Il 9 marzo 1987 ha visto la luce l’amatissimo The Joshua Tree.
Fans in tutto il mondo, già la sera prima si sono dati appuntamento allo scoccare della mezzanotte per acquistare in anteprima il nuovo disco degli U2 e dopo aver posizionato la puntina dell’album, sono entrati nel loop dell’intro di Streets senza mai più uscirne, rimanendo coinvolti dalle travolgenti canzoni che conosciamo a memoria, in sequenza, proprio come la formazione della Nazionale.
1 Where The Streets Have No Name, 2 I Still Haven’t Found What I’m Looking For, 3 With Or Without You, 4 Bullet The Blue Sky, 5 Running To Stand Still, 6 Red Hill Mining Town, 7 In God’s Country, 8 Trip Through Your Wires, 9 One Tree Hill, 10 Exit e 11 Mothers Of The Disappeared.
Il 9 marzo 2017, trent’anni dopo, è ancora altissimo l’urlo di passione per questo disco. Ai fans di fine ’80, si sono aggiunte le nuove generazioni, tutti accomunati dal continuo amore per la nostra Nazionale.
In attesa di gustare l’imminente Joshua Tree Tour 2017, pubblichiamo dei ricordi scritti di getto dai fans nel nostro forum, spinti e sostenuti dal grande amore nei confronti del disco, sia da parte di chi l’ha sentito fin da quei giorni, sia per coloro che hanno potuto ascoltarlo successivamente:
Essere un fan degli U2 non vuol dire semplicemente amare una rock band e la sua musica; è più un atto di Fede […] Esiste un luogo della mente, una zona protetta, inaccessibile a chiunque se non a noi stessi, un luogo nell’anima. Solo lì e soltanto lì non ci sono confini, non ci sono paure, è il nostro paradiso, è dove le strade non hanno nome e solo Where The Streets Have No Name è la colonna sonora per arrivarci. […] Qualche mese prima della pubblicazione dell’album, il titolo che circolava era The Two Americas, come proposto da Bono dopo le sue esperienze in Nicaragua e Stati Uniti: la doppia faccia dell’America. […]
Affittarono un pulmino da Los Angeles e viaggiarono verso il deserto del Mojave; rimasero a girovagare per qualche giorno dormendo in vari motel lungo la strada e visitando alcune località, come la città fantasma di Bodie, alcune miniere d’oro abbandonate e poi tornarono a nord, verso San Francisco e poi nuovamente giù verso la Death Valley: un luogo particolarmente suggestivo.
Spesso da quelle parti è facile notare una pianta, dal nome scientifico Yucca Brevifolia, chiamata anche familiarmente Albero di Giosuè. E’ un albero dalla forma particolare, con rami che tendono verso il cielo e terminano con un cespuglio di foglie, ed è possibile trovarne a centinaia tra la California ed il Nevada.
Nel 1830 Joseph Smith scrisse il Libro di Mormon, testo sacro ai mormoni. A seguito del libro venne fondata la Chiesa di Cristo e successivamente divenne una vera e propria religione di fede Cristiana. I mormoni subirono numerose persecuzioni, minacce e insulti e dopo l’assassinio di Smith la comunità decise di emigrare verso ovest attraverso la Route 66. […]. Dopo mesi e mesi di viaggio estenuante, dovevano essere arrivati nel deserto del Mojave e qui cominciarono a notare questi alberi dalla strana forma che, se visti al tramonto contro luce, possono sembrare delle croci pendenti o delle braccia alzate verso il cielo in preghiera. La Yucca fu così ribattezzata “albero di Giosuè”. La leggenda narra che furono i mormoni a battezzare quel buffo e strano albero, in Joshua Tree.
Uno in particolare colpì l’immaginazione di Corbijn e della band. Si trovava all’interno della Death Valley, solo in mezzo al deserto: sembrava sopravvissuto, spolpato, magro, eppure spiccava fiero sullo sfondo.
