U2ieTour, intervista al direttore delle luci, parte seconda

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Dopo la prima parte, continua l’intervista al direttore delle luci:

I direttori e programmatori delle luci Alex Murphy e Mark “Sparky” Risk sono al seguito del tour Innocence+Experience degli U2, prendendosi cura del semplice, seppur enorme, impianto luci per il direttore creativo Willie Williams.

Risk nota che, oltre ai Best Boys Spots della PRG, ai Best Boy Washes, ai Bad Boy Spots, alle Strobo Atomic della Harman Martin Professional e ai DWE, nell’impianto, un importante elemento è rappresentato dai tubi LED che appaiono come tubi fluorescenti. “Questi sono inseriti nella scena per determinare sia il palco “I” che la passerella.” Dice Risk. “Le unità nel pavimento possono restare distese orizzontalmente oppure essere disposte in verticale, in modo da permettere una varietà di scelte molto diverse. Oltre ai tubi fluorescenti, ci sono anche tubi sospesi sopra al palco “I” – una combinazione di pezzi orientati in orizzontale e in verticale – e tubi orizzontali sono posizionati sul fondo dello schermo. Tutti i tubi sospesi sono su degli argani.” C’è anche una striscia gialla costruita nel palco che rappresenta il logo del tour ed è stata progettata da Stufish Entertainment Architects.

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Murphy, che ha lavorato con Williams anche per il gigantesco tour 360 degli U2, ha vissuto un’esperienza positiva con i fari Bad Boy, che lui definisce “la sorpresa del tour. Quelli a retroilluminazione appaiono semplicemente incredibili, e la vera sorpresa per me è che non abbiamo perso intensità quando abbiamo inserito i filtri.” dice sottolineando che li chiama anche i fari per il tour. “Ne abbiamo 18 in totale. Possono sembrare molti per uno show indoor, ma c’è uno spazio molto ampio da coprire. Controllo l’intensità generale quando ne ho bisogno, come per gli spegnimenti repentini alla fine di una canzone. L’operatore ha il controllo dell’intensità e del diaframma con le manopole personalizzate di controllo che Chris Conti e le altre donne e uomini della PRG hanno preparato. Inizialmente le avevamo provate lo scorso novembre quando abbiamo realizzato una serata speciale a Times Square e l’idea ci è piaciuta da allora”.

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Lo show viene gestito tramite due console grandMA2 della MA Lighting connesse, con un backup connesso utilizzando due grandma NPU. Una console è unicamente per i fari Bad Boy e viene gestita da Murphy. “Abbiamo speso un sacco di tempo durante le prove nel determinare il modo migliore di illuminare i membri della band quando sono all’interno dello schermo” dice Risk “Ovviamente, dovevamo anche capire come fare in modo che la band riuscisse a vedere cosa stavano facendo all’interno dello schermo anche quando volevamo che non fossero visibili per il pubblico.”

Murphy sottolinea che il gruppo addetto alle luci ha avuto un aiuto enorme “da Oli Rump alla MA in Germania e, insieme all’ufficio britannico, siamo stati viziati per il livello di supporto tecnico per il nostro sistema di controllo dell’illuminazione.” Ma un tour enorme come questo non esiste senza prove. “Chiarire i problemi in queste arene americane è diventata una sorta di sfida” dice Murphy. “Il controllo dell’aria è diventato problematico. Mi siedo a guardare mentre tutto va su direttamente fuori dalla macchina. Penso che abbiamo bisogno di lavorare più duramente con le arene per capire cosa possiamo uscirne con comodità e senza lasciare che l’aspetto dello show ne risenta.”

Williams ha sottolineato che i suoi due programmatori “ci hanno messo una vita a costruire sequenze manuali per simulare lo sfarfallio casuale dei neon e gli effetti non lineari delle strobo.” Risk replica a questa osservazione dicendo “Per gli show c’è una naturale tendenza, dovuta al tempo limitato, ad affidarsi pesantemente sulle macchine per effetti , per le quali c’è tempo e luogo. Comunque, un sacco di aspetti che abbiamo provato a portare a termine non sono lineari, e sono ottenuti con delle tracce, nel metodo ormai affidabile di costruirli partendo da alcuni spunti. Questo può comportare un intervallo di tempo più lungo, ma ti permette di approfondire l’idea in modo più dettagliato e questo rende molto più facile coprire i pattern ripetuti. Questo approccio era di solito l’unico modo di programmare le tracce in passato e quindi non si tratta di un nuovo tendenza, ma piuttosto un ritorno alle origini.”

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FONTE, tutte le foto sono di Stufish e sono prese dall’articolo originale. Traduzione fatta dallo staff di U2place.

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