza idea di fare sta follia, dopo aver visto la prima data del tour a Barcellona nel 2009 vorrei concludere a Moncton nel 2011 per chiudere il cerchio e”rivolgere lo sguardo verso casa e concludere il mio pellegrinaggio” cit. di decine di emozioni UNICHE condivise con orgoglio con molti di voi! ho fatto una breve ricerca su volaregratis.com ed è venuto fuori un volo a circa 730 euro andata ritorno da Milano (è solo un esempio) partenza 28 e ritorno il 01 biglietti prato sono disponibili gli hotel possono essere un problema ma qualcosa alla fine si troverà…Vi dico che da solo non mi va (anche se poi li troverei persone straordinarie…) vi chiedo quindi se c’è qualche pazzo/a che mi seguirebbe??”Nei giorni precedenti avevo sentito Massimo188 che aveva già tutto organizzato insieme alla sua Silvia e così tra una battuta e l’altra ci ho pensato su e mi sono detto “ma si facciamo questa follia!!!”

Presto si sono aggiunti anche altri compagni di viaggio Stefano e Oriana, Antigone (Daniela) e per ultimo il Contethefly (Lionello) quello che poi sarà il mio grande compagno di viaggio con il quale ho condiviso tutte le giornate, l’hotel, le risate e le avventure dopo il concerto a NewYork

A dir la verità l’ultimo in ordine di tempo è stato il mitico Bull Matteo da Milano) purtroppo la sua è stata una toccata e fuga, ma sono sicuro ci saranno presto occasioni per rivederci. 

E così la compagnia di Moncton piano piano arriva all’aeroporto e raggiungiamo chi è già li dal pomeriggio come Antigone che ha già preso info sulla coda, la mattina del venerdì andiamo a prendere il numero per la fila del giorno dopo io ho il numero 86 e ci dicono che è vietato dormire li la notte e di ripresentarci la mattina seguente alle 7 circa.

Andiamo in città e li l’organizzazione è perfetta, in questa piccola cittadina si respira aria di festa, i cartelli danno il benvenuto ai fans, e così sarà alla fine di tutto: una grande festa! Passiamo la giornata nel unica via dove ci sono dei locali e li incontriamo Dallas Schoo (il tecnico di The Edge) che si ferma con noi a chiacchierare del più e del meno.

Prima di cena lungo la strada che costeggia la collina mi rendo ancora di più conto di quanto questa città si stia preparando, tutti i giardini delle case sembrano pronti accogliere persone, familiari, amici e ci si prepara al grande evento! 

La mattina presto siamo in fila e inizia a piovere!!!! 

Una pioggia interminabile che crea non pochi disagi, ma nonostante tutto, anzi forse grazie a questo siamo tutti più uniti, si conoscono tante persone (Tim, Michelle, Maria), ci si aiuta nei momenti difficili, si costruiscono tende improvvisate e intanto il fango inizia ad arrivare! La giornata comunque passa abbastanza in fretta e ci si prepara all’ingresso, anche qui organizzatissimo, rispettando il numero di fila e senza correre, mentre siamo in fila ho il piacere di ri-incontrare Craig Evans, (direttore tour e senior VP Live Nation) e gli parlo della coreografia di Roma, lui con il suo sorriso smagliante mi dice che è stata una grande cosa e che fino all’ultimo era indeciso se darci l’ok ” Yes… No…Yes… No… Ok” e che ha fatto la scelta giusta! 

Si entra finalmente verso il claw che è li ad aspettarci per l’ultima volta, entriamo camminando in fila per 5 fino all’ingresso del pit e da li si corre a conquistare la transenna (sotto Adam ovviamente).

Passano le ore e piano piano al vallata si riempie, il cielo ad un certo punto viene squarciato da un rumore assordante di 2 caccia che l’attraversano a bassissima quota per 3-4 volte! Anche questo a significare quanto quella cittadina “semi sconosciuta” ha voluto omaggiare quest’ultimo concerto! Le casette tutto intorno si riempivano di persone, aumentando di sicuro il numero degli spettatori finali, era una distesa di gente incredibile a vedersi, quando c’è stato finalmente il primo raggio di sole della giornata c’è stato un altro boato liberatorio e devo dire che sentirlo sulla pelle dopo tutta quell’acqua è stata una bellissima sensazione di calore!