Rudy U2place
Avevo un programma tutto mio in una radio privata del paesello di quelle che esistevano negli anni 80. Arrivò in radio questo lp dalla copertina affascinante e subito mi incuriosì (avevo quasi 16 anni e degli U2 conoscevo solo sbs e pride). Quasi ogni pomeriggio mandavo in onda with or without you o i still haven’t found. Dopo il programma rimanevo in radio per ascoltare tutto il disco e quando uscì where the streets have no name come singolo decisi di comprarlo. Quel 45 giri diventò la cosa più preziosa che avessi. Silver and gold mi fece scoprire il mondo delle bsides degli U2. Da quel 1987 fu amore viscerale con questa band per molti e molti anni…..
South
Io sentii la prima volta TJT ad una festa di compleanno, with or without you a volume esagerato luci basse ecc ecc aveva fermato il mondo.
Me lo feci prestare, era sempre nel mio lettore cd portatile, ma….non andavo oltre le prime tre canzoni.
Che non avessi gli strumenti per accedere, per comprendere il disco nella sua interezza o che mi piacesse cosi tanto il trittico iniziale da non poter permettere alle altre canzoni di “abbassare” il livello stabilito in quel primo quarto d’ora non so dirvelo…ma bullet all’epoca mi bloccava, non avevo tempo da dedicare a quelle canzoni quando avevo quelle prime tre che mi portavano in paradiso…
Poi ho visto r&h e quello ha cambiato tutto….mi ha dato quell’input, quella chiave d’accesso che mi mancava….bullet è diventato un incendio, one tree hill una gioia e un’apertura d’animo che non avevo mai provato, mother emozione e malinconia, empatia, immagini scolpite nella mente di un adolescente…
Avevo circa 6 anni quando uscì e di certo non sapevo nemmeno chi fossero gli u2 ma il video di streets me lo ricordo, non sapevo che e chi fossero gli u2 ma quel video mi piaceva, la canzone pire anche se all’epoca non avevo lo stimolo di andare a cercare e capire….
sono felice che quell’album sia stato così importante durante la mia adolescenza, ne prima ne dopo
Lupomax
Estate 87, la musica che ascoltavo non andava oltre i duran e madonna, quell’estate incontrai un ragazzo al mare, un tipo un po’ diverso , un introverso, mi fece ascoltare un po’ di musicassette , quelle auto prodotte per diffondere, ricordo solo sunday, ricordo che me ne innamorai, di lui, ma soprattutto di quella musica così diversa che usciva da quel vecchio mangianastri.. tornata dalle vacanze comprai JT, so esattamente come lo ascoltai e dove, aprendo e annusando quella piccola cover ripiegata in tre parti , ricordo il nero e l’arancione, e poi quell’intro, in quel preciso momento so che iniziò il viaggio, con note così difficili rispetto alla musica pop, quelle note che lasciavano immaginare la poesia dei testi e della voce di quel capellone con la canottierina bianca che aveva lo sguardo altrove, quelle prime note fanno parte di me, dopo 30 anni e ogni volta da 30 anni wtshnn e’ l’inizio di una corsa verso la vita, from father to son
La mia adolescenza sa di mare e U2 e di quel tipo che me li fece conoscere sulla spiaggia , vorrei rintracciarlo e ringraziarlo per aver condiviso, per il biglietto di Modena 87 che mi regalo’ insieme all’amore per questa band che mi ha salvato tante volte, che da 30 anni mi tiene per mano
Mikaela
Ricordo (che è già tanto visto quanto sono vecio) l’attesa e le aspettative per questo disco
Ricordo che al tempo al mio amore (mai scemato) per i Duran Duran, si stava affacciando all’orizzonte questa band
Conosciuti con Pride, innamorato con il Live Aid, l’albero mi diede la mazzata finale
Ricordo il mancato concerto a Modena (troppo pirla, nonostante avessi già i miei bei 15 anni), ricordo l’estate a sentire il disco, ad amoreggiare con with or without you e a emozionarmi con Exit e Bullet (che voglia di rivoluzione che c’era dentro di me)….disco perfetto arrivato nel mio momento migliore per i cambiamenti
Da allora solo amore….e giusto perché mi sembra che non sia fuori tema, ricordo la visione al cinema di Rattle And Hum….io che maledicevo Modena e le lacrime su Bad e Heartland…e pensare che non piango mai…ma con loro solo e sempre lacrime di felicità
grazie a chi ha aperto questo topic, bel modo per ricordare/celebrare un capolavoro, bel modo per ricordarmi di quel ragazzino che stava diventando grande
Voxlebon
Avevo 13 anni e con i soldi messi da parte della gita scolastica a firenze comprai l’LP.
