La musica degli U2 è A Sort of Homecoming

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Siamo nel 1984, gli U2 a fine novembre 83 terminano il fantastico War Tour in Giappone, dove non avevano mai suonato.
Da qualche mese la band ritiene di essere giunta al capolinea di una fase del loro viaggio. La struttura organizzativa degli U2 si stava ampliando, stava nascendo la Principle Management che prevedeva oltre a Paul McGuinness, Dennis Sheehan, Joe O’Herlihy, Steve Iredale, anche Anne Louise Kelly come segretaria personale che in pochi anni diventò indispensabile e molto influente all’interno del Consiglio degli U2.

La band i primi mesi del 1984 era formata da giovanotti.
Edge: la mia vita era molto diversa da quella degli altri. Aislinn e io abitavamo a Monkstown. Poi lei rimase incinta. Mi ricordo quando informai gli altri della band di questo avvenimento importantissimo. Non fu facile e la notizia rese un po’ tesi i notri rapporti per qualche tempo. Non era prevista dalla sceneggiatura e gli altri probabilmente pensarono che il loro futuro fosse messo in dubbio.

Larry: vivevo ancora a casa con i miei. Non volevo comprare una casa e accendere un mutuo, in fondo pensavo che la cosa potesse anche non durare per sempre. Non ero in condizione di poter andare ad abitare con Ann. Sentivo che per il momento potevo rimanere a casa, non mi ci trovavo male e comunque non c’ero quasi mai. Eravamo solo io e mio padre. Fu in quel periodo che cominciai ad essere chiamato Larry Mullen Jr. Mio padre aveva ricevuto una cartella delle tasse, secondo la quale doveva seicento sterline per gli introiti di un trimestre. Fece molta fatica a risalire al motivo, finchè mi disse: dobbiamo cambiare qualcosa, devi diventare Larry J Mullen o Laucence J Mullen. Così decisi di aggiungere Junior affinchè mio padre non dovesse continuare a ricevere le mie cartelle delle tasse.

Adam: in quel periodo ci comprammo le nostre prime case, io ne acquistai una piuttosto piccola a Rathgar, dove vissi con la mia ragazza Sheila Roche, per circa due anni. Lei lavorava nella Principle Management, la casa non era niente di speciale ma era fantastico avere un posto tutto mio, dove poter dormire fino a tardi senza che i miei avessero da ridire

Bono: Io ed Ali comprammo casa a Bray, una località balneare stile vittoriano a sud di Dublino; non era proprio una casa ma una Martello Tower, una sorta di torretta costruita all’inizio del diciannovesimo secolo, con mura spesse due metri e nella parte alta della costruzione, in una struttura di vetro simile ad un faro, c’era la camera da letto. Al piano terra la cucina ed era straordinario vivere in un posto simile. Anche le prove della band si trasferirono da Howth a Bray, diverse canzoni sono state create li, Pride, Unforgettable Fire e A Sort of Homecoming

tumblr_njr97rlaum1r313cko1_1280dal sito moredarkthanshark, Eno, Lanois e gli U2, lavorano su A Sort of Homecoming

La nuova fase degli U2 doveva cominciare da qualcosa di nuovo. Volevano Brian Eno, all’inizio reticente, ma si recò a Dublino con Daniel Lanois, un tecnico del suono canadese con reputazione internazionale. Eno venne convinto dalla band che gli fece vedere il recente Under A Blood Red Sky, avevano approcci completamente diversi.
Scelsero Slane Castle per le registrazioni, Bono disse: aveva un suono splendido, avevamo in testa solo un unico pensiero, fare musica importante. Avevamo Eno come produttore, arrivò con il tipico aspetto di un architetto anni 80, giacca in pelle e cravatta, sguardo penetrante e grande grande umiltà. Si è messo a nostra completa disposizione, un grande artista ed un grande stratega, aveva accettato di lavorare per quattro musicisti irlandesi alquanto impacciati. Al suo fianco Daniel Lanois ed insieme formavano una coppia da sballo. 
Ogni grande rock band aveva frequentato la scuola d’arte, noi no, noi frequentammo Brian. Le sequenze arpeggianti che si ascoltano in Bad e poi in Joshua Tree erano sue. E’ stato il catalizzatore del nostro modo di comporre, ci ha consentito di allontanarci dai colori primari del rock, per spingerci in un territorio sconosciuto. E’ stato grandissimo.

Edge: anche noi fummo molto generosi con Brian, avevamo voglia di imparare e non eravamo gelosi del nostro suono. Ci buttammo anima e corpo. Una mattina entrammo in studio e scoprimmo che Brian e Dan avevano rallentato la base di A Sort of Homecoming, da quattro minuti e mezzo, la melodia diventò di nove minuti e Bono andò al microfono e improvvisò il testo. Brian l’ascoltò e disse, sapete cosa vi dico? E’ finita così, è perfetta. e divenne Elvis Presley and America!