I gruppi precedenti hanno caricato per bene il pubblico: il giovane Reeve Carney e la sua band sono stati una bella sorpresa e lui ha una grinta pazzesca considerando poi che lo abbiamo rincontrato a New York pochi giorni dopo nei panni di Peter Parker nel musicol “Spiderman Turn of the Dark”, gli Arcade Fire sono stati una buona conferma e poi giocavano in casa. 

Finalmente si danno gli ultimi ritocchi al palco per loro, i tecnici si affannano sul palco come sempre in questo lungo tour, le canzoni in sottofondo sfumano e si arriva a quel momento che mi ha sempre lasciato per un attimo senza respiro, che mi blocca il tempo, quel breve silenzio che precede le note di Space Oddity e guardandomi in giro inizio a vedere occhi lucidi, la stanchezza, la fatica della giornata passano in un attimo, iniziamo a batterci il 5, l’adrenalina sale il boato della folla è sempre stato incredibile e finalmente eccoli sul palco davanti a noi in forma strepitosa, carichissimi, si percepiva da subito un atteggiamento diverso, come ci siamo detti era una festa da ultimo giorno di scuola e così è stato per tutto il concerto, a questo punto stacco completamene il contatto con la realtà, quasi non ricordo neanche la scaletta, quella tanto basta andare su qualunque sito e leggerla, ma ho solo dei flash emozionali impressi che mi porto dentro stampati in testa e sotto la pelle fino al cuore. 

Inizio incredibile Even Better Than the Real Thing, Bono che affronta il pubblico con la sua solita sfrontatezza e grinta, riesce a smuovere chiunque con quella carica e carisma che emana, Edge sempre concentrato ma sorridente, Adam con il suo solito atteggiamento e modo di fare da “lord” e Larry con la sua apparente freddezza. 

Li noto molto sciolti, per nulla tesi come in altri concerti che ho visto, direi simili a Cardiff (anche quella un’ultima data di leg), si guardano, si sorridono a vicenda, le canzoni iniziali si susseguono con carica e precisione coinvolgente, avrò scattato forse 5-6 foto in tutto il concerto da quanto ero rapito da quell’atmosfera, spesso mi giravo intorno e vedevo i compagni d’avventura o le persone intorno con dei gran sorrisi stampati in faccia e gli occhi lucidi! 

Adam che continua a sorridermi ogni volta che legge il cartello che avevo fatto dove gli chiedevo di scambiare la sua maglia con la mia. Noto un Larry che prolunga un assolo di batteria e Bono visibilmente contento che lo guarda quasi stupito e gli fa un segno di apprezzamento molto significativo. Noto una bella scioltezza nel proseguire i pezzi, è uno di quei concerti dove secondo me ci stanno mettendo il cuore nel cantare e suonare, una di quelle esibizioni che sentono e che stanno rendendo uniche. 
Ho visto un Bono abbracciare Phil (il suo tecnico) in maniera molto intensa quasi a ringraziarlo di tutto il suo lavoro (e mi viene in mente il momento di difficoltà di Coimbra2 dove è stato Phil a stargli molto vicino e a sincerarsi del suo stato di salute) Una Stay che mi emoziona sempre, molto bella allungata nel finale per ringraziare e parlare del tour e per salutare sua moglie. 
Li ricordo contenti e sorpresi quando durante Crazy si sono accorti che sullo schermo non c’erano le loro facce ma a sorpresa gli hanno messo quelle di alcuni delle crew e ricordo bene le risate che si sono fatti Larry e Adam sulla passerella. 
Ricordo quando Bono a chiesto in maniera molto “focosa” che gli venisse data dalla prima fila una bandiera di Dublino e ricordo perfettamente l’intensità con cui l’ha stretta tra i pugni con forza, in quel momento ho percepito molto il suo essere irlandese e orgoglioso di quella città. 
Lacrime su quella Hallelujah che sognavo di sentire cantata non attraverso un bootleg che precede una grande Street e li i ricordi di concerti passati sono tanti… 
Momento di pausa prima del gran finale, si riprende con Hold me con gran voli di Bono ma fatti in maniera più giocosa. 
Dopo una With or without you molto intensa Bono si lascia proprio andare e inizia a dialogare con le prime file, legge tutti i cartelli, scherza su quelli che avevano scritto essere il 40° 65° concerto e poi quello che per me è stato il MIO momento del primo mezzo infarto: si gira e con lo sguardo legge per la seconda volta il mio cartello “I come from ITALY only for shake your hand” …Mi indica si batte il petto e mi fa segno ok!!
Poi prima di iniziare Moment lo vedo che fa un gesto con i pugni, li stringe forte dando le spalle al pubblico con una smorfia sul viso mentre si dirigeva verso Larry è difficile da descrivere ma era come se fosse consapevole che stava per finire il concerto ed era come rattristato, consapevole che da li a poco sarebbe calato il sipario sul 360^ e li dice qualcosa a Phil e fa un cenno agli altri, secondo me in quel momento hanno (o meglio ha) deciso di trasformare quel punto interrogativo sulla scaletta in quella che sarà La chiusura…