Ancora ricordo la faccia della commessa quando mi vide entrare nel negozio e mi senti pronunciare: “hai l’ultimo degli U2?”(sgomento,incredulità e curiosità)
Altri tempi…
Già li ascoltavo dal 1985(12anni) grazie a mio fratello che a sua volta aveva acquistato sia Under A Blood Red Sky che TUF nel periodo in cui erano usciti.
10dobrasil
Ero troppo piccolo quando uscì l’album, ma alla sua uscita e relativo successo è legato il primo ricordo degli U2 che a dir la verità è abbastanza comico.
Nel periodo di fine anni 80 mia madre era un appassionata di Sentieri, la famigerata ed eterna telenovela . E uno dei protagonisti maschili principali si chiamava Joshua.
Siccome mi capitava spesso di sentire With Or Without You e mi piacque un sacco, io associavo la voce e la faccia di Bono all’attore che interpretava Joshua in Sentieri ahah
Col tempo mi rifeci da questa infausta associazione mentale, diventai un fan assoluto di questo disco prima di tutto per le immagini di Corbijn, poi per i singoloni e completai la mia redenzione acquistando TJT come primo vinile in assoluto dopo aver acquistato il giradischi
English Bulldog
Quanti ricordi!!!!!
Chi mi conosce bene personalmente già conosce la mia storia, che dire? TJT l’album della rinascita , già perchè questo è stato.
20/12/86 si ferma la mia prima esistenza: un terribile incidente d’auto, uno schianto mi catapulta nell’aldilà…..trauma cerebrale con profondo ematoma subdurale…..evacuazione chirurgica e ricovero in terapia intensiva, aiutano il mio risveglio facendomi ascoltare i miei brani preferiti……indovinate un po’?
a fine Gennaio vengo dimesso dall’ospedale e trasferito in una clinica di recupero per i gravi danni subiti, la vita ricomincia da -100000000000000000000000000000 !!!!!
Le sedute di terapia quotidiane vengono intervallate dall’ascolto dei miei gruppi preferiti, dalla lettura e dalla visita dei migliori amici.
Tra questi una carissima amica che aveva cominciato a lavorare all’ufficio stampa della major che all’epoca distribuiva Atlantic Records.
Fu lei che, conoscendo la mia passione, fece arrivare TJT nel mio walkman (per chi se lo ricorda) in semi anteprima……le mie giornate si riempirono improvvisamente di allegria, energia, rinnovato vigore e stimolo a rimettermi in sesto….volevo tanto vedermeli dal vivo.
La “medicina”, unitamente a quella ufficiale, fa il suo effetto e la mia ripresa è lenta ma costante, purtroppo la beffa fu che PMG ed i nostri decisero di aprire la leg Europea proprio in Italia, mentre io sarei stato dimesso solo il 30/05 , giorno della seconda data al Braglia….IMPOSSIBILE per me, che quasi non mi reggevo in piedi, parteciparvi.
Persi così un’occasione (che credevo) unica per vivere dal vivo lo show di un disco tanto magico, al punto da avermi letteralmente sbalzato dal letto, se non dalla fossa!
Beh dopo tante sofferenze (comprese le oltre 20 ore di attesa nel piazzale) giunse Achtung Baby con lo ZOOTV al Forum, e sarebbero venuti poi molti altri concerti e “pazzie” inseguendo i nostri, che mi hanno portato a Dublino ed in Irlanda in innumerevoli occasioni, quasi a farla diventare una seconda casa, negli USA, ad Honolulu e perfino in Sudamerica, in quel Brasile che oggi mi ha adottato!
Già….che viaggio……ma The Joshua Tree……ah ma The Joshua Tree era e sarebbe rimasto per sempre un buco ed una mancanza irrecuperabile nella mia storia personale di fan dei nostri…….ed ecco che il 5 Gennaio 2017 questi 4 grandissimi Amici (perché ormai tali non posso che considerarli) annunciano il regalo più grande che potessero farmi…..altro che Song of Experience…..(pfui…..scusatemi!): avrebbero riportato in giro per il mondo il loro The Joshua Tree con una nuova tournee mondiale!!!! E, (cosa più unica che rara) chi mai lo avrebbe pensato/ci avrebbe sperato?
