Is This It
The Strokes
Anno: 2001
Prodotto da: Gordon Raphael
Formazione:
Julian Casablancas- voce
Nick Valensi – chitarra
Albert Hammond Jr. – chitarra
Nikolai Fraiture – basso
Fabrizio Moretti – batteria
Tracklist
01. Is This It
02. The Modern Age
03. Soma
04. Barely Legal
05. Someday
06. Alone, Together
07. Last Nite
08. Hard to Explain
09. When It Started
10. Trying Your Luck
11. Take It Or Leave It
La Storia, si sa, è fatta di corsi e ricorsi, e a maggior ragione quella del rock.
Per questo mettere su un disco degli Strokes essendo cresciuti con la musica di Velvet Underground, New York Dolls, Ramones, Television e Sonic Youth, non può non far scattare in noi il solito automatismo dei rimandi spazio-temporali.
Tuttavia, saper rielaborare alla perfezione suoni di un passato ormai lontano e ricreare come un ologramma fumi e atmosfere di un’epoca morta e sepolta non è una nota di demerito ma, anzi, una specie di arte parallela in cui gli Strokes sono stati a loro modo dei pionieri.
Prima ancora dell’esordio sulla lunga distanza degli Interpol, loro compagni d’avventura in avvio di percorso, il merito di riportare in auge la New York underground degli anni settanta e del CBGB è stato degli Strokes.
Agosto 2001. Le Torri Gemelle dovevano ancora crollare, di guerra in Iraq i libri di storia ne riportavano solo una, e la crisi dei sub-prime era ancora lungi dal deflagrare.
Il rock era giunto a un punto morto, le band di massa degli anni novanta avevano chiuso i battenti o si apprestavano a farlo, c’era bisogno di nuove idee, nuove suggestioni. Ma dove andarle a pescare ?
Cos’altro si poteva inventare dopo mezzo secolo di esplorazioni, sperimentazioni, contaminazioni ?
Internet stava iniziando seriamente a rivoluzionare il modo di fruire la musica, ma a fronte delle tante strade che la tecnologia sembrava offrire, a scarseggiare erano i contenuti.
In uno scenario così desolante, Is This It fu quasi un mezzo miracolo, perché spostò la sfida dal terreno dell’innovazione a quello del revival che caratterizzerà gran parte del decennio successivo.
E così, se gli Interpol, col loro esordio datato settembre 2002, rappresenteranno la faccia più dark di una città ancora intenta a leccarsi le ferite dell’undici settembre, gli Strokes saranno quella più punk e irriverente subito prima dell’apocalisse. E forse per questo dureranno di meno.
Inizialmente, le mutue influenze tra le due band sono evidenti, specie nelle parti di chitarra.
Ma Daniel Kessler da una parte e Nick Valensi dall’altra, più che ispirarsi a vicenda, traggono entrambi spunto dalle stesse fonti rivendicando apertamente l’eredità del padre putativo Tom Verlaine.
Gli accostamenti, però, si esauriscono qui.
Gli Strokes, a differenza di Banks e soci, sembrano un frullatore impazzito con dentro uno schiumoso intruglio garage-punk infarcito da gocce di pop al miele albionico.
E poi look retrò, chiome insudiciate, abbigliamento sdrucito. Devoti al vintage ma figli del nuovo millennio.
Is This It è il manifesto di questi randagi della Lower East Side che non sapranno (o non vorranno) più rinnovarsi negli anni a venire.
Seppure una perla isolata, Is This It è una sbornia che va giù tutta d’un sorso, trentasei minuti che scorrono d’un fiato, una scheggia che viaggia veloce in mezzo alle macerie umane ed esistenziali della metropoli.
Non c’è spazio né voglia di rallentare, pbm sparati al massimo, l’unico brano vagamente conciliante è la title-track confinata peraltro in apertura a mò di ingannevole filastrocca prima della tempesta perfetta che spazzerà tutto e tutti.
Approccio lo-fi, suono sporco, voce filtrata, distorsioni a go-go. Il tutto contrapposto a melodie pulite, orecchiabili ed ironicamente politically-correct. Le parti cantate sono tutto fuorché lineari e sembrano suggerire uno stato psicologico vagamente alterato (eufemismo) alternando momenti di pura follia ad altri di biascichio indistinto, le chitarre stridono urticanti per tutto il disco come unghie che graffiano una lavagna, mentre alla base di tutto la sessione ritmica procede a ritmi serrati dando ordine ad un incedere sconnesso.
Registrato a Brooklyn, Is This It apre un discorso che sarà poi ripreso da molti altri, tra i quali anche dei georgiani doc come i Deerhunter con il loro recente Monomania, registrato anch’esso alle stesse latitudini e anch’esso omaggio ad un mondo sonoro che per primi Casablanca e soci avevano riesumato.
Tuttavia, le promesse di questo disco d’esordio non saranno del tutto mantenute coi lavori successivi, e quella che molti pronosticavano come la futura band degli Anni Zero continuerà a ripetere fino allo sfinimento la stessa formulina.
Ad ogni modo, Is This It, benché non abbia apportato sostanziali novità, è un disco paradigmatico della strada che il rock ha intrapreso nel nuovo millennio.
Oggi come nel 2001, però, la domanda è sempre la stessa: e adesso ?
Valerio Di Marco