Moment grandissima con una vallata illuminata da migliaia di lucine, una scena incredibile! 
Saluti e… si parte con Out of Control!!!

Alla fine il secondo MIO mezzo infarto, rivede il cartello, lascia gli altri e lo vedo puntare dritto verso di me, mi si è fermato tutto, è li sul palco davanti a me, io che mi allungo più che posso e lui fa altrettanto dal palco, quasi arriviamo a toccarci le mani (tipo finale di Until con the Edge) e li mi fa un bellissimo sorriso mezzo da presa in giro e fa il gesto di stringermi la mano, mi fa l’occhiolino e mi saluta!

Finita questa, arriva la bottiglia di champagne, io sono girato per un istante con le spalle al palco, in un attimo capisco attraverso lo sguardo di Massimo che sta succedendo qualcosa di IMPORTANTE dietro di me. Sono istanti di mezzo secondo ma che in quei momenti sembrano tantissimi, mi rigiro di scatto verso il palco e immediatamente incrocio gli occhi di tutti quelli intorno a me lucidi e gonfi di lacrime, di emozioni e ci accorgiamo che sta per succedere!! 

Ognuno di noi aveva il suo motivo personale per sentire “quella” canzone, tutti l’abbiamo inseguita, desiderata, assaporata e accarezzata qualche volta in qualche snippet, non so e sinceramente non mi interessano le statistiche sulla durata di quella 40 o su come sia stata eseguita, so solo, ed è quello che mi interessa, che finalmente vedo realizzato il MIO sogno segreto che ho tenuto dentro di me per anni, vedere finalmente davanti a me Edge con il basso e Adam con la chitarra!!! Vedere e sentire quella chiusura con loro che uno ad uno vanno via e Larry, dopo quell’ultima rullata da solo sul palco che ringrazia “We’ll miss you guys, Goodnight!”

Una degna conclusione di un tour unico, che in tre anni che mi ha tatuato sul cuore incredibili emozioni, portato in giro per l’Europa e oltreoceano, mi ha fatto conoscere persone stupende, condividere situazioni impensabili, realizzare imprese incredibili come la coreografia, tante tantissime esperienze che mi hanno veramente arricchito dentro e, come sempre dal 1983 anno in cui li ho scoperti, sia in momenti personali difficili ma anche e soprattutto in quelli bellissimi, dico grazie ai miei “4 migliori amici”, God bless you!.

Il racconto di Massimo (Massimo188)