Lascio a voi immaginare la mia reazione!!!!
Un sogno che si avvera, oggi spero e prego non mi succeda nulla e possa finalmente godermi questo concerto, sarà per me come tornare catarticamente a quel Maggio 1987 e riempire una grande voragine ed il vuoto che ho sentito in me per 30 lunghi anni!!!! THANKS U2, once more you got it right!!!
Bonomax66
Capperi, questi anniversari mi fanno sentire sempre più vecchia 🙁
all’epoca ero già grande e giravo con un walkman per spostarmi dalla mia città a Trieste, in treno o nella macchinetta (che non aveva l’autoradio)! La cassetta di TJT stava insieme a tante altre (quasi tutte duplicate): non erano ancora i preferiti. Come qualsiasi ventenne conoscevo bene Still e With or Without you, ma le preferite erano Streets e Bullet, perché all’epoca ero già fissata con alcuni aspetti della storia contemporanea. Di Bullet mi infastidiva che non passasse mai per radio o su videomusic e che non la conoscesse nessuno, nella mia testa erano (e sono ancora) due “storie” strettamente legate tra loro e con la mia preferita di sempre (Sunday).
Anche negli anni successivi, quando ho avuto modo di conoscere ed apprezzare in maniera più completa le loro canzoni queste tre mi sono sempre apparse strettamente connesse e sono tra le poche che, in anni più recenti, non ho “interpretato” in maniera diversa…
And it’s true we are immune
When fact is fiction and tv reality
And today the millions cry
We eat and drink while tomorrow they die…
Where the streets have no name
We’re still building
Then burning down love
Burning down love…
See the face of fear
Running scared in the valley below
And he’s peeling off those dollar bills
And I can see those fighter planes
Across the mud huts where the children sleep
Through the alleys of a quiet city street…
Broken bottles under children’s feet
Bodies strewn across the dead end street…
And through the walls you hear the city groan…
Oh, when I go there
I go there with you…
How long
How long must we sing this song?
OK, sono mezza matta, ma questo già si sapeva
Elybf
1987 anno della mia maturità, 18 anni e tanti desideri in tasca.Gli u2 per me erano arrivati nel cuore con The Unforgettable fire. Comprai la cassetta, non avevo ancora il lettore Cd. Ricordo solo che profumava di nuovo e io non vedevo l’ora di ascoltarla. e poi loro, le canzoni…. una piu bella e travolgente dell’altra. il video di with or without you trasmesso su MTV …… mamma mia che ricordi…… manca poco a maggio. curiosa di scoprire come reinterpreteranno alcune delle canzoni piu belle mai sentite. E felice come sempre quando si tratta di sentire la loro musica
Simonett69
1 – Where the streets have no name: Tarda sera. Pullman fermo. I genitori che vengono a riprendere i figli dalla gita scolastica a Parigi si scambiano qualche parola. Io ho il magone classico delle belle cose finite. Vacanza stupenda, città magnifica. In macchina con mio padre che mi chiede com’è andata e automatica risposta diplomatica. La ragazza che avevo puntato era più grande e non ho avuto il coraggio di provarci seriamente. Sti cazzi, con quei minchioni dei miei compagni mi sono divertito. E’ stata una bella esperienza, ma quel velo di tristezza dell’avventura troppo breve rimane. Smanetto un po’ con la manopola della radio e su una frequenza parte Streets. La conosco, ho dei cd vari ma non mi aveva mai preso così. Sale su una ferita aperta seguita dal bacio più dolce.
Mio padre era giovane e rilassato, io conservavo ancora quel poco di timidezza che avrei perso negli anni successivi. Quel ritorno a casa me lo sarei portato dietro per settimane nella testa, e lo stesso successe con la sua colonna sonora.