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Questo descritto era lo scenario che stavano vivendo gli U2 i primi mesi del 1984. Bono era diventato un lettore accanito, ogni occasione era buona per leggere, qualsiasi libro. Ebbe a dire una volta ‘peccato che non abbia tenuto un diario, se riuscissi a ricordare cosa lessi, riuscirei a capire con molta più facilità da dove provengono un sacco di canzoni’.
Bill Graham di HotPress, che ha conosciuto gli U2 pochissimi mesi dopo il famoso incontro nella cucina di Larry, regalò a Bono una raccolta di opere di Paul Celan, un poeta ebreo di origini tedesco-rumene, nato nel 1920, poliglotta, padre repressivo e madre che lo avvicina alla letteratura. Una vita travagliata avendo vissuto in prima persona le deportazioni, scampando a diversi campi di lavoro, è riuscito in ogni modo a cavarsela, anche lavorando in una clinica psichiatrica. Una vita in fuga anche dalle persecuzioni subite al termine della guerra nella sua città Cernauti, negli anni 60 tra Vienna e la Francia riesce a mantenersi economicamente traducendo in quanto conosceva, inglese, francese, russo, italiano, ebraico, portoghese e rumeno. Uno scrittore che ha vissuto molto intensamente e che ha raccontato anche dal punto di vista spirituale quanto ha vissuto.
La scoperta delle sue opere si rivelò molto importante per Bono, anche perchè fece sorgere in lui nuovi dubbi e nuove domande di ordine spirituale, il misticismo di Celan diventò ancora più forte dal suo suicidio nel 1970, avvenuto gettandosi sulla Senna.

Poetry is a Sort of Homecoming, la frase di Celan folgora Bono, per lui sempre in giro per il mondo lontano da casa, la frase era speciale.
Molto spesso le canzoni degli U2 iniziano dal titolo, spiega Bono, che fissandosi una frase e portandosela in giro, cerca ovunque ispirazioni che a volte possono richiedere mesi. Il titolo viene annotato e la mente di Bono vola alla ricerca di ispirazioni e tutta A Sort of Homecoming è scitta ruotando attorno al concetto principale del suo titolo.
Celebre la frase di Bono: gran parte della musica rock consiste in banali idee ben eseguite, mentre la maggior parte di quello che facciamo noi, sono idee molto interessanti malamente eseguite. Un uomo che negli anni ’80 era precursore, come si capirà successivamente.

A Sort of Homecoming è brano di apertura di The Unforgettable Fire, il monumentale disco uscito il 1 ottobre 1984.
il nostro we’re coming home and we’ll be there with you! e noi speriamo di avervi fatto venire voglia di riascoltare il disco.

Il meraviglioso video di A Sort of Homecoming è stato diretto da Barry Devlin, lo stesso che dirigerà la band, pochi anni dopo, a spasso per Las Vegas per I Still Haven’t Found.
L’audio è registrato durante il sound-check del concerto di Wembley del 14 novembre 84, dove successivamente Visconti ha aggiunto il sottofondo della folla ed è lo stesso presente in Wide Awake in America. Durante il video si vedono immagini girate sul pullmann, che trasporta la band attraverso le città dove suoneranno, Glasgow, Rotterdam, Londra, Bruxelles. Il video è vera poesia per i fan.

Live la canzone è stata suonata 112 volte, ha fatto il suo esordio nella mitica leg Under Australian Skies a Melbourne il 17 sett 84. Oltre al leggendario The Unforgettable Fire Tour, è stata suonata in poche date del Joshua Tree Tour, ripresa allo Slane nel 2001 ed infine è miracolosamente riproposta in otto serate del trentennale di Joshua Tree Tour, tra cui il meraviglioso secondo concerto di Roma.

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FONTI: U2byU2, U2gigs, La storia dietro ogni canzone degli U2 di Niall Stokes e varie ricerche web. Alcune foto sono Gettyimages

A SORT OF HOMECOMING

And you know it’s time to go
Through the sleet and driving snow
Across the fields of mourning
Light in the distance
And you hunger for the time
Time to heal, desire, time
And your earth moves beneath
Your own dream landscape
Oh, oh, oh
On borderland we run
I’ll be there
I’ll be there
Tonight
A high road
A high road out from here
The city walls are all come down
The dust, a smoke screen all around
See faces ploughed like fields that once
Gave no resistance
And we live by the side of the road
On the side of a hill
As the valley explode
Dislocated, suffocated
The land grows weary of its own
Oh come away, oh come away, oh come away, I say I
Oh come away, come away, oh come, oh come away, I say I
Oh, oh, oh
On borderland we run
And still we run
We run and don’t look back
I’ll be there
I’ll be there
Tonight
Tonight
I’ll be there tonight, I believe
I’ll be there so high
I’ll be there tonight, tonight
Oh come away, I say, I say oh
Oh come away, I say
The wind will crack in winter time
This bomb-blast lightning waltz
No spoken words, just a scream
Oh
Oh
Tonight we’ll build a bridge
Across the sea and land
See the sky, the burning rain
She will die and live again
Tonight
And your heart beats so slow
Through the rain and fallen snow
Across the fields of mourning
Lights in the distance
Oh don’t sorrow, no don’t weep
For tonight, at last
I am coming home
I am coming home

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