Per descrivere l’esperienza di Moncton, parto da questo video..da quando cioè al minuto 1.40 caccio un istintivo urlo liberatorio che mi ha stroncato la voce da subito e che il buon Bruno ha suo malgrado inciso nelle sue magnifiche riprese… :redsmile:
arrivarci è stato come sdoganare un sogno che era latente forse fin dal rifiuto da parte dei miei di partecipare a modena 87 causa problemi scolastici.
personalmente tutto è nato da un rumors di metà gennaio postato da Monica, che descriveva la probabile partecipazione degli U2 al Magnetic Music Hill Festival del 30 luglio e l’ho visto come un segno del destino…
Moncton è semplicemente fuori dal mondo. da Montreal, volo di un’ora scarsa, ci si arriva dopo 50 minuti di nulla assoluto, boschi, laghi e moltitudine di fiumi piu’ o meno grandi.
La cittadina si è predisposta interamente per accogliere tutti i fans, nel B&B che ci ha ospitato, hanno addirittura montato 3 tende in giardino, pur di accogliere (incassare) piu’ gente possibile. La coda era gestita da Vick, (da me salutato con un: ciao Dick) e grazie alla segnalazione di Phenix e StefanoVaccaro, siamo passati il giorno prima per farci aggiungere alla coda: sei il numero 97, dopo la tua visita vai via perchè nessuno puo’ dormire qui fuori, ci rivediamo entro le 7 di domattina
wow mi sono detto, per noi che avevamo i sacchi a pelo per trascorrere la nottata all’esterno è risuonata come una grandissima comodità.
il mattino puntualissimi ore 6.30, grandi abbracci con gli amici placer e comincia di li a poco a piovere…
fin da subito si capisce che l’organizzazione è di quelle serie, fanno un appello e si capisce che non c’è spazio per i furbi o per i ritardatari e tutti noi sentiamo dentro l’energia del grande giorno e già solo sentire Zooropa nel sound check ci carica come delle molle (grandissimo suono della chitarra).
intanto continua a piovere incessantemente e fitto e si creano tanti piccoli campi-base con sotto i gruppetti di persone vicine di fila, utilizzando tutto cio’ che la fantasia ci offriva:

verso le ore 14.30 ci hanno radunato e messi in fila in rigoroso numero di lista, ci hanno perquisito (a me requisito due banane) e raggruppati in file orizzontali composte da 5 persone che si dovevano tenere per mano, il tutto sempre con la fitta pioggia che scendeva e facendoci entrare dalla collina dall’alto tutti camminando (don’t run)

postazione lato Adam raggiunta senza problemi, ero in seconda/terza fila, dietro Phenix e Stefano.
la collina era diventata un enorme distesa di fanghiglia che aumentava mammano entravano le decine di migliaia di fans; avevo dei doveri nei confronti di qualche amico e quindi sono andato a farmi un giro alla ricerca di t-shirt commemorative ed il tendone del merchandising era proprio all’inizio della collina e per arrivarci si sprofondava interamente con la scarpa nel fango.
le performances del bravissimo Reeve Carney e dei grandissimi e coinvolgenti Arcade Fire ci hanno accompagnato fino al sound check, quello degli ultimi dettagli. noto subito che la sequenza dei pezzi di quei 45 minuti pre U2 è completamente differente, ma meglio cosi’…mi avrebbe fatto malissimo sentire ad esempio gli Elbow senza gli altri storici compagni di avventura.
la collina intanto si era riempita e dietro di noi lo spettacolo era mozzafiato:

durante quel soundcheck due super momenti di sussulto: sms di Rudy che preannuncia grandi sorprese e sentire il riff di 40 uscire dal basso suonato da Dallas…
l’atmosfera nell’aria era indescrivibile, ci stavamo rendendo conto che eravamo li, presenti, per vivere l’ultima data di questo fantastico 360tour che tanto ci ha dato, e la solennità del momento aumenta ancora al passaggio dei caccia canadesi in volo radente che hanno entusiasmato la folla.

alle 21.30 circa le note di Space Oddity, si spengono le luci, sale Larry e comincia Even Better..salgono Edge, Adam e Bono e noi con quelle note cominciamo a surfare con la mente ed a saltare come pazzi esagitati. (grandissima intro)
lo show scorre via con qualche sorpresa, SpringHill mining Disaster, Halleluja…rimango impressionato dall’atmosfera che crea Scarlet, anche se Bono ci parla sopra: Rejoooooooooice…Rejooooooice
meravigliosa Stay e solita, inimitabile fantastica Streets con commovente ovazione finale durata moltissimo.
lo show continua tra sorrisi e volti distesi da parte della band e di tutta la crew. ci sono dei gustosi momenti tra loro ai quali assistiamo, tipo Larry che durante la sua scorribanda in Crazy tunz, tra un colpo e l’altro allo jambè, cerca di far notare ad Adam il video con i faccioni sorridendi e complici dei componenti della crew.
una grandissima Hold Me, bono sciamano ci vola sopra le teste

lo show arriva verso la fine, ecco Moment, bono come sempre invita tutti ad alzare il cell, battiti di mani di tutti, bono scherza e legge i numerosi cartelli davanti e volgendo lo sguardo verso di noi, legge quello grande di Stefano con scritto 40 in grande e dietro ci sono io con il mio lenzuolo con scritto: TODAY IM 40, ci dice ‘maybe’…
parte Out of Control, saltiamo come pazzi, ci entusiasmiamo come fosse la prima dello show, finito il pezzo Bono si avvicina al Prof per dargli la mano, non ci arriva, lo saluta e gli sorride…grande Prof emozionato che si gira verso di noi e vede dai nostri sguardi che non era finito, Edge si è spostato davanti a noi e teneva il basso in mano…Adam ed i suoi sorrisi erano dall’altra parte con una chitarra…
Bono stappa una bottiglia di Veuve Clicquot e brinda con tutti noi, ma senza i bicchieri che Phil aveva scordato di portare sul palco…
brevissimo misunderstanding tra Edge e Larry che si guardano sorridendo e poi via…dudundudundundundun…eccola…parte 40…
mi ritrovo con gli occhi chiusi, braccio in alto, cercando di imprimere nella memoria ogni secondo, ogni rumore, ogni sensazione, ogni emozione…
HOW LONG TO SING THIS SONG…a squarciagola, ripetutamente, come sognato da quando ho deciso di andare a Moncton.
il pezzo va avanti, Bono esce dal palco, seguito subito da Adam…io non mi riconosco piu’…sto assistendo pari pari al sogno mio e di tutti gli amici che da ore ed ore si auguravano quello che stava accadendo…
Thank You Moncton, we’ll miss you guys, good bye, god bless you
queste sono le parole di Larry, primo ad entrare sullo stage a Barcellona nel lontano 30 giugno 2009 ed ultimo ad uscire il 30 luglio 2011. due anni indimenticabili.
parte Rocket Man, sono tutto un brivido, sono soddisfatto, sono ebbro di felicità.. si avvicina a noi Vick, ha la bottiglia stappata da Bono in mano, se la merita…ci abbracciamo, abbiamo i lacrimoni…grande, grandissimi.

La recensione di Stefano (Pinky)

Moncton Baby!

Si può andare a un concerto solo per una canzone? Prendere tre aerei, viaggiare per oltre dieci ore, attraversare l’oceano, arrivare nella più sperduta e insulsa cittadina del Canada (e solo per due giorni, senza avere il tempo di visitare altro), e tutto questo solo per una canzone? Per me sì, se la canzone è “40”, eseguita come l’ho sempre sognata: alla fine di un concerto, cantata per intero, con Adam e Edge che si scambiano chitarra e basso, con l’uscita finale dal palco uno a uno, primo Bono, ultimo Larry, e così la sogno probabilmente da molto prima che la maggior parte di chi mi legge cominciasse ad amare gli U2, magari con “Achtung Baby”, forse perché per anni per me “gli U2 dal vivo” sono stati soprattutto quelli di “Under a Blood Red Sky”, o più semplicemente perché dovevo “chiudere” così non solo un tour, ma anche i motivi (personali, non solo “da fan”) che mi hanno spinto a seguirne tante date (ventitré in due anni).