2- i’m still haven’t found what i’m looking for: speciale mtv sugli U2, ho smesso di fare quello che stavo facendo in quel momento, avrei finito di studiare dopo. Arriva il turno di still. Rimango estasiato dall’atmosfera, la canzone la conoscevo ma non avevo mai visto il video. Una canzone così profonda cantata per le strade della città del peccato. Semplice e incredibile al tempo stesso. Geniale. Anni dopo ho dovuto comprare lo stesso modello di chitarra di edge nel videoclip, e dopo tutti questi anni non ho ancora trovato quello che sto cercando.
3- with or without you: più che limonate e ragazze varie a cui l’ho dedicata mi ricordo di un giorno in particolare. Sono le sette di sera, inizia Friends! devo andare a vederlo, riprenderò dopo letteratura latina. La puntata stava prendendo una strada deriva, molto malinconica. Citofono: sono due miei amici che mi aspettano con gli scooter sotto casa, dico a mia madre di riferire che sono sui libri. Loro mi insultano dalla finestra e se ne vanno. Mi conoscono i bastardi, sanno quando dico bugie. Mi farò perdonare. Torno al telefilm. Rachel dopo aver litigato con Ross è immersa nell’ascolto di una radio, arriva all’improvviso with or without you, è la dedica di ross. Ormai gli U2 erano già tra i miei preferiti, dovevano ancora raggiungere l’apice da lì a breve. Nonostante il finale della scena in questione non sono riuscito a tornare a studiare senza doverla ascoltare fino a sera. Quell’intro con l’E-bow ancora adesso per me è un defibrillatore.
4-bullet the blue sky: stress e pensieri presi a cazzotti quando partiva questo capolavoro, mi ha sempre ricordato di dovermi incazzare per qualche ingiustizia. Alla lista dei ricordi aggiungo un gran concerto dei sepultura in salento, tra il pogo ed il bollettino di guerra con una cover di questa canzone. in quel momento sognavo un concerto degli u2.
5-running to stand still: dopo circa sette ore di autostrada sono a taranto per le vacanze estive, a firenze ho lasciato libri e problemi. E’ l’alba e la città è magnifica quanto silenziosa. Stanco, a pezzi, so che quando starà per terminare questa canzone sarò davanti al cancello di casa e rivedrò i miei cani. Running è il miglior modo per darsi la buonanotte.
6- red hill mining town: nelle cuffie in giro per firenze. Caldi tramonti sui ponti e piogge prese in pieno urlando quell’ Hanging On senza arrivarci mai completamente, in mezzo alla gente perplessa.
7- in god’s country: la mia bellissima renault clio di allora che macina km sull’autostrada, con l’intro erano 20-30 km sicuro in più sul tachimetro. Strada libera. Paesaggi che mi facevano venire voglia di inchiodare, spogliarmi e correre a buttarmi nei campi. Fanculo agli autogrill adesso, avrei preso il prossimo. Le mie piantine di basilico in macchina sembravano gradire il tutto, e l’abitacolo aveva lo stesso odore della domenica e della pasta al sugo.
8- trip through your wires: bellissimo intermezzo tra god’s e one tree hill, ma devo essere sincero….qualche volta l’ho skippata.
9- one tree hill: nella penombra della mia camera, quella voce graziata e sgraziata. Era una montagna russa quel pezzo. Ad un certo punto mi sembrava ogni volta che bono dicesse “i don’t believe in guns n’ roses”.
10- exit: mi ricordo che vivevo con delle ragazze una più pazza dell’altra. Con una delle due avevo una specie di relazione. Una notte mentre guardavo rattle & hum, senza dire una parola si siede a fumare una sigaretta accanto a me. C’era Exit sullo schermo. Non una reazione da parte sua. Io ero in trip. Non un commento sul capolavoro che stava vedendo. Non faceva per me, nonostante le grosse tette. Disse qualcosa e se ne andò. probabilmente mi mandò affanculo. Io pensavo a quanto fosse geniale edge nonostante quei jeans orrendi. Era il momento più bello della giornata.
11-mothers of disappeared: Quello che dicevo all’inizio di questo post a proposito della fine dei viaggi vale per questa canzone. La fine di un disco somiglia un po’ a quella sensazione. Hai voglia di farlo ripartire e l’ultimo pezzo è quello che ti dà sempre la sensazione di dover tirare le somme, ragionare su qualcosa, ringraziare o salutare chissà chi. Libri, Dylan dog, manga di rumiko takahashi e non so quante altre storie posso collegare a questa canzone. Quello che ricordo con piacere però è il rumore del walkman quando arrivavo alla fine del nastro. Apri e rigira la cassetta.
Lord Rob
Il mio Joshua Tree è stato per almeno 5 anni questo, con solo 10 brani:
1. “Where the Streets Have No Name” 5:38 2. “I Still Haven’t Found What I’m Looking For” 4:38 3. “With or Without You” 4:56 4. “Running to Stand Still” 4:18 5. “Red Hill Mining Town” 4:54 6. “In God’s Country” 2:57 7. “Trip Through Your Wires” 3:33 8. “One Tree Hill” 5:23 9. “Exit” 4:13 10. “Mothers of the Disappeared” 5:12
Registrato su una TDK (rigorosamente al cromo… e qui gli altri anziani mi comprenderanno 😛 ) dal vinile del mio moroso di allora ma senza Bullet e con Under a Blood Red Sky sul lato B.
Del resto loro, i miei compagni di classe, bigiavano il compito di chimica per scappare a Modena e i miei non mi lasciavano. Ma in fondo andava bene cosi: tanto ancora non ero cosi presa e dopo pochi giorni c’erano i Duran Duran a San Siro 😀 .
E proprio perché ascoltavo Duran e Spandau per me Bullet era “difficile”, quasi cacofonica, lontana dal poter essere anche solo capita, figurarsi dal poter essere apprezzata. Tutto il resto pero’ mi sembrava meraviglioso.
Poi venne Rattle & Hum e la sera che uscii dal cinema ribaltata per quello che avevo visto e sentito. Poi venne la follia totale, le bsides, lo studio dei testi, la mania dell’Irlanda, l’abbonamento a Propaganda, il sognarsi Bono di notte, e l’idea (assolutamente fuori discussione per il lontano 1992) di andare a Vienna a vedere lo ZooTv se non avessero permesso i concerti ad Assago.
Ormai Modena era andata però… e resterà sempre un rimpianto nn esserci stata perché Joshua Tree è stato per anni il mio disco preferito in assoluto e perché i concerti di quel tour sono irripetibili.
Credo di aver comprato il vinile poco dopo o poco prima l’uscita di Achtung Baby e Bullet era diventata una delle mie preferite.
@li
Avevo inciampato negli U2 un paio di estati prima e in particolare sulle cassette di War e TUF che avevo “preso in prestito” da un amico per mai restituirgliele, avevo cominciato a volare alto grazie a loro. Rinchiusa nella mia cameretta con il walkman ascoltavo le canzoni, cercavo di capirne i testi e mi ritiravo in un mondo tutto mio in cui i litigi e le tensioni dei miei genitori che si stavano separando non potessero raggiungermi.
E sognavo l’amore.
Sognavo l’amore che mi avrebbe salvato, l’amore che avrei messo nel vivere una vita che sarebbe stata diversa. Da allora sapevo che avrei sempre potuto avere loro al mio fianco. Sapevo quindi che TJT non mi avrebbe mai potuto deludere. Ma quello fu un album che superò tutte le mie aspettative, fu la colonna perfetta della mia vita che, proprio dall’87 in poi, mi vedeva a vene pulsanti continuare ad accendere fuochi appassionati su Bullet, su With o Without you e Exit.
donna slow
Ammetto di aver avuto anche qualche brivido di paura al primo ascolto di TJT. Quando si consuma letteralmente quello che consideravo un capolavoro come TUF, specie d’estate, in campeggio con gli amici, a rotazione e volume a palla per diffondere il Verbo, l’album successivo ti mette tanta curiosità ma anche la paura che non sia “all’altezza” del precedente! Già dai primi ascolti si sentiva però che bisognava esplorarlo meglio, entrarci dentro, e quindi iniziò il mio metodo personale di conoscere testi, imparando le canzoni cantandole con davanti il libretto, cercarne i significati, per capire meglio cosa dicevano non solo con la musica.
S’era giovani ed energici, Streets e la sua carica di vigore, la mia preferita da subito! Exit se la combatteva alla pari
Giovani ma non proprio spensierati, c’era il bianco ma anche il nero della vita, amici persi nella droga o due amiche in un incidente d’auto, ecco che le canzoni assumevano significati ancor più particolari. One Tree Hill da allora mi commuove in maniera diversa, capivo anch’io quel dolore.
Poi c’era anche il lato religioso che mi rimaneva più difficile da comprendere. La mia estrazione è diversa ma lo rispettavo e mi chiedevo, come mi chiedo sempre, se Ho Trovato Quello Che Sto Cercando!!
In quel periodo lavoravo in una televisione locale come tecnico, Telemondo2000. I programmi erano televendite fino al primo pomeriggio, ma per “staccare” e non essere noiosi, avevo la facoltà di 5-10 min tra una e l’altra di mettere ciò che volevo. Forse godevo solo io, ma potete immaginare benissimo quale video musicali passavano. La Streets sul tetto di Los Angeles, o i bellissimi video di Still e With or Without , I Will Follow del tour JT, ne avevo così tanti che a volte ne facevo uno “Speciale U2”
Siccome piaceva al capo del palinsesto, decise di fare 1h di video musicali, ovvio “dovevo” metterne anche di altri. Un giorno di una calda e noiosa estate, iniziai a scherzare con la collega, mettendoci sopra dei titoli che scorrevano con una dedica, prendendo spunto da un amico che lavorava alle dediche in diretta in una radio. Fummo tempestati dalle telefonate, tutti volevano dedicare un video alla fidanzata, erano appena nate le video dediche. Purtroppo i mezzi erano quelli che erano, non potevamo fargli scegliere il brano, Videomusic si fregò l’idea, e così tornai a diffondere il Verbo con i video degli U2.
D’altronde mi sentivo in obbligo di farlo, molte le battaglie che avevamo in comune in quel periodo, l’Amore per l’America come simbolo di libertà, ma l’odio per le porcherie che combinavano, Reagan in America, o la Thatcher in Inghilterra. Credo ci sia un parallelo con Trump & Brexit, il tempo passa ma siamo sempre lì, come 30 anni fa!!
Per questo non vedo l’ora che inizi il Tour, sono proprio curioso di vederli nuovamente in azione con l’Opera Omnia, posso tranquillamente aspettare il nuovo lavoro, bentornato The Joshua Tree…. Ma anche grazie per le emozioni dei vostri racconti and God bless U2 per questo!!
p.s.: @li c’erano le C46 se non ricordo male erano proprio per i dischi, ma non sempre c’entravano tutte e bisognava tagliarne una, la scelta era sempre difficile, oppure si prendeva le C60 che avanzava spazio, magari per una B-sides
trillo
Il primo approccio con The Joshua Tree fu di quelli in punta di piedi, con una certa diffidenza. L’impatto con la foto deformata della band e quei colori scuri non potevano essere compresi al volo da un adolescente che si approcciava con curiosità ai CD della sorella più grande. Posso dire a cuor leggero che i primi ascolti non mi rapirono immediatamente.
Gli U2 per me erano quelli di Boy, October e War, il prezioso regalo di compleanno per i miei 16 anni. The Joshua Tree era qualcosa di diverso. E’ stato l’inizio di un percorso personale che continua ancora oggi. Un percorso di approfondimento, di crescita: interiorizzare il fatto che per capire davvero sia necessario scavare, impegnarsi, approfondire, nella musica come nella vita.
L’emozione e il regalo più grande di questo album è stato però poter condividere tutto questo con dei grandissimi fan e delle grandissime persone. Provo una certa soggezione e timore reverenziale pensando ai momenti incredibili vissuti grazie a questo album sulle strade e nei deserti degli Stati Uniti e mi chiedo se sia in grado di celebrare a dovere questo capolavoro.
The Joshua Tree è un album davanti al quale porsi con tutta la sacralità del caso: aldilà del valore intrinseco della sua musica porta con sé la storia e la passione di migliaia di fan che sono cresciuti ascoltandolo. Questo ha un valore immenso, cari fan.
outofcontrol
Un infinito, immenso e profondo rapporto simbiotico, The Joshua Tree, il nostro orgoglio di fans U2.