Con i miei compagni di avventura di Moncton ho già condiviso altri viaggi, file e concerti, ma questa volta, sarà perché siamo oltreoceano oppure per la lunga attesa (l’ultima volta eravamo stati più o meno tutti in giro per l’Europa per due mesi), o perché c’è la consapevolezza che è la “fine” di qualcosa, il gruppo è piccolo ma particolarmente affiatato: la sempre indispensabile, paziente e amorevole compagnia di mia moglie Oriana… Massimo, che con una telefonata diversi mesi fa mi aveva annunciato (profetizzandone) la decisione di andare “all’ultimo concerto del tour” e che compie quarant’anni il giorno del concerto (il mio primo cartello è stato tutto per lui, con un “HAPPY BIRTHDAY MASSIMO” a caratteri cubitali), e che, nonostante la pioggia e la fatica della fila, riesce a mantenere la stessa espressione felice e serena per tutto il giorno e che condivide con me l’attesa per un certo finale (è incredibile come una passione comune, come la musica, possa far subito intendere persone che in fondo con si conoscono così bene…)… sua moglie Silvia che al pari della mia “ci fa sentire due uomini fortunati perché le nostre dolci metà ci assecondano nei nostri sogni” (come mi avrebbe scritto Massimo due giorni dopo)… Alessandro, che insieme ad altri ha contribuito nell’ormai “lontano” agosto 2009 a far (ri)nascere in me la voglia di seguire quanto più possibile il tour, e questa volta, con un messaggio sul forum, ha impiegato appena quarantotto ore per convincermi a seguirlo in questa “follia” (ma seguita poi da un altrettanto memorabile viaggio a New York)… Daniela, collezionista come me di cuscini di hotel e di plettri e sorrisi di Adam… Lionello, nostro mitico “tapers” di fiducia, che ha sfidato, con buon successo, la security canadese… Matteo, ultimo arrivato, forse il più folle, che ha affrontato una brevissima toccata e fuga solo per essere al concerto (lui davvero), che alla fine ci ha regalato bellissime foto e altrettanta simpatia… potrei scrivere tanto su ognuno di loro, come su tutti gli altri amici che hanno condiviso con me tanti concerti in questi due anni e che sono stati, praticamente ed umanamente, indispensabili per affrontare questa “avventura”.

Su queste stesse pagine, alcuni di loro hanno raccontato la nostra comune esperienza a Moncton, io aggiungo il mio ricordo, non necessariamente lineare, del concerto: dopo il liturgico intro di “Space Oddity” arriva “Even Better Than The Real Thing”, che sembra una dichiarazione d’intenti di cosa sarà quest’ultimo concerto: “Give me one more chance and you’ll be satisfied… take me higher!”, ok U2, “one more time”, siamo qui per divertirci con voi, ancora una volta, per l’ultima volta in questo tour! “The Fly” è un tuffo psichedelico e subliminale nel passato dello Zoo TV Tour, con la chitarra di Edge che fende l’aria più dei due jet che hanno sorvolato Magnetic Hill poco prima… “in my dream I was drowning my sorrows, but my sorrows, they learned to swim…” con “Until The End Of The World” chiudo ancora una volta gli occhi e tornano le visioni oniriche in technicolor alla Wim Wenders, con quel quasi contatto sulla passerella tra Bono e Edge che mi ricorda (forse irrispettosamente, o forse no, visto il tema della canzone) “La Creazione di Adamo” di Michelangelo… “I Will Follow” scatena l’inevitabile e liberatorio delirio che fa saltare tutti felici (anche se su una canzone triste)… “I Still Haven’t Found What I’m Looking For” ormai per me sarà sempre quella “di” Roma 2010, con l’incredibile coreografia di U2place.com che ha fermato e meravigliato i nostri quattro irlandesi e che ho provato a celebrare a Moncton alzando uno striscione con la scritta “8TH OCTOBER 2010: ROMA’S CALLING” con la foto sullo sfondo ed un cartello immortalato anche dalla foto “U2360° Fancam” di U2.com.

La bellissima “Stay (Faraway, So Close!)”, sentita troppo poche volte in questo tour, con “Mysterious Ways” eseguita qualche brano prima, sono l’ennesimo tributo a quel momento magico di vent’anni fa, che ha (ri)acceso il fuoco in tanti fan, mentre “Get On Your Boots” e ancora di più “Elevation” rappresentano per alcuni (me compreso) un “pizzo” da pagare per la voglia festaiola dei più, ma in fondo siamo qui anche per divertirci, no? e allora saltiamo ancora anche noi, ancora una volta “you make me feel like I can fly, so high”… “Beautiful Day” ritrova una sua giusta collocazione in scaletta, dopo averne mosciamente occupato la prima posizione, e “Pride (In The Name Of Love)” celebra definitivamente la serata, risvegliano anche i pochi spettatori occasionali (che non mancano mai), facilmente riconoscibili dallo sguardo un po’ perso quando parte “Zooropa”, che io invece aspettavo di ascoltare live da sempre, e per celebrare l’evento ho sventolato la mia bandiera (si, proprio il piccolo astronauta nel mezzo della bandiera europea) che avevo già issato tra le transenne della fila… con la parte italiana cantata a squarciagola di “Miss Sarajevo”, gli altri occupanti del pit hanno avuto la conferma della nostra piccola rappresentanza italica, mentre sta per arrivare un trittico da alcuni non molto amato, ma che giustifica una certa anima di questo tour, con “City Of Blinding Lights” che celebra anche la maestosità tecnologica del “Claw” (il palco del tour), “Vertigo” che dovrebbe ricordare sempre che “it’s only rock ‘n’ roll, but we like it” e infine “I’ll Go Crazy If I Don’t Go Crazy Tonight (remix)”, che va presa per quello che stiamo (anche) vivendo: una festa, uno show, un “entertainment”.

Le cose tornano “serie” con “Sunday Bloody Sunday” e “Walk On”, la prima salutata (come avevo già fatto a Roma 2010) dalla mia bandiera bianca, antico desiderio da vecchio fan… giusto il tempo di riprendere un po’ di fiato ed ecco “One”, che ci ricorda che “we’re one but we’re not the same”, e “Where The Streets Have No Name”, che ripropone due miei “riti”: girarmi a guardare il pubblico illuminato (e questa volta il colpo d’occhio è straordinario) e farla ascoltare per intero, in diretta telefonica, a mia sorella (che questa volta si trova in Albania ad un matrimonio!)… “Hold Me, Thrill Me, Kiss Me, Kill Me” serve a ricordarmi uno dei motivi per cui ogni volta passo tante ore in fila per stare in transenna: vedersi volteggiare sopra la testa Bono, che con molta autoironia scimmiotta la “rockstar” che è in lui con fumo, lucine e liana… “With Or Without You” e “Moment of Surrender” riportano noi e Bono con i piedi per terra, il concerto e soprattutto il tour sta per finire… ma finirà davvero così, in malinconia?

Invece arriva “Out Of Control”, e sopra di noi non ci sono più le duecento tonnellate del “Claw”, ma il soffitto fumoso di un pub di Dublino alla fine degli anni ’70, e rivedo Bono con i brufoli, Edge con i capelli, Adam con il solito pensiero fisso in testa, Larry… no, Larry è sempre lo stesso, ed è come se il concerto stesse iniziando un’altra volta, “one more time”… ma poi spunta una bottiglia di champagne, ok, è il momento degli arrivederci, la festa è finita… alzo ancora una volta il mio cartello “EDGE & ADAM PLEASE SWITCH GUITARS AND PLAY 40″, in fondo sono venuto qui per questo, ricordate? Quando vedo Edge aggirarsi sornione tra la strumentazione di Adam, come se stesse cercando qualcosa, capisco, guardo Alessandro, guardo (soprattutto) Massimo, lascio cadere a terra il cartello, mi metto le mani tra i capelli, urlo, non ci credo, è lei, “40”, come la sognavo da sempre, alla fine di un concerto, cantata per intero, con Adam e Edge che si scambiano chitarra e basso, con l’uscita finale dal palco uno a uno, primo Bono, ultimo Larry. Sì, si può andare a un concerto solo per una canzone.

Adesso è davvero tutto finito, ma un’ultima piccola soddisfazione da fan mi attende: Phil, il tecnico/assistente di Bono mi regala la scaletta (dopo averlo fatto ridere con il mio cartello di richiesta, come a Coimbra l’anno scorso) e anche Gordon, il cameraman sotto palco, mi regala la sua, ancora una volta sorpreso e forse contento di trovare qualcuno che sa il suo nome e lo chiama per ringraziarlo del suo lavoro. Ringraziato anche il fan artefice di una delle migliori (pioggia a parte) e ordinate file da me mai fatte, è tempo di lasciare il campo ed i molti metri di fango che dobbiamo attraversare faticosamente per arrivare alla strada ci risvegliano un dubbio che ci attanaglia da mesi: “Magnetic Hill è stato un festival?”… il fango c’è, un secondo palco e fiumi di birra pure… la risposta è: non lo so, ma è stata comunque una giornata indimenticabile, grazie agli U2, grazie a mia moglie Oriana e grazie ai miei amici di ventura… adesso è tempo di tornare alla vita vera, in attesa di rituffarsi nel sogno dove annegano i miei dispiaceri, sperando che non sappiano più nuotare…

Stefano Vaccaro
a mio padre